Il confronto Calenda-Meloni in Senato
- Postato il 8 maggio 2025
- Di Il Foglio
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Il confronto Calenda-Meloni in Senato
Pubblichiamo qui di seguito l'intervento di Carlo Calenda al premier time al Senato e la risposta della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
CALENDA. Signora Presidente, il nostro punto è semplice: riteniamo che su un argomento su cui non ci può essere confusione oggi ci sia una grande confusione e l'argomento su cui non ci può essere confusione è quello della difesa e della sicurezza nazionali.
Le dichiarazioni del ministro Crosetto sono nette e chiare: oggi l'Esercito italiano, il sistema d'arma, il sistema di difesa, che è molto più ampio, non è in grado di garantire la sicurezza del Paese in un contesto geostrategico così difficile e complicato. D'altro canto, lo stesso ministro Crosetto ha più volte ricordato che senza una deroga al patto di stabilità, la possibilità di avere una difesa all'altezza dei tempi e anche del Paese non è possibile. Il colpo di scena, signora Presidente, è però che il ministro Crosetto, nel corso dell'ultima audizione, ha detto che il 2 per cento (oggi siamo all'1,5) lo raggiungeremo attraverso meccanismi di spostamento di poste di bilancio: mi scusi se glielo dico, ma questo è un gioco delle tre carte che non può essere accettato. Un grande Paese non può pensare di prendere una posta, metterci dentro le pensioni dei Carabinieri e dire di aver raggiunto il 2 per cento.
Quello che chiediamo oggi a lei è cosa si vuole fare nel momento in cui tutta Europa si preoccupa perché i nostri confini - lo dico anche a chi ci ascolta - ai fini della difesa non sono solo l'Alto Adige e il Friuli, ma sono l'Estonia e la Polonia, e noi dobbiamo essere parte nella NATO, come lo fummo, con quella scelta anche impopolare di uno sforzo dell'Europa per rendersi indipendente. Su questo, quindi, abbiamo bisogno oggi di una parola chiara e, se la parola sarà chiara, saremo pronti a supportarvi, perché è un superiore interesse della Nazione.
LA RUSSA. Senatore Calenda, la ringrazio anche per il perfetto rispetto dei tempi.
Il presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Meloni, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
MELONI, presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, nel ringraziare il senatore Calenda, come ho avuto modo di dire in molte occasioni, ricordo che l'Italia e l'Europa devono rafforzare le proprie capacità difensive per poter far fronte alle sfide geopolitiche in atto e rispondere alle responsabilità a cui sono chiamate anche in ambito NATO. Lo ribadisco anche in questa sede, con la coerenza di chi, da patriota, ha sempre sostenuto un principio semplice, cioè che la libertà ha un prezzo e che, se fai pagare a qualcun altro la tua sicurezza, devi sapere che non sarai tu a decidere pienamente il tuo destino. Questo ha ricadute che vanno molto oltre la questione della sicurezza e coinvolgono anche le materie economiche e commerciali, in poche parole, la possibilità stessa di difendere appieno i propri interessi nazionali.
Questa convinzione mi ha spinto e ci ha spinto a credere sempre nella necessità di costruire un pilastro europeo dell'Alleanza Atlantica, da affiancare a quello nordamericano, in un'ottica di complementarietà strategica, capace di incentivare anche la formazione di una solida base industriale europea.
Lei citava la Polonia, confine est dell'Alleanza. Devo dire che, pur rimanendo al fianco dei nostri alleati orientali, penso sia arrivato anche il momento in cui la NATO prenda in maggior considerazione il fianco sud dell'Alleanza (Applausi), che pure è particolarmente importante, soprattutto in tempo di minacce ibride.
Tuttavia sapete anche (perché l'ho già detto in quest'Aula) che per questo Governo rafforzare la difesa non vuol dire semplicemente occuparsi di potenziare gli armamenti (cosa che pure, ovviamente, è fondamentale), ma significa di più. Significa difesa dei confini, lotta al terrorismo, controllo del cyberspazio, presidio del dominio sottomarino e delle infrastrutture critiche, protezione delle catene del valore e attenzione al dominio spaziale.
Come sapete, nel 2014, al vertice NATO di Washington, gli Stati membri dell'Alleanza Atlantica si sono impegnati a raggiungere in 10 anni spese per la difesa pari al 2 per cento del prodotto interno lordo. Da allora, tutti i Governi hanno confermato questo impegno, senza eccezione di colore politico. L'Italia finalmente raggiungerà questo target nel corso del 2025, perché c'è un Governo che sa che mantenere gli impegni presi è fondamentale per farsi rispettare. (Applausi).
Lo faremo - e lo facciamo - sia rilanciando la traiettoria di potenziamento delle nostre capacità di difesa, sia inserendo nel computo delle spese rilevanti le voci che sono in linea con i parametri dell'Alleanza Atlantica, che altre Nazioni già considerano. Si tratta di spese che rientrano nell'approccio allargato multidimensionale della difesa, che è proprio sia del concetto strategico NATO, sia del Libro bianco dell'Unione europea, sia del piano Readiness 2030.
È quindi un percorso coerente con gli impegni internazionali dell'Italia, ma anche con la posizione che l'attuale maggioranza di Governo ha consacrato nel programma con il quale si è presentata agli italiani, perché senza difesa non c'è sicurezza e senza sicurezza non c'è libertà. (Applausi).
LA RUSSA. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Calenda, per due minuti.
CALENDA. Signor Presidente, oggettivamente sono parzialmente soddisfatto. Condivido tutta la storia su come porsi nel campo della difesa. Vorrei però sapere se compriamo qualche missile in più rispetto ai 63 che, secondo il suo Ministro, abbiamo in caso di un attacco. Lo dico in modo esemplificativo. Per tutto quello che riguarda gli attacchi, anche ibridi, vorrei sapere se c'è uno stanziamento di bilancio che aumenta, e in che misura, al netto del riconteggio che faremo. Infatti, se pensiamo di affrontare questa fase della storia con un esercito che ha un'età media di 59 anni e non ha sufficienti capacità operative, diventiamo una nazione di serie C. Che io lo debba ricordare alla destra italiana francamente mi sembra un poco surreale. (Applausi).
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