Il futuro della Ferrari passa dal motore: per il 2026 si punta su un V6 più performante
- Postato il 16 settembre 2025
- Formula 1
- Di Virgilio.it
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Il Cavallino Rampante si sta muovendo con decisione verso la stagione 2026, con particolare attenzione allo sviluppo della power unit. Il target per il nuovo ciclo normativo è piuttosto chiaro: “aggredire il regolamento” con “scelte offensive” atte a sorprendere la nutrita concorrenza dei motoristi. Una tattica supportata dall’eventuale deroga che la FIA concede se prestazione o affidabilità non sono quelle richieste.
Motore endotermico spinto al limite: l’eredità 2022
I nuovi motori rappresentano una sfida tecnologica senza precedenti e con ampi margini di sviluppo. Questo è il primo fattore importante che, il team di Maranello in fase di progettazione ha messo tra i punti cardine del lavoro all’interno della fabbrica. Il propulsore sarà equamente diviso tra parte ibrida ed endotermica, dove quest’ultima, secondo le informazioni raccolte, farà una differenza superiore a quella stimata.
Parliamo quindi di una delle chiavi di successo da non sottovalutare. Per tale ragione Ferrari ha puntato molto forte sul motore a combustione interna, anche considerando che, all’interno del prossimo corpo normativo, è presente una sorta di ordinamento che si incaricherà di mitigare eventuali criticità fornite dal moto generatore MGU-K: la modalità “ramp down” che lo stesso Tombazis ci ha spiegato nell’intervista esclusiva di Monza..
Il team di Maranello ha concentrato parecchi sforzi sul sei cilindri, che tra l’altro sarà alimentato da nuovi carburanti sostenibili, aspetto che di per sé apre a nuovi scenari tecnici che anche in questo caso potranno fare la differenza. Stessa strategia adottata all’inizio dell’attuale corpo normativo, preferendo forgiare un motore più competitivo “trascurando” l’affidabilità, in favore di un propulsore meno performante ma più sicuro.
D’altronde, come qualsiasi ingegnere di Formula 1 può confermare, è molto più semplice conferire garanzia di funzionamento a un motore piuttosto che alzarne il rendimento in una fase successiva. Un’impostazione lavorativa “supportata dalle norme FIA”. Oltre all’ADO, di fatti, per sistemare le cose, l’organo legislativo permetterà interventi straordinari in caso di problemi ricorrenti di affidabilità.
Aggressività necessaria per sorprendere
All’interno di questo scenario due parole sulla questione legata agli ingegneri. Si è parlato parecchio di presunti problemi legati alle masse radianti, dove la strada troppo ambiziosa scelta dalla Rossa avrebbe creato diversi malesseri. In pratica un atteggiamento aggressivo che ha portato l’allontanamento di un paio di tecnici importanti della Ferrari. Peccato che al momento si parli solamente di vera e propria speculazione.
Stesso discorso che racconta come questo approccio sulla costruzione del nuovo V6 Turbo nasca per inseguire il presunto vantaggio di cui Mercedes gode. Sebbene possiamo sicuramente condividere l’idea su radiatori di dimensioni più ridotte per avere benefici legati all’aerodinamica, va detto che parliamo di una prerogativa presente sul foglio bianco di ciascuno dei costruttori di power unit.
Eventuali problemi legati al raffreddamento non hanno fermato nemmeno gli avversari, perché in Formula 1 si cercano sempre soluzioni estreme, specie all’inizio di un nuovo ciclo normativo dove la possibilità di tornare indietro esiste, rispetto al passato. Il team italiano non è in ritardo sul tabellino di marcia: sta solo cercando di sfruttare al meglio le tempistiche. Per il 2026, occhi puntati sull’unità di potenza 067 della Ferrari.