Il Castello di Arco è una meraviglia con 365 finestre, leggende e viste mozzafiato
- Postato il 1 novembre 2025
- Posti Incredibili
- Di SiViaggia.it
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Ci sono luoghi che sembrano appartenere più al sogno che alla realtà, e il Castello di Arco, in Trentino-Alto Adige, è esattamente uno di questi.
Abbarbicato su uno sperone di roccia che domina il borgo omonimo, l’Alto Garda e il suo splendido lago, appare come un nido di pietra sospeso tra cielo e terra, un simbolo di eleganza antica che incanta per la sua posizione spettacolare, i tesori che custodisce e le leggende di fantasmi che aleggiano tra le sue mura.
Visitare lo spettacolare Castello di Arco
Dall’alto dello sperone roccioso su cui è stato costruito nell’XI secolo, il Castello di Arco domina l’intera piana dell’Alto Garda e il borgo di Arco, allungando lo sguardo fino al Lago di Garda.
Salire fino a questo gioiello medievale, a 260 metri sul livello del mare, significa immergersi lentamente nell’anima del luogo, camminando tra ulivi secolari e mura antiche per godere infine di uno più spettacolari panorami di questo territorio: ai piedi si stendono verdeggianti vigneti, il borgo di Arco e la città di Riva del Garda, poco più in là, mentre tutt’attorno si innalzano imponenti montagne che si tuffano nel blu profondo del lago.
Ed è qui che la storia prende forma. Le prime testimonianze del castello vedono come proprietari i Conti di Arco, una delle famiglie più influenti del Trentino medievale. Tra assedi, incendi e ricostruzioni, il maniero ha attraversato i secoli mantenendo intatto il suo fascino misterioso. Passato in mano a diverse famiglie nel corso dei secoli, l’ultima proprietaria fu la contessa Giovanna d’Arco, marchesa di Bagno, fino al 1982. Nello stesso anno il castello è passato al Comune di Arco, che grazie a un’attenta ristrutturazione lo ha reso fruibile al pubblico.
Oggi, varcare la sua porta significa entrare in un tempo sospeso, dove immaginarsi ancora le voci dei cavalieri e delle dame di corte che lo vivevano.
Nella Torre Grande, gli affreschi del Trecento raccontano una storia di amore, eleganza e cavalleria: dame dai volti delicati, tornei e cavalieri, scene di vita di corte che sembrano danzare alla luce del giorno. Sono tra i cicli pittorici più raffinati del Trentino e bastano da soli a giustificare la visita.
La Torre Renghera è invece quella più alta e antica, dove la guarnigione poteva controllare il territorio.

Leggende e misteri del Castello di Arco
Secondo alcune ricostruzioni storiche che si mescolano con le leggende, il castello originariamente contava oltre cento stanze e 365 finestre, una per ogni giorno dell’anno. Un simbolismo che unisce numerologia, mito e architettura, e che ha contribuito ad alimentare il suo fascino leggendario, che colpì anche il pittore tedesco Albrecht Dürer: nel 1495 lo ritrasse in un acquerello (“Fenedier Klausen”) oggi custodito al Louvre.
Tra le antiche mura del Castello di Arco non si respira solo la storia, ma anche mistero e leggenda. Si dice che questo luogo sia uno dei più infestati del Lago di Garda: il fantasma del crudele Antonio d’Arco, ucciso nel 1389, vagherebbe ancora tra le sale, mentre il brigante Ottavio Avogadro veglierebbe sui tesori nascosti nella rocca. Ma la storia più inquietante racconta che fu il Diavolo stesso a costruire il castello in una sola notte.
Dove si trova e come raggiungerlo
Il Castello di Arco si trova nell’omonimo comune che costeggia il fiume Sacra, in provincia di Trento, a 15 minuti di auto a Nord di Riva del Garda. Percorrendo l’Autostrada del Brennero A22 si esce a Rovereto Sud e si prosegue verso Riva del Garda – Arco.
Ci sono diversi parcheggi in cui poter lasciare l’auto per poi proseguire a piedi dal cuore di Arco verso il sentiero panoramico che porta al castello: il più vicino (e gratuito, ma piccolo) è quello che si trova lungo via Al Calvario. In alternativa ci sono i parcheggi di via Paolina Caproni Maini, l’ex Carmellini (nella stessa via) e il Foro Boario in via della Cinta.
Si può raggiungere anche in bicicletta percorrendo la pista ciclabile Valle dei Laghi che parte dalla località Linfano e si collega con la ciclabile Riva-Torbole-Mori.