Il gorilla invisibile forse non lo è così tanto
- Postato il 27 novembre 2024
- Di Focus.it
- 1 Visualizzazioni
Si chiama inattentional blindness (cecità da disattenzione) ed è quel fenomeno psicologico per cui quando siamo concentrati su un compito, spesso non notiamo qualcosa di ovvio che entra nel nostro campo visivo: è stato dimostrato da un famoso esperimento condotto nel 1999 (vincitore dell'IG Nobel in psicologia nel 2004) nel quale un gruppo di ragazzi veniva filmato mentre si lanciava una palla; per nove secondi, in mezzo a loro passava una donna travestita da gorilla.
Tra i volontari che avevano visto il video (che potete vedere qui sopra), a cui era stato chiesto di contare i passaggi di palla tra i giocatori con la maglietta bianca, solo la metà aveva dichiarato di aver notato il gorilla: ora uno studio pubblicato su eLife sostiene che in realtà il gorilla non sarebbe totalmente invisibile ai nostri occhi, ma che ne rileviamo la presenza anche se non lo riferiamo quando ci viene chiesto.. Croci e linee rosse. Gli autori hanno coinvolto circa 25.000 persone in cinque diversi esperimenti online. Nel primo è stato chiesto ai volontari di individuare delle croci che comparivano sullo schermo per 0,2 secondi e dire se era più lungo il braccio verticale o quello orizzontale. L'ultima volta, a un lato dello schermo, compariva anche una linea rossa.
Quando ai volontari è stato chiesto se avessero notato qualcosa di diverso nell'ultima prova rispetto a quelle precedenti, il 71% ha risposto positivamente. Ma dopo aver saputo della linea rossa, l'87% sapeva dire correttamente in che lato si trovasse. Tra chi invece aveva dichiarato di non aver notato nulla di diverso nell'ultima prova, il 64% sceglieva comunque il lato corretto – più della metà che ci si aspetterebbe da una scelta casuale. Gli altri quattro esperimenti hanno avuto risultati simili.. Bias "curabile"? «Lo studio dimostra chiaramente che i volontari hanno probabilmente elaborato qualche informazione riguardo all'oggetto inaspettato, anche quando avevano riferito di non averlo visto», afferma Daniel Simons, uno degli autori dello studio del 1999, sottolineando però che bisogna fare attenzione a parlare di subconscio.
Secondo Ian Phillips, uno degli autori della nuova ricerca, la spiegazione più semplice è che alcune persone fossero in parte consapevoli della presenza dell'oggetto, ma non volessero dirlo perché non ne erano sicuri. Per l'autore si tratta di un bias, e come tale si può lavorare per farlo scomparire: in ogni caso, conclude, il suo studio non nega in alcun modo il concetto di cecità da disattenzione..