Il Foglio attacca Ranucci e i costi di Report. Il giornalista: “Noi non usiamo troupe, si sa da 30 anni”
- Postato il 4 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Report non ha troupe ma dei videogiornalisti e filmmaker. Si sa da 30 anni. Seicento euro otto ore costano le normali troupe in appalto che Report non usa. Il Foglio e Gasparri che si lamentano dei costi di Report in questa Rai, anche in virtù dei risultati che ottiene, è come se il Santo Padre si lamentasse del Giubileo“. In un post su Facebook il conduttore di Report Sigfrido Ranucci – oggi in audizione in Commissione Antimafia e domani in Vigilanza Rai – replica così al pezzo di Carmelo Caruso pubblicato sul Foglio in cui ci si domanda quanto costi la trasmissione in onda su RaiTre, che “la premier e i suoi pensano sia ossessionata da Fratelli d’Italia”. Nel pezzo si legge infatti che “per la maggioranza, Ghiglia e la moglie del parlamentare Sbardella, dirigente dell’Autorità Garante della Privacy, sarebbero stati “pedinati per giorni” e una troupe “costa in media 600 euro ogni otto ore”. Troupe che Ranucci dice che Report non usa. E in vista dell’audizione in vigilanza, prosegue l’articolo: “Una delle domande che la destra vuole formulare a Corsini (direttore dell’approfondimento Rai, ndr) è: quanto costa il pedinamento a Ghiglia, alla moglie di Sbardella, ad Arianna Meloni? Ranucci viene difeso, e brillantemente, dall’ufficio legale della Rai. Per la maggioranza è un ufficio che risente “l’ influsso di sinistra, del Pd”.
Al centro dell’ultima puntata c’erano Agostino Ghiglia, ex deputato di An e oggi membro del Garante in quota Fratelli d’Italia, e la multa da 150mila euro inflitta il 23 ottobre alla trasmissione per l’audio Boccia-Sangiuliano. Alla vigilia del voto era infatti stato filmato mentre entrava nella sede del partito, dove avrebbe incontrato anche Arianna Meloni. Report ha mostrato il messaggio inviato ai suoi uffici: “Vado da Arianna”. Le anticipazioni della puntata lasciavano intendere molto altro sull’attivismo del componente del Garante nei procedimenti che riguardano la stampa e non solo. Infatti domenica saranno i conti dell’authority per la protezione dei dati personali a finire nel mirino. Al Foglio Maurizio Gasparri, membro dell’autorità di Vigilanza Rai, dichiara: “La solidarietà per l’attentato a Ranucci è totale ma io ne ho viste tante. C’è qualcosa in Report che ormai va al di là della ricostruzione giornalistica. In alto qualcuno lo aiuta”. E rispetto al codice etico e alle indagini su Ranucci continua: “Da quello che leggo, Ranucci è indagato dalla procura di Roma per interferenze illecite nella vita privata. Se si parla di codice etico dell’Autorità Garante, la Rai dovrebbe forse occuparsi del codice etico della Rai. Preciso: sono solidale con Ranucci ma non cambio idea. Osservo articoli datati, fascicoli giudiziari spuntare dal passato. È qualcosa che va oltre il giornalismo”.
“Il collega Carmelo Caruso parla di etica del giornalismo accusando Report – continua Ranucci nel post -. Lui e Gasparri esprimono solidarietà per l’attentato”, aggiunge facendo riferimento all’attacco subito dal giornalista nella notte del 16 ottobre, quando la sua auto e quella di sua figlia sono state fatte esplodere alle 22.17 mentre erano parcheggiate fuori dalla sua abitazione a Campo Ascolano, alle porte di Roma. “Per capire quanto sia vera (la solidarietà, ndr) basta ricordare che proprio dalle pagine de il Foglio, il suo collega Marcenaro, si rammaricava che fossi tornato vivo da un’inchiesta a Sumatra. Ma quella era satira dicevano. Che devo ammettere è una pratica che riesce meglio di quando pensano di dare notizie”. La citazione di Marcenaro fa riferimento alla rubrica del Foglio Andrea’s version in cui il 14 gennaio 2025 si definiva il giornalista “multipremiato per l’imbattibile frequenza con cui da decenni mette quintalate di merda nel ventilatore”. Poi veniva ricordato quando Ranucci era stato stato inviato a Sumatra per lo tsunami dell’Oceano Indiano, un evento che causò 250 mila morti: “Ogni giorno a migliaia, per molto tempo. Era il 2005, per Ranucci purtroppo sembrava fatta. È riuscito a tornare”. Parole a cui il figlio del conduttore di Report Ranucci, Emanuele, aveva replicato con un post su Facebook.
Cosa dice l’articolo del Foglio – Il pezzo di oggi nel quale si chiede quanto costi Report è centrato sulle polemiche politiche che coinvolgono la trasmissione e Fratelli d’Italia (FdI), in particolare Agostino Ghiglia, un membro dell’Autorità Garante della Privacy, e sul presidente dell’Autorità, Pasquale Stanzione, la cui posizione è ora controversa a causa dei suoi presunti legami con il Partito Democratico (Pd) e l’ex ministro Sangiuliano. FdI accusa Report di avere un’ossessione per il partito e di essere un “covo di complottisti” all’interno della Rai, anche se la trasmissione ha provocato danni collaterali al Pd, che aveva nominato Stanzione durante il Governo Conte II. Mentre la maggioranza (FdI) critica il “metodo Ranucci” di Report e chiede trasparenza sui costi delle indagini, l’opposizione, inclusi Pd e Movimento 5 Stelle (M5s), chiedono le dimissioni dell’Autorità della Privacy.
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