Il caso dei bimbi nel bosco diventa politico e diplomatico: Meloni interessata e Nordio valuta invio degli ispettori a L’Aquila
- Postato il 21 novembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il caso dei bambini – che vivevano in un bosco – e allontanati dalla famiglia, da fatto di cronaca si tra trasformando in un caso politico e diplomatico. Durante un incontro, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la premier Giorgia Meloni, secondo quanto riferisce l’Ansa, hanno discusso della vicenda che ha riguardato la sospensione della potestà genitoriale alla coppia. La presidente del Consiglio è allarmata per il caso ed è in attesa di ulteriori indicazioni sulla vicenda per valutare se procedere, in accordo con il Guardasigilli, all’invio di ispettori del ministero della Giustizia affinché valutino il caso. I giudici dell’Aquila hanno disposto l’allontanamento dei tre bambini, fra i 6 e gli 8 anni, che vivono in un rudere fatiscente e privo di utenze e in una roulotte nel bosco a Palmoli, in provincia di Chieti e li hanno collocati in una casa famiglia perché secondo i magistrati sono “a rischio relazioni e l’incolumità fisica”.
Prima ancora dell’interessamento della premier e di Nordio era intervenuto il vicepremier Matteo Salvini parlando di vergogna. Una dichiarazione che aveva innescato la reazione dell’Anm: “Riteniamo inopportuno ogni tentativo di strumentalizzazione di casi che, per la loro particolarità, suscitano l’attenzione dei cittadini e dei media, ricordando che la delicatissima materia nell’ambito della quale operano i colleghi in servizio presso le Procure e i Tribunali per i Minori merita rispetto e attenzione – scrive la Giunta Anm dell’Aquila – In particolare, sorprendono le parole del ministro Salvini, che ha ritenuto ‘vergognoso’ l’intervento dello Stato ‘nel merito dell’educazione privata. La Giunta esecutiva sezionale Abruzzo (Ges) – si sottolinea – esprime piena solidarietà ai colleghi della Procura e del Tribunale per i Minorenni di L’Aquila, bersaglio di pesanti critiche avanzate da molti commentatori e da alcuni organi di stampa in relazione al provvedimento emesso a tutela dei minori nell’ambito della ormai nota vicenda della famiglia che vive nei boschi in provincia di Chieti”. La Ges “respinge con forza – tutti i tentativi di interferire nell’attività dei magistrati che svolgono i propri compiti rispondendo esclusivamente alla legge e di delegittimare chi, ogni giorno, opera per la tutela dei cittadini (e dei più deboli tra questi)”.
I due genitori sono stranieri ed entrambe le ambasciate si stanno muovendo: “L’ambasciata australiana si è interessata a questo caso dal primo momento in cui è stato reso pubblico attraverso la stampa e i social. Anche l’ambasciata inglese sta seguendo la vicenda” ha spiegato il sindaco di Palmoli, Giuseppe Rosario Masciulli. “Ci siamo sentiti e mi hanno confermato che stanno seguendo in maniera diligente l’evolvere della situazione – aggiunge Masciulli -, anche se per una questione di privacy non mi hanno dato informazioni di nessun tipo e si raccordano, come prevede la legge australiana e i regolamenti dell’ambasciata, solo ed esclusivamente con la cittadina australiana che, in questo caso, è la signora Catherine”.
Il primo cittadino del borgo – poco più di 800 abitanti arroccato a 700 metri di altezza tra i boschi del Basso Abruzzo – ricorda che il ha sostenuto la famiglia: “Tant’è che in passato, a fronte della prima ordinanza del giudice che invitava a effettuare interventi di consolidamento statico, adeguamento igienico-sanitario del fabbricato, nonché assistenza ai bambini a livello scolastico e socio-educativo, abbiamo messo a disposizione le nostre strutture con il coinvolgimento, chiaramente, dei servizi sociali. Pensavamo che questa disponibilità sarebbe stata ben accolta anche dalla famiglia e, che, gradualmente il problema avrebbe trovato una soluzione. Invece, ieri mattina, ci è stato notificato tramite Pec il provvedimento del Tribunale dei Minorenni con cui si è disposto l’allontanamento in una casa famiglia dei tre minorenni della famiglia di Nathan”.
Il primo cittadino spiega come il problema legato all’abitazione sia di facile soluzione. “Già l’anno scorso avevamo messo a disposizione una casa nel centro abitato con tutte le utenze, i comfort, tre camere da letto, doppio servizio, riscaldamento, insomma non mancava nulla – aggiunge Masciulli -. Tant’è che la famiglia vi ha abitato per un certo numero di giorni, poi l’hanno lasciata perché lo stile di vita non corrispondeva ai loro principi: il bagno a secco, l’utilizzo dell’acqua trattata con cloro, come fanno tutte le società di gestione dei servizi idrici, l’utilizzo dell’energia elettrica che, comunque, consuma risorse ambientali e via dicendo. Per cui, tornando alla questione, il problema è facilmente risolvibile a condizione che i genitori accettino questo stile di vita”.
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