Il concerto di Gergiev è un caso politico. Giuli: “Arte libera, ma messaggio sbagliato”. De Luca: “Non accettiamo logiche di preclusione”

  • Postato il 15 luglio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Può un concerto diventare un caso politico internazionale? Sì, specie se il protagonista è Valery Gergiev. Il direttore d’orchestra russo, ritenuto da sempre molto vicino a Putin (leggi), parteciperà alla rassegna musicale ‘Un’estate da Re’ alla Reggia di Caserta: l’evento è organizzato e pagato dalla Regione Campania e il governatore Vincenzo De Luca, nonostante accuse e proteste, al momento ha deciso che non farà alcun passo indietro. Vani, in tal senso, gli appelli della moglie di Navalny (leggi), della Commissione Europea (leggi), del ministro della Cultura Alessandro Giuli e di un’ampia parte della politica italiana (tutti tranne la Lega, che invece insiste per far sì che il concerto non salti). In una parola: un evento regionale è diventato un garbuglio difficile da sciogliere, con evidenti risvolti politici tutti interni al centrosinistra (De Luca va contro il ‘suo’ Pd, casualmente proprio nei mesi delle polemiche sul terzo mandato). Non è la prima volta, del resto, che Gergiev è al centro di una simile polemica: nel febbraio del 2022, infatti, l’artista russo doveva esibirsi alla Scala di Milano, ma in quella occasione il concerto saltò grazie (o causa, a seconda dei punti di vista) dell’intervento del sindaco meneghino Beppe Sala. Nella fattispecie, il primo cittadino chiese a Gergiev di esprimersi pubblicamente contro l’invasione dell’Ucraina. Il direttore d’orchestra non rispose e l’esibizione saltò. Il finale di oggi, invece, a quanto pare sarà molto diverso.

Il ministro: “Arte libera, ma da concerto Gergiev messaggio sbagliato”
Dopo le prime scaramucce politiche e il messaggio della vedova del dissidente russo Navalny, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha deciso di intervenire, con un messaggio che dice tutto e il contrario di tutto. Eccolo: “L’arte è libera e non può essere censurata. La propaganda però, anche se fatta con talento, è un’altra cosa” ha scritto l’esponente del Governo Meloni. Lo stesso Giuli, poi, ha cercato di argomentare: “Per questo motivo il concerto dell’amico e consigliere di Putin, Valery Gergiev, voluto, promosso e pagato dalla Regione Campania e che si terrà nella Reggia di Caserta, autonoma nella scelta di quali eventi ospitare, come tutti gli istituti autonomi del Ministero della Cultura, rischia di far passare un messaggio sbagliato“. Quale? È stato lo tesso ministro a specificarlo: “L’Ucraina è una nazione invasa e il concerto di Gergiev può trasformare un appuntamento musicale di livello alto, ma oggettivamente controverso e divisivo, nella cassa di risonanza della propaganda russa. Ciò che per me sarebbe deplorevole”. Quindi un tentativo, abbastanza debole in verità, di far saltare l’evento.

De Luca: “Non intendiamo accettare logiche di preclusione o di interruzione del dialogo”
Ogni tentativo, tuttavia, è stato rispedito al mittente da chi paga l’evento, ovvero la Regione Campania del governatore Vincenzo De Luca. Che come suo solito non le ha mandate a dire: “Non intendiamo accettare logiche di preclusione o di interruzione del dialogo, perché questo non aiuta la pace. Serve soltanto ad alimentare i fiumi dell’odio e allontana dalla pace”. L’ex sindaco di Salerno, poi, ha sottolineato che “in questo momento stanno parlando con quello che decide, che non è un direttore d’orchestra ma si chiama Putin. Tutti gli stanno parlando, da Macron a Trump agli invitati di Trump, con grande cordialità. Cosa proponete, di chiudere anche i canali di comunicazione con Putin?”. De Luca ha invitato a “mantenerci nell’ambito delle cose ragionevoli. La Campania – ha aggiunto – è l’unica istituzione che ha promosso iniziative per la pace quando tutti quanti dormivano in piedi, dal 28 ottobre 2022, denunciando l’aggressione. Quindi non abbiamo nulla da aggiungere, abbiamo noi da esprimere critiche nei confronti di quelli che hanno dormito per tre anni. La nostra linea è quella del dialogo con tutti. La nostra linea sulle vicende dell’Ucraina – ha continuato – è quella che abbiamo annunciato tre anni fa: Putin è colpevole e rimane colpevole, l’Occidente non è innocente perché non ha fatto nulla per impedire l’invasione dell’Ucraina”. Poi la conclusione: “A noi non può essere rivolto nessun appello, siamo gli unici che da anni combattono per il cessato del fuoco, nel silenzio di tutti. E ovviamente – ha aggiunto – i meno titolati a parlare sono quelli che non dicono una parola nei confronti del genocidio di bambini a Gaza e fanno finta di preoccuparsi di altre cose e di altri personaggi che fanno parte del mondo della cultura, dell’arte e che non hanno nelle loro mani decisioni politiche”.

Il direttore artistico: “Un onore avere Gergiev a Caserta”
Ancora più netto Antonio Marzullo, il direttore artistico della rassegna a cui parteciperà il direttore d’orchestra russo: “Io faccio il musicista e curo la parte artistica. Per me Gergiev rimane un grande artista e un grande maestro. Il mio sogno era invitarlo a una mia rassegna e siamo onorati di averlo qui”. Marzullo ha poi spiegato di non essere interessato “alle polemiche della politica politicante. Io sono un direttore artistico – ha aggiunto – ho invitato alla Reggia Morricone, Pappano, Muti, tutti i più grandi, e mi pregio di continuare sempre sulla qualità di questi personaggi. Siamo onorati di avere Gergiev che, per quel che mi riguarda, rimane un grande artista e maestro. Altro non lo discuto perché non è di mia competenza – ha concluso – So che c’è una polemica in atto molto forte ma queste rassegne si fanno anche con i sogni, ed è un sogno avere con noi un artista del genere“.

La politica: tutti contro tranne la Lega
Come detto, tutto il Partito democratico si è espresso contro la decisione di De Luca di far tenere comunque il concerto: prima la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, poi altri esponenti di spicco dei dem, tra cui il senatore Filippo Sensi, secondo cui “non è degna di un paese civile la celebrazione della violenza di Putin sul popolo ucraino. Questo concerto non s’ha da fare. Gergiev suonasse sulla Piazza Rossa“. Simili le posizioni dei centristi, da Calenda a Mariastella Gelmini. Di tutt’altro tenore, invece, le parole di Silvia Sardone, vicesegretaria della Lega: “Impedire a un direttore di orchestra di portare la sua arte nel nostro Paese ci renderebbe identici a quelli che noi a parole vogliamo combattere – ha detto – Credo che la politica debba stare fuori dai teatri e dal mondo dello spettacolo anche se comprendo che sia difficile attuare questo da parte di partiti che hanno fatto sempre andare a braccetto cinema teatro musica e politica“. Insomma, la politica non deve entrare nell’arte e nella cultura, ma non perde occasione per farlo.

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