Il danese Pedersen ha vinto in volata la prima tappa del Giro d’Italia. Doppietta fantastica: tappa e maglia Rosa
- Postato il 9 maggio 2025
- Sport
- Di Blitz
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Il danese Mads Pedersen, 29 anni, velocista principe del team statunitense Lidl-Trek, ha vinto con uno sprint regale la prima tappa del Giro d’Italia; primo sul traguardo di Tirana (Albania). L’ex campione del Mondo (2019, Yorkshire) ha fatto valere la sua potenza devastante centrando la 51esima vittoria della carriera. Pedersen è la prima maglia Rosa del Giro 2025. Il primo degli italiani è stato Francesco Busatto. Nella top ten anche Ulissi, Conci e Piganzoli. Il danese, in virtù degli abbuoni, guida la classifica generale con 4“ su Van Aert, 6” su Aular. Si è ritirato Mikael Landa portato via in barella sull’ambulanza. È andata meglio allo spagnolo Ayuso che è scivolato ad inizio tappa, si è ripreso quasi subito ma non si è visto più.
Tappa inaugurale mossa
La Durazzo-Tirana, 160 km con tre abbordabili GPM raccolti nella seconda parte (prima dei due Sprint di Paper ed Elisaban), ha confermato i pronostici della vigilia, cioè tappa vivace. Partenza alle 13.35, subito cinque in fuga (tra cui Verre, Tonelli e Tarozzi); primi 67 km pianeggianti poi il primo GPM del Giro: salita di una dozzina di chilometri al 5,5%. A 100 km dal traguardo la situazione è immuta: cinque al comando, gruppo in controllo. Vince il Gpm il belga Moniquet della Cofidis davanti ai tre azzurri. Il gruppo comincia a ridurre gradualmente il distacco. Se ne va il lucano Alessandro Verre del team francese Arkea ma dura poco. Si ricompone il quartetto. Ultimi 50 km, comincia un’altra corsa. Ripresi i battistrada.
Doppia ascesa sulla Surrel, 6,9 km con una punta al 7,9%. Gruppo compatto. Si fanno vedere i big. Selezione inevitabile. Primo passaggio in vetta vinto da Fortunato. Mancano 30 km all’arrivo. Comincia la bagarre. La Carovana entra di nuovo a Tirana, sul traguardo suona la campana, si torna sulla salita di Surrel. Primo scollinamento a 18 km dall’arrivo. Finale esplosivo, si formano i “treni”, sgomitanano i capitani. Secondo scollinamento ai -11 km (primo Ciccone), poi picchiata temeraria su Tirana con brutte cadute. Sprint conclusivo spettacolare. Parte lungo Pedersen, resiste al ritorno di Van Aert, e lo batte di mezza ruota. Vince tappa e maglia rosa.
Una corsa di sorprese
Assente Pogacar (vincitore a mani basse l’anno scorso) tutto può succedere. È un Giro di difficile lettura perché ricco di incognite. Di certo è un grande evento popolare che racconta chi siamo da 116 anni, fin dalla prima edizione del 1909. Un Giro dal messaggio forte che ha scavalcato le Alpi “per abbracciare il mondo”, come scrive Pier Bergonzi sulla Rosea. Un Giro sempre più richiesto da altri Paesi (l’Albania è la 15 esima partenza dall’estero); stavolta richiesto personalmente dal premier Edi Rama che da ragazzino seguiva le sfide tra Merckx e Gimondi. L’edizione 2025 si presta ogni giorno a colpi di scena con passaggi chiave come le Strade Bianche di Siena o la Cima Coppi che è il punto più alto delle 21 tappe (Colle delle Finestre, 2.178 metri). Tutti si aspettano il duello tra il veterano Roglic (35 anni) e il baby talento spagnolo Ayuso (22). Ma ci sono altri 3-4 corridori da tenere d’occhio come Antonio Tiberi (quinto l’anno scorso), l’ecuadoriano Carapaz (vincitore del Giro d’Italia 2019), il colombiano Bernal (re dell’edizione 2021), il fiammingo Van Aert, specialista delle classiche del Nord, debuttante di lusso come Tom Pidcock. Ma assente lo sloveno campione del mondo, le sorprese non mancheranno con 23 squadre agguerrite di 29 nazioni.
L’ordine di arrivo
1. Pedersen in 3h36’14”, 2.Van Aert ,3. Aular, 4. Busatto, 5. Pidcock, 6. Diego Ulissi, 7. Carapaz, 8. Max Poole, 9. Nicola Conci, 10. Davide Piganzoli.
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