Il Cioccolato Dubai ha mandato in crisi il mercato dei pistacchi

  • Postato il 19 aprile 2025
  • Di Agi.it
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Il Cioccolato Dubai ha mandato in crisi il mercato dei pistacchi

AGI - Parafrasando una celebre pubblicità si potrebbe immaginare che qualcuno, spezzando una tavoletta di cioccolato, chieda: "Svizzero?" solo per sentirsi rispondere "no, emiratino". Paradossale come suonò la vittoria del team velistico svizzero di Alinghi nell'America's Cup o la partecipazione della Giamaica alle Olimpiadi invernali del 1988. Eppure a testimoniare il successo del cioccolato 'made in Dubai' ci sono i 120 milioni di visualizzazioni di un video e le file davanti ai negozi per accaparrarsi una stucchevole tavoletta venduta a peso d'oro.

L'ultima tendenza virale nel settore alimentare potrebbe esservi sfuggita se non passate la vita su TikTok, ma è probabile che anche cosi' abbiate sentito parlare del "cioccolato di Dubai", anche solo per le conseguenze che sta avendo sul mercato mondiale dei pistacchi. Eppure quando nel 2021 Sarah Hamouda, anglo-egiziana residente a Dubai, inventò queste tavolette di cioccolato al latte con un ripieno dolce e cremoso di crema al pistacchio e tahina, con la croccantezza del knafeh (un dolce tradizionale mediorientale a base di pasta fillo e formaggio fresco) fu un flop.

Hamouda, del resto, è un ingegnere, non una cioccolatiera e a guidarla era stata una voglia innescata dalla seconda gravidanza: la passione per la manifattura dolciaria sarebbe venuta solo più in là. Eppure, come spesso accade nel marketing contemporaneo, è bastato un video virale su TikTok a resuscitare la tavoletta destinata all'oblio e a fare la fortuna della giovane mamma. Ora il 'cioccolato di Dubai' è una mania di proporzioni tali da aver mandato in crisi il mercato del pistacchio. Quando la catena di supermercati a basso costo Lidl ha lanciato la sua versione del cioccolato Dubai alla fine di marzo, si sono viste code di clienti ancora prima dell'apertura dei negozi.

Inutile dire che, nonostante costasse 7 euro e gli acquisti fossero limitati a due a persona, le barrette andarono esaurite in poche ore. Il celebre marchio Lindt ha lanciato la sua versione a 13 euro e anche lì non ha quasi avuto il tempo di raggiungere gli scaffali. I cioccolatieri di lusso hanno creato le loro versioni a prezzi surreali, ma le conseguenze di questo successo stanno avendo ripercussioni inattese sul mercato delle materie prime, innescando una crisi globale dell'offerta di pistacchio e aggravandone la carenza mondiale, facendo salire alle stelle i prezzi.

La crisi dei pistacchi

I pistacchi sono balzati in un anno da 7,65 dollari al chilo a 10,30 dollari al chilo. "Il mondo del pistacchio è praticamente allo stremo al momento", ha detto Giles Hacking del gigante del commercio di frutta secca CG Hacking al Financial Times, e la mania delle tavolette di Dubai è arrivata in un momento in cui le scorte stavano già diminuendo dopo il deludente raccolto dello scorso anno negli Stati Uniti, il principale esportatore. A gravare è stata anche la qualità del modesto (quantitativamente parlando) raccolto: pochi semi economici e senza guscio - generalmente venduti come ingredienti per cioccolato e altri alimenti - e tanti integri per la degustazione. "I cioccolatieri hanno acquistato tutti i semi su cui sono riusciti a mettere le mani" ha aggiunto Hacking "e il resto del mondo è rimasto a bocca asciutta".

Negli ultimi sei mesi l'Iran, secondo produttore mondiale, ha esportato negli Emirati Arabi Uniti il 40% in più di pistacchi rispetto ai 12 mesi precedenti, con una netta inversione di tendenza rispetto al 2023, quando l'offerta globale supero' la domanda e causo' un calo dei prezzi. Grazie a questa sovrabbondanza, "sono diventati disponibili una varietà di sottoprodotti come burro, olio e pasta di pistacchio, da utilizzare in un'ampia gamma di alimenti", ha detto al FT Behrooz Agah, membro del consiglio di amministrazione dell'associazione iraniana del pistacchio, "più o meno nello stesso periodo in cui è stato lanciato Cioccolato di Dubai".

In California, alcuni agricoltori hanno iniziato a passare dalle mandorle ai pistacchi ma nel frattempo i cioccolatieri non riescono a produrre abbastanza tavolette 'Dubai' anche per la carenza di kataifi, la pasta sfoglia mediorientale utilizzata nel ripieno e la crisi dell'approvvigionamento di cacao, innescata da condizioni meteorologiche estreme e malattie che hanno colpito i raccolti. Ma il vero miraggio resta la tavoletta originale, quella prodotta dalla FIX: la società creata da Hamouda non vende le sue tavolette al di fuori degli Emirati Arabi Uniti e le mette sul mercato solo per due ore al giorno. 

 

 

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Agi.it

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