Il centrodestra in Lombardia blocca il Consiglio per la caccia sui valichi, l’opposizione occupa i banchi della presidenza: “È la vostra priorità?”

  • Postato il 24 settembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Lavori in commissione contingentati, seduta fiume pur di arrivare al risultato. La stagione venatoria è iniziata, ufficialmente, la scorsa domenica, e non sia mai che ai cacciatori lombardi – specialmente ai capannisti – venga impedito di sparare. Anche perché – si sa – il loro voto conta parecchio. Così il centrodestra, al Pirellone, ha accelerato le procedure per consentire alle doppiette di andare a caccia lungo i valichi montani. Provocando la reazione dell’opposizione, che ha occupato i banchi della presidenza: “La sanità e il trasporto pubblico sono al collasso, eppure è questa la vostra priorità”. Vale a dire, il regalo alla lobby dei cacciatori. Risultato: seduta interrotta – dopo 14 ore di discussione – poco prima di mezzanotte. La nuova convocazione è fissata per oggi, alle 17.30.

Quella dei valichi montani è una storia che si trascina da oltre 30 anni. La legge nazionale sulla caccia (157/92) stabilisce “il divieto di caccia assoluto nel raggio di mille metri in relazione a tutti i valichi attraversati dalla fauna migratoria”. Proibizione sempre disattesa dalla Lombardia (e dalle altre Regioni). Grazie ai ricorsi delle associazioni ambientaliste e animaliste (con la Lac in testa), prima dell’estate i giudici amministrativi (prima il Tar e poi il Consiglio di Stato) hanno imposto il divieto assoluto in ben 475 valichi in Lombardia, aprendo di fatto a sentenze analoghe in tutta Italia. Con grande disappunto – per usare un eufemismo – dei cacciatori. Così le associazioni venatorie hanno cominciato il proprio pressing sulla politica nazionale: siccome il disegno di legge che intende stravolgere la 157/92 si è rivelato, almeno dal punto di vista legislativo, una sconfitta per Francesco Lollobrigida, costringendo il ministro a passare dall’iter parlamentare e allungando, di conseguenza, i tempi di approvazione del provvedimento, il centrodestra è corso ai ripari presentando un emendamento (a prima firma Francesco Bruzzone, Lega) al ddl Montagna, ormai alla fine del suo cammino tra Montecitorio e Palazzo Madama. E così è stato: via libera all’emendamento e il ddl Montagna è diventato legge. Come si vede, un bell’escamotage per aggirare la decisione dei giudici.

E veniamo all’oggi (meglio, a ieri, martedì 23 settembre). Il Consiglio regionale ha bloccato i lavori pur di arrivare al recepimento della nuova normativa e, di riflesso, alla modifica delle legge regionale. In una seduta segnata dalla tensione tra centrodestra e opposizioni, in tarda serata gli esponenti dei gruppi di minoranza hanno occupato i banchi della presidenza, tra le proteste di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. “Il Pd e le sinistre occupano la presidenza del Consiglio regionale, ostruendo il prosieguo dei lavori in Aula. Questo è il concetto distorto di democrazia che mettono in atto, contrario al confronto. Si riempiono la bocca di parole come libertà e democrazia e dimostrano l’opposto. Tutto ciò a danno dei cittadini e dei territori” ha detto il capogruppo di FdI, Christian Garavaglia.

“Abbiamo occupato la presidenza perché non abbiamo avuto altra scelta è la risposta di Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito democratico – con la sanità allo sbando, il trasporto pubblico al collasso, le case popolari vuote e lasciate marcire, dalla destra zero risposte: la sua vera priorità sono i soliti regali alle solite lobby, in questo caso i cacciatori. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia pensavano di sbloccare facilmente il divieto di caccia nei valichi montani, visto che sta iniziando la stagione venatoria, e guai a toccare gli amici di sempre. Quindi, si sono spinti fino a violare il regolamento generale del Consiglio regionale, inserendo forzatamente in discussione un punto all’ordine del giorno, prima in Commissione Agricoltura e poi in Consiglio, in modo non legittimo, non dando il tempo sufficiente ai consiglieri di fare il proprio lavoro. Noi oggi li abbiamo costretti a restare in Aula tutto il giorno e, alla fine, abbiamo occupato pacificamente la presidenza. Volevamo che passasse un messaggio ed è passato: noi non ci stiamo”. La legge per la montagna, come detto, ha riaperto l’attività venatoria sui valichi montani, ma la delibera che recepisce la novità è stata votata dalla Giunta solo 24 ore prima che arrivasse in Consiglio. Anche in Commissione Agricoltura la documentazione è stata sottoposta lunedì ai consiglieri solo pochi minuti prima della seduta, mentre il regolamento stabilisce che per le sedute straordinarie ci voglia almeno un giorno di tempo per visionare i testi. “Siamo stati costretti ad occupare i banchi della presidenza – aggiunge il capogruppo del M5s, Nicola Di Marco – in seguito alle reiterate violazioni del regolamento del Consiglio regionale da parte del centrodestra. Il presidente Romani, il cui ruolo dovrebbe essere garanzia per l’Aula, ha mostrato tutta la propria inadeguatezza creando in Aula un caos tale da rendere inevitabile l’epilogo della seduta protrattasi fino alla nottata di ieri. Nessun rispetto delle regole democratiche che governano i lavori dell’Aula, nessun rispetto del lavoro dei Consiglieri regionali. Solo l’incomprensibile fretta di approvare un provvedimento che permetta ai cacciatori di tornare a sparare il prima possibile. È la fotografia del centrodestra lombardo: piegato alla volontà di pochi, mentre dimentica le esigenze di dieci milioni di lombardi”.

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