"Il divieto di sbarco è sindacabile dai giudici". Diciotti, le toghe gettano la maschera: cosa c'è scritto nella sentenza

  • Postato il 7 marzo 2025
  • Di Libero Quotidiano
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"Il divieto di sbarco è sindacabile dai giudici". Diciotti, le toghe gettano la maschera: cosa c'è scritto nella sentenza

Le sezioni unite della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso presentato da un gruppo di migranti a cui, dal 16 al 25 agosto del 2018, dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, fu impedito di sbarcare dalla nave diciotti della Guardia Costiera che li aveva soccorsi in mare a Catania. La richiesta riguardava la condanna del Governo italiano a risarcire i danni non patrimoniali determinati nei profughi dalla privazione della libertà. Il collegio ha rinviato al giudice di merito la quantificazione del danno di fatto, condannando però il Governo. "L'azione del Governo - si legge nel dispositivo -, ancorché motivata da ragioni politiche, non può mai ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale quando si ponga al di fuori dei limiti che la Costituzione e la legge gli impongono, soprattutto quando siano in gioco i diritti fondamentali dei cittadini (o stranieri), costituzionalmente tutelati".

"L'obbligo del soccorso in mare corrisponde a una antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità; come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell'immigrazione irregolare". Così i Supremi giudici delle Sezioni unite civili nell'ordinanza di 37 pagine con cui hanno accolto il ricorso di 41 profughi provenienti dall' Eritrea, che si trovavano a bordo della nave della Guardia Costiera 'Diciotti' dove, nel 2018 furono trattenuti a bordo dal 16 al 25 agosto. I risarcimenti stabiliti dalla Giudici variano dai 42mila ai 71mila euro

"Va certamente escluso che il rifiuto dell'autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale". Così i Supremi giudici delle Sezioni unite civili della Corte di Cassazione nell'ordinanza di 37 pagine con cui hanno accolto il ricorso di 41 profughi provenienti dall'Eritrea, che si trovavano a bordo della nave della Guardia Costiera 'Diciotti' dove, nel 2018 furono trattenuti a bordo dal 16 al 25 agosto. "Si è in presenza, piuttosto di un atto che esprime una funzione amministrativa da svolgere, sia pure in attuazione di un indirizzo politico" - proseguono i giudici delle Sezioni unite della Cassazione civile - "al fine di contemperare gli interessi in gioco e che proprio per questo si innesta su una regolamentazione che a vari livelli, internazionale e nazionale, ne segna i confini. Le motivazioni politiche alla base della condotta non ne snaturano la qualificazione, non rendono, cioè, politico un atto che è, e resta, ontologicamente amministrativo. Non vi è dunque difetto assoluto di giurisdizione. Nella misura in cui l'ambito di estensione del potere discrezionale, anche quello amplissimo che connota un'azione di governo, è circoscritto da vincoli posti da norme giuridiche che ne segnano i confini o ne indirizzano l'esercizio, il rispetto di tali vincoli costituisce un requisito di legittimità e di validità dell'atto, sindacabile nelle sedi appropriate".

 

 

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Libero Quotidiano

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