Il Castello delle Meraviglie torna a vivere: Sammezzano si avvia verso una rinascita
- Postato il 2 maggio 2025
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- Di SiViaggia.it
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Dopo più di trent’anni di silenzio, incuria e un’aura da palazzo incantato dimenticato nel bosco, il Castello di Sammezzano, capolavoro dell’arte orientalista a pochi chilometri da Firenze, si prepara finalmente a risorgere. A riportarlo (quasi) ufficialmente in vita è la famiglia Moretti, che ha acquistato la proprietà con un progetto ambizioso: farne un polo culturale, museale e anche ricettivo.
Il comitato Savesammezzano, che da anni si batte con passione e ostinazione per la tutela del sito, ha annunciato la notizia con un post che trasuda entusiasmo: “Possiamo finalmente iniziare a sorridere e guardare con reale ottimismo al futuro”. E se lo dicono loro, che questo futuro l’hanno aspettato a lungo e con il fiato sospeso, c’è da crederci davvero.
Un sogno moresco nel cuore della Toscana
Sembra uscito da Le Mille e una Notte e invece è incastonato tra le colline di Reggello, a circa 30 chilometri da Firenze. Il Castello di Sammezzano è un unicum assoluto nel panorama europeo: 365 stanze (una per ogni giorno dell’anno), arabeschi che sembrano danzare sulle pareti, cupole a cipolla, mosaici sgargianti, maioliche e soffitti policromi che lasciano senza fiato.
A volerlo così fu il visionario marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che tra il 1853 e il 1889 trasformò una residenza seicentesca in un palazzo delle meraviglie, ispirandosi all’estetica moresca e orientale. Il risultato? Un tripudio di colori, forme e simbolismi, capace di far girare la testa anche agli appassionati più smaliziati d’arte.
Poi, l’oblio. Il castello è rimasto chiuso e inaccessibile per oltre tre decenni, preda del degrado, delle infiltrazioni, delle intemperie e anche dell’incuria umana. Le aste andate a vuoto si sono alternate a speranze puntualmente deluse, e persino un enorme ecomostro in cemento armato è spuntato nei dintorni, deturpando il contesto. Ma ora, lo scenario cambia.
Lo scorso 28 aprile, il Tribunale ha omologato il concordato della SMZ Srl, e l’intera proprietà è passata, secondo fonti ufficiali, alla famiglia Moretti. Una notizia che segna un prima e un dopo nella storia di Sammezzano.

Il piano Moretti: via l’ecomostro, spazio alla bellezza
La famiglia Moretti, in particolare Ginevra, artefice della spinta finale, e Giorgio, già noto a Firenze per aver fondato gli Angeli del Bello, ha un piano ben preciso: partire dalla memoria, guardare al futuro. Il primo passo sarà l’apertura di un museo dedicato alla storia del castello, aperto al pubblico. Un gesto simbolico ma fondamentale per restituire a Sammezzano la sua anima.
E poi, largo ai lavori veri: restauro del piano nobile, riqualificazione del parco secolare, abbattimento del “mostro” in cemento di 9.500 metri quadri che incombe nei pressi del castello, e la creazione di spazi per eventi, matrimoni, turismo culturale e ospitalità di charme. Un progetto monumentale, ma che finalmente sembra essere concreto.
Restano da attendere i termini di legge: trenta giorni per eventuali ricorsi e sessanta per l’eventuale prelazione dello Stato, attivabile da metà maggio. Ma il clima è sereno. “Sì, confermiamo l’acquisto – ha dichiarato Giorgio Moretti – anche se ci sono ancora passaggi tecnici da rispettare. Tuttavia il nostro impegno è concreto e prioritario”.