Il fallimento delle “sinistre”. Antropologicamente diverse da ciò che furono storicamente
- Postato il 9 giugno 2025
- Politica
- Di Paese Italia Press
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Pierfranco Bruni
Roma, 9 giugno 2025 – Con il Referendum dell’8 e 9 giugno, le sinistre hanno subìto per usare un eufemismo o una metafora un “incartamento”, crollando completamente. Avulse da una idea precisa nel processo politico. Dinnanzi all’attuale Governo Meloni, si colgono in preda a un continuo sbandamento. Incapaci di reale propositivismo analitico e riflessivo. Ora si passa alla retorica?
Referendum. Chiaramente sottolia, al di là delle motivazioni scheda per scheda, un fallimento per le sinistre. Soprattutto per come è stata impostata la campagna referendaria. Soprattutto per la modalità divulgativa del voto improntata in nome di Gaza per la quale le manifestazioni corali avrebbero necessità di altra densità emozionale. Ma in particolare in nome di quel “Bella ciao” antica canzone sociale intonata dalle mondine e trasformata in urlo di contrasto al Governo Meloni.
Innegabile la costruzione di una “macchina da guerra” fortemente politico ideologica.
Uno sbandamento emerso perfino all’interno della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), con il cardinale Zuppi completamente schierato e in conflitto con il segretario di Stato Vaticano Parolin. Aspetti che non possono essere tralasciati.
Perde in modo inesorabile la sinistra ma perde in modo sostanziale il leader della CGIL, Landini.
Lo schieramento definito “campo largo” risulta non accettato dal popolo italiano. Questa è la verità. Non si è trattato di una elezione amministrativa. Ma il senso che è stato reso parlando addirittura di “sfratto” del centrodestra, restituisce in chiave di lettura un dato politico concreto.
Evitino adesso psudo riflessioni di genere vago e non supportabile. La sconfitta è doppia. La prima è il mancato raggiungimento del quorum. La seconda ancor più marcata è data dal mancato raggiungimento della percentuale sperata e considerata. Duplice fallimento.
Ma c’è ancora un’altra storia.
Un conflitto interno consumato nella stessa “sinistra”. Sui punti referendari non voluti da questo Governo. Addirittura.
Interanente sbagliata modalità idea e progetto. Una linea conduttrice al rafforzamento del centrodestra e all’indebolimento complessivo della sinistra.
L’articolazione del problema su questioni di mero rilievo istituzionale avrebbe mutato con molta probabilità in parte lo scenario.
Un fallimento partito dalla creazione di un processo comunicativo inefficiente ed inefficace. Il referendum è un atto tecnico. Non ideologico. Anche al referendum del 1974 è stata data una dimensione ideologica e non socio-antropologica.
Il dato incontrovertibile di oggi è che la balzana idea delle “sinistre” non è passata.
La confusione è stata plateale. Ma resta il dato e la impalcatura tra siniste e destra. I risultati sono chiari. L’obiettivo che le sinistre si erano prefissato non è stato raggiunto pur nella illusione della piazza di sabato scorso. Adesso si percorre la retorica.


Le sinistre dovrebbero rileggere figure di altissimo rilievo storico per una comprensione reale della politica di Sinistra. Il Socialismo di Filippo Turati. Quella sinistra che non c’è più.
Non comprendere quanto le sinistre attuali siano antropologicamente diverse da ciò che storicamente furono rappresenta un fattore preponderante al divenire di una Italia all’alba di in nuovo un risveglio.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al Ministero della Cultura
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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