“Il finale di Squid Game? Era giunto il momento di fare sacrifici e iniziare a pensare seriamente a come creare un futuro migliore”: parla il regista Hwang Dong-hyuk

  • Postato il 8 luglio 2025
  • Televisione
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Nella terza e ultima stagione di “Squid Game“, disponibile su Netflix, c’è ancora Gi-hun (Lee Jung-jae) che, dopo che ha perso il suo miglior amico nel gioco, è stato portato alla completa disperazione dal Front Man (Lee Byung-hun), che ha nascosto la sua vera identità per infiltrarsi nel gioco.

Gi-hun non demorde nel suo obiettivo di porre fine ai giochi, mentre il Front Man prosegue con la sua prossima mossa e le scelte dei giocatori sopravvissuti causano gravi conseguenze a ogni round. E poi l’incredibile finale scritto e diretto da Hwang Dong-hyuk, che aveva promesso di “portare la storia alla sua meritata conclusione”. Ci sarà un barlume di speranza per l’umanità sullo sfondo della realtà più crudele?

“All’inizio, quando stavo pensando solo vagamente alla seconda e alla terza stagione, – ha ammesso il regista a Vanity Fair – avevo immaginato un finale in cui Gi-hun sarebbe uscito vivo dai giochi e sarebbe andato a trovare sua figlia negli Stati Uniti. Era una sorta di lieto fine. Ma quando ho iniziato a scrivere, ho riflettuto seriamente su ciò che volevo dire con questa serie. Che tipo di messaggio avrei dovuto inviare al mondo? Ed è stato allora che ho pensato che il finale attuale sarebbe stato più appropriato”.

E ancora: “Avevo la sensazione che il mondo fosse peggiorato rispetto a quando lavoravo alla prima stagione. Le disuguaglianze economiche stavano peggiorando; non venivano offerte soluzioni reali per la crisi climatica; la minaccia della guerra cresceva in varie parti del mondo; e il numero di persone vulnerabili escluse dalla rete di sicurezza sociale era in aumento. Sembrava che le giovani generazioni stessero perdendo sempre più la speranza nel futuro”.

“Quindi, appartenendo alla generazione meno giovane, ho pensato che, – ha continuato il regista – per lasciare un mondo migliore alle generazioni future, fosse giunto il momento di porre fine alla nostra avidità incessante e al nostro egoismo, almeno in parte. Sentivo che era giunto il momento di fare qualche sacrificio e di iniziare a pensare seriamente a come creare un futuro migliore”.

Infine: “Ecco perché ho voluto includere una bambina nella storia. La bambina simboleggia la speranza e la generazione futura. Con il sacrificio di Gi-hun, un membro della vecchia generazione, per salvare quella bambina, volevo trasmettere l’idea che è così che dobbiamo comportarci per offrire un mondo migliore a chi verrà dopo di noi. Mi è sembrato il finale più adatto per questa serie”.

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Il Fatto Quotidiano

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