Il Cnr contro i tagli di Trump alla ricerca Usa: “A rischio la cooperazione scientifica globale”
- Postato il 7 marzo 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“La comunità scientifica del Cnr esprime piena solidarietà a colleghe e colleghi di università e istituzioni di ricerca statunitensi e sostiene senza riserve il loro appello all’amministrazione Trump”. Obiettivo: ottenere un passo indietro “sui tagli, i numerosi licenziamenti e le decisioni volte a limitare la libertà di ricerca, comunicazione e di promozione di valori universali come l’equità e il rispetto delle diversità”. I membri eletti negli organi scientifici e di governo del Consiglio nazionale delle Ricerche hanno firmato un appello che ha raccolto l’adesione formale di mille tra ricercatori, tecnici e amministrativi a sostegno della comunità scientifica degli Stati Uniti che il 7 marzo si mobilita per protestare contro le recenti scelte dell’amministrazione Trump. L’appello, tra l’altro, è una risposta all’invito delle riviste Nature e Science rivolto alla comunità scientifica internazionale, affinché non si volti dall’altra parte. “La Scienza è di tutti e per tutti ed è per questo che noi, comunità della ricerca del Cnr, abbiamo sentito il dovere di esprimerci sui tagli, i licenziamenti e le censure che stanno colpendo le università e le altre istituzioni scientifiche degli Stati Uniti a seguito degli ordini esecutivi dell’amministrazione Trump” spiega a il fattoquotidiano.it il fisico Massimo Mazzer, membro del Consiglio scientifico del Cnr.
Gli ordini esecutivi di Trump e gli appelli delle riviste scientifiche – Con una serie di ordini esecutivi, avviati il 20 gennaio, il governo Usa sta imponendo tagli drastici ai finanziamenti e pesanti restrizioni sia sul contenuto delle ricerche svolte da agenzie federali e università, sia sulla loro libertà di comunicazione. Si tratta di ordini che riguardano ambiti fondamentali come la salute pubblica, la ricerca di base e la lotta ai cambiamenti climatici. “A rendere ancora più preoccupante la situazione – scrive la comunità scientifica del Cnr – si aggiungono il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e la denuncia degli Accordi sul Clima di Parigi, decisioni che rischiano di compromettere la cooperazione scientifica e il contrasto a sfide planetarie già critiche”. Anche la rivista Science ha reso note le sue forti critiche alle decisioni dell’amministrazione Trump, in un editoriale intitolato “Come together, right now”, facendo eco all’appello di molti scienziati americani, che chiedono al proprio governo federale di riconsiderare scelte con conseguenze potenzialmente disastrose su scala globale.
La risposta del Cnr – “Su temi di importanza fondamentale come i cambiamenti climatici – scrive il Cnr – la salute e molti altri, le università e le istituzioni scientifiche statunitensi sono un riferimento per tutta la comunità scientifica internazionale di cui il Cnr è parte attiva. Rigore metodologico, libertà di espressione, indipendenza e apertura al confronto al di là dei confini geopolitici o ideologici, sono valori fondanti che caratterizzano la comunità scientifica in qualunque parte del mondo, indipendentemente dalle condizioni politiche, sociali o economiche che ne possano condizionare, più o meno a lungo, l’azione o lo sviluppo”. Il Cnr ribadisce l’importanza di una scienza “libera e indipendente, che possa orientare i responsabili politici verso soluzioni sostenibili e inclusive per affrontare crisi globali come i cambiamenti climatici e la difesa della salute pubblica”.
Come sottolinea Mazzer, gli Stati Uniti non sono certo l’unico paese al mondo in cui viene messa in discussione la libertà di fare e comunicare la scienza. “Per la comunità scientifica non esistono barriere geopolitiche e valori e principi vanno sostenuti sempre ed ovunque. Oggi, però – aggiunge il fisico – è il momento di esprimere solidarietà con quella parte della comunità, non solo di nazionalità Usa, che fa scienza negli Stati Uniti e si sta mobilitando anche per noi”. Il Cnr, inoltre, invita l’intera comunità scientifica a rafforzare le collaborazioni internazionali “in particolare con i ricercatori che operano negli Stati Uniti o sono direttamente esposti alle conseguenze delle decisioni dell’amministrazione Trump, sviluppando strategie condivise e promuovendo mobilità e collaborazioni, al fine di sostenere i traguardi fissati negli Accordi di Parigi e nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”.
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