Il condono sugli abusi edilizi in Campania mette a nudo errori, collusioni e latitanza dello Stato

  • Postato il 23 novembre 2025
  • Politica
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Il condono sugli abusi edilizi in Campania mette a nudo errori, collusioni, corruzione e latitanza dello Stato.

Lo scontro mediatico tra i partiti, interessa sempre meno gli italiani che avvertono le due debolezze della nostra democrazia: il succedersi dei cicli di potere e l’impreparazione della classe dirigente.

La democrazia dell’“alternanza” comporta che quando un partito va al governo si dimentica delle proposte fatte quando era all’opposizione e viceversa.

La manovalanza di partito che compare sul video non è in grado di comprendere le questioni tecniche su cui si discute. A loro volta, gli specialisti della comunicazione che preparano gli interventi per queste comparsate televisive, trasformano iproblemi pratici in uno spot.

L’accesa diatriba sul condono

 

Il condono sugli abusi edilizi in Campania mette a nudo errori, collusioni e latitanza dello Stato, nella foto Matteo Salvini e Giorgia Meloni
Il condono sugli abusi edilizi in Campania mette a nudo errori, collusioni e latitanza dello Stato (Foto Ansa) – Blitz Quotidiano

L’esempio più eclatante di questo stato di cose si è avuto nell’acceso dibattito sui condoni edilizi.

Quando il replicante di destra attacca Fico (l’ex presidente grillino della Camera) per avere acquistato un appartamento dopo averne “condonato” le irregolarità, dimostra di essere un incompetente allo stato puro.

Egli ignora che in Italia esiste una legge che non consente al notaio di redigere un atto di vendita di un immobile senza la dichiarazione giurata di un tecnico che attesti l’inesistenza di difformità rispetto al catasto.

Se un nonno del proprietario aveva costruito un gabinetto o una cucina di qualche centimetro più grande, bisogna pagare una multa salata e definire la posizione. Il gabinetto e la cucina restano più grandi, ma il Comune incamera la gabella.

Si tratta di sanzioni che non si prescrivono mai, che servono ai Comuni per fare cassa e ai professionisti per fare parcelle.

Il condono di Fico

È stato il venditore a “condonare” le irregolarità edilizie e non l’acquirente Fico.

La destra deve calmarsi, qualunque dossier sarà inutile: Fico vincerà le elezioni in Campania per via del reddito di cittadinanza.

Il caso emblematico su cui si discute di più è quello di Ischia, dove si sono verificate calamità naturali che hanno costretto gli abitanti ad abbandonare la casa. La sinistra “etica”, contraria ai condoni, se la deve vedere con il Comitato cittadino che si oppone alla demolizione degli abusi in circa 10 mila appartamenti.

Le cause dei cataclismi

È evidente che se il cataclisma naturale è dipeso dall’eccesso volumetrico esterno degli interventi edilizi, bisognerà eseguire la demolizione perché le case costituiscono un pericolo per la comunità. Se, invece, si dovesse trattare di semplici difformità catastali per opere interne, le cose cambierebbero.

Prima di formulare un giudizio in materia, bisognerà inoltre capire se gli abusi siano riferibili al cittadino oppure allo Stato. Un Piano Regolatore approvato da un Ente locale può causare danni ambientali molto superiori a quelli di un migliaio di proprietari che costruiscono una veranda abusiva.

Le esondazioni dei fiumi in Toscana, in Emilia o in Liguria, per citare tre Regioni considerate “virtuose”, dipendono da opere autorizzate. Infatti, in questi territori l’abusivismo è “solo” del 4%. Per tutelare quei territori bisognerebbe demolire le opere in regola con le leggi locali.

Gli investimenti nel “cemento” sono sempre stati giustificati con l’esigenza di tutelare il settore e mantenere l’occupazione. L’unica risposta saggia e credibile sarebbe quella di riconoscere che gli abusi li hanno commessi tutte le forze politiche e che ogni accusatore può facilmente trasformarsi in accusato.

Un quartiere che non si doveva costruire

A questo punto farò un esempio di edlizia “dannosa” approvata secondo le Regole.

Nelle magnifiche colline del Comune di La Spezia, da un giorno all’altro, terreni agricoli con olivi secolari sono stati dichiarati edificabili e le costruzioni sono state affidate a cooperative emiliane. Per la quale circostanza, non si è verificato alcun sussulto civile delle coscienze votate alla difesa della Bell’Italia o da parte di qualche magistrato “impegnato” in queste battaglie.

Considerata la morfologia del territorio, le strade che collegano questo “quartiere” sono risultate larghe poco più di un metro e le salite impervie. Il cemento trasforma la pioggia in fiumi.

Un caso personale

Non ne faccio una questione di principio e non mi scandalizzo più di tanto; mi limito alla seguente ulteriore constatazione.

A distanza di dieci metri lineari dal nuovo quartiere, possiedo una vecchia casa. Il muretto del giardino è crollato e si è reso necessario ricostruirlo in calcestruzzo armato e pietre. Mi hanno spiegato che quest’opera, di circa venti metri quadrati, è considerata una manutenzione straordinaria, soggetta ad approvazione come si trattasse di un caseggiato, corredata da elaborati progettuali e da una relazione a firma di tecnico abilitato.

Requisiti per l’impresa

L’impresa affidataria deve essere in regola con i contributi, pena l’inefficacia del titolo concessorio e la denuncia alla Procura. Ho pagato a titolo di parcelle una cifra superiore al costo della mano d’opera. Otto vigili urbani (otto) sono venuti a controllare il “rispetto della legge”.

Credo che il primo rimedio di un governo democratico dovrebbe essere quello di distinguere la gravità dell’abuso e lasciare liberi i proprietari di costruire o abbattere una parete divisoria interna, senza attendere il timbro di una burocrazia. E credo che l’esistenza di norme feudali limitative di tali diritti, centuplichi la spinta al loro aggiramento.

Situazioni di questo tipo, ci fanno toccare con mano il problema dell’”abuso” riconducibile alle Pubbliche Amministrazioni. L’accanimento verso situazioni bagatellari che in altri paesi non sono neppure prese in considerazione, rende odioso il rapportotra cittadino e potere. Un’immagine che i partiti non si scrollano più di dosso e di cui finiscono per pagare l’intero prezzo.

Eccesso di turismo nelle Cinque Terre

Del resto, in Provincia di La Spezia si sono perpetrati altri “delitti” dovuti al turismo di massa, come a Lerici e alle Cinque Terre.

Pongo questa domanda: è legittimo inquinare acque e territori perché tutto ciò genera vantaggi economici alle popolazioni stanziali?

La sinistra non ha dubbi: tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e quindi, limitare l’accesso ai visitatori in funzione del “censo economico” sarebbe contrario ai principi della democrazia perché privilegerebbe il turismo dei ricchi come quello sulla Costa Azzurra.

In altre parole, il turista che consuma panini e getta le bottiglie di plastica sulla battigia, dev’essere in ogni caso rispettato, perché fonte di reddito.

Questa etica egualitaria ha creato il fenomeno delle “costruzioni selvagge”, che è stato il risultato di scelte scriteriate delle giunte comunali che non hanno saputo difendere il territorio dalle colate di cemento.

Insomma, il settore delle costruzioni è sempre stato un veicolo di corruzione e di finanziamento ai partiti.

Condono e abusivismo nel Sud

Ancor più grave è l’abusivismo nel Sud Italia dove il fenomeno raggiunge il 40%, con un picco del 50,4% in Campania.

Le ordinanze di demolizione per abusi edilizi in Campania nel periodo 2004/2022 si contano a migliaia.

Solo nella provincia di Napoli sono state oltre 15 mila, eseguite in una percentuale irrisoria. In una situazione così disastrata la giunta regionale guidata da Bassolino decise di non aderire alla normativa sul condono nazionale.

Sul piano dei principi, si è ritenuto più edificante lo spettacolo di chi non esegue le sentenze e tira a campare piuttosto che ricorrere a un condono.

È proprio in questo modo che si incrementa l’abusivismo perché il cittadino può far conto sulla relatività di leggi che non hanno pratica sanzione. Come non hanno mai avuto sanzione i camorristi che hanno interrato per decenni i rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi.

Riapertura dei termini del condono del 2003

Qualcuno, prima o poi doveva affrontare il disastro e Fratelli d’Italia ha proposto la riapertura dei termini del vecchio condono del 2003. Urla nel capo largo: “si tratta di evidente voto di scambio a pochi giorni dal voto per le Regionali” (Matteo Renzi). Renzi si preoccupa che esistano blocchi di voti recuperabili dalla destra per il fatto di riammettere i cittadini al beneficio del condono e auspica che le opere “difformi” siano comunque demolite. I primi danneggiati saranno i modesti proprietari che non hanno i soldi per “condonare” le piccole irregolarità.

Infatti, le opzioni sono soltanto due: o demolisci le opere difformi in 15 mila abitazioni (solo a Napoli e circa altre ottomila a Caserta, Salerno e Avellino) oppure le condoni. Mi sembra che la sinistra non abbia le carte in regola per alzare la voce, dal momento che quegli abusi si sono verificati in prevalenza durante gli anni in cui essa stessa guidava le giunte locali e doveva prevenire gli abusi.

Il codice penale

È noto che in campo penale “non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo “(art. 40 C.P.). il che potrebbe aprire un filone di indagini di qualche Pm verso i responsabili pubblici che si sono succeduti nel tempo sul territorio.

Com’era avvenuto per gli amministratori delle società ex Iri perseguiti a distanza di vent’anni per la vicenda dei prodotti Eternit.

Gli abusi edilizi campani di cui mi sto occupando, cioè quelli in grado di compromettere l’ambiente, sono frutto di ammiccamenti, tangenti, silenzi omertosi, complicità, omessi interventi delle amministrazioni locali. Siccome un’intera casa abusiva non la costruisci in una nottata, occorre riconoscere che esiste una categoria di controllori che non ha mai controllato.

Bisognerebbe inoltre verificare se le ordinanze giudiziarie siano state decise in quanto non esisteva l’autorizzazione formale o perché gli abusi sono stati ritenuti pericolosi per l’incolumità pubblica.

Le abitazioni private fanno parte del patrimonio nazionale che va tutelato: prima di abbatterle bisogna dimostrare che non sono “recuperabili”.

In conclusione, se fossi stato nei panni di Bassolino o di De Luca, avrei fatto di tutto per estendere l’utilizzo di uno strumento giuridico legittimo (il condono) che permetteva di chiudere la stagione degli abusi relativi alle costruzioni non considerate dannose per il territorio.

Tuttavia, alla fine del discorso, ho capito che la questione è più complessa di quanto sembri. In tutti i territori senza ordine sociale, da New York, a Milano e fino ai rioni di Napoli, la gestione dell’edilizia “sommersa” è nelle mani dei gruppi malavitosi.

Cosa c’è dietro l’abusivismo

Dietro l’abusivismo c’è un mondo parallelo, ci sono migliaia e migliaia di cittadini e di migranti che sono ricattati epagano il pizzo alle mafie, ci sono “costruttori” nell’ombra che nessuno è in grado di mettere in fila.

E ho concluso che la piaga dell’abusivismo, quello vero e pericoloso, non la possono guarire i giudici, i governatori, i sindaci o i sacerdoti ma solo la presenza vigile e costante dello Stato.

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Autore
Blitz

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