Il caso del consigliere marchigiano di FdI: dubbi sulla sua candidabilità nel 2020. Ma intanto è riabilitato per le prossime regionali

  • Postato il 13 agosto 2025
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C’è un caso che rischia di scuotere il centrodestra marchigiano a un passo dalle elezioni regionali. Quello che riguarda il consigliere di Fratelli d’Italia Andrea Putzu e la sua presunta incandidabilità nel 2020 perché condannato a otto mesi e 20 giorni per falso ideologico con una sentenza passata in giudicato nel 2018 per aver autenticato delle firme per le elezioni politiche 2013 in qualità di consigliere regionale. A sollevare il problema è stato un suo stesso ex collega di partito, l’ex presidente dell’Erap, ente regionale per l’abitazione pubblica, Saturnino Di Ruscio, primo dei non eletti nel Fermano alle elezioni di cinque anni fa che hanno visto trionfare il centrodestra dopo anni di guida a sinistra della Regione.

Ora il tribunale di sorveglianza di Ancona ha dato il via libera alla riabilitazione di Putzu, che potrà quindi ricandidarsi per le prossime elezioni del 28 e 29 settembre: il provvedimento, riportano le cronache locali, è stato firmato dalla presidente Enrica Olivieri e dal magistrato Elisa Giaccaglia, e depositato martedì mattina. Secondo il tribunale sono “sussistiti i requisiti per concedere la riabilitazione dalla condanna” che prevede l’estinzione delle pene accessorie e degli effetti penali della condanna. Riabilitazione che può essere concessa dopo almeno tre anni dal giorno in cui è stata eseguita la pena e se il condannato ha dato “prove effettive e costanti di buona condotta“.

Sciolto il nodo regionali 2025, però, resta in piedi l’affaire riguardante il 2020. Sì perché dopo la segnalazione di Di Ruscio, l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha avviato un procedimento per valutare l’eventuale incandidabilità di Putzu. Nell’ultima seduta del Consiglio regionale, il presidente Dino Latini, ha annunciato l’avvio della procedura che richiederà l’analisi e il reperimento di tutta la documentazione necessaria per poi procedere, eventualmente, “all’istruzione della pratica e all’assunzione dell’atto da proporre eventualmente al consiglio regionale”. Una decisione che, nelle migliori delle ipotesi, potrebbe portare a un consiglio straordinario a ridosso del voto, ma che, più probabilmente, difficilmente arriverà prima di fine settembre. Nel caso in cui fosse confermata la presunta incandidabilità, attaccano dal Pd, vanno capite le conseguenze sugli ultimi anni di legislatura: gli atti votati da Putzu sono validi o no?

Intanto però, secondo il consigliere meloniano la sua elezione del 2020 è totalmente valida. “La pronuncia di condanna che mi riguarda prevede la non menzione nel casellario giudiziale il quale si presenta nullo – ha ricordato dopo l’esposto di Di Ruscio – Appunto per tale ragione mi sono considerato e mi considero validamente eletto, nonché quindi convalidato, consigliere regionale della Regione Marche. Ho quindi operato sulla base della convinzione dell’intervenuto esaurimento di una vicenda spiacevole e sfortunata dell’esperienza politica vissuta sino a quel punto addirittura per attività prestata a favore di terzi”.

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Il Fatto Quotidiano

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