Il caso Becciu, (in)giustizia in Vaticano. Un libro racconta la storica condanna

  • Postato il 10 gennaio 2025
  • Di Agi.it
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Il caso Becciu, (in)giustizia in Vaticano. Un libro racconta la storica condanna

AGI - Udienze: 86. Durata: due anni e mezzo. File prodotti dall'accusa: due milioni e mezzo. Condanna: cinque anni e sei mesi. Ecco il processo ad Angelo Maria Becciu, cardinale di Santa Romana Chiesa, primo in cent'anni a essere privato delle prerogative legate alla porpora, primo a finire si fronte a un giudice dopo secoli, primo a essere giudicato da un tribunale ordinario e non dai suoi pari.

Resterà questo caso negli annali di una istituzione pur millenaria, come la Chiesa Cattolica? C'è da crederci, perché il processo Becciu è di quelli che segnano i tempi e la memoria degli uomini come delle istituzioni, anche le più sempiterne.

 

Troppo forte la eco, troppo dirompente lo scandalo: il numero due dell'ufficio al cuore della Curia, almeno fino a quando al Curia stessa non è stata riformata da Papa Bergoglio, accusato di usare disinvoltamente i soldi persino dell'Obolo di San Pietro. Che storia, che trama. Storia e trama sono ricostruite adesso, che almeno al primo grado di giudizio si è arrivati, in un libro agile e composito ad opera di una storica firma del giornalismo parlamentare italiano, Mario Nanni, che il caso ha preso non a cuore, ma a cervello.

In altre parole Nanni ha razionalmente sviscerato e dissezionato il caso Becciu fino a isolarne tessera da tessera, nome da nome, circostanza da circostanza. Il puzzle è servito, lettori, consultate in pace. Titolo: "Il Caso Becciu - (in)giustizia in Vaticano".  Editore: Media&Books; prezzo (ci vuole anche quello): 20 euro. Tesi (facilmente intuibile dal titolo): innocentista.

 

Non una ricostruzione, non una spy story: gli elementi ci sarebbero tutti, ma se la scelta è quella di fare una guida consultabile persino in ordine alfabetico. Non che la trama sia ignorata, comunque. Al contrario, è anch'essa divisa e moltiplicata, e di un libro se ne fanno almeno tre: nel senso che per ogni protagonista di questa storia (accusa, difesa e imputato) si racconta daccapo la vicenda, cambiandone il punto di vista narrativo.

Tecnica anche cinematografica e Nanni, non a caso, cita due film che gli hanno fatto da modello, pur essendo lontani dalla cronaca giudiziaria italiana: "Onora il Padre" di Sidney Lumet e "Il capitale Umano" di Paolo Virzì. Per conto nostro ne aggiungeremmo un terzo, che ha un titolo forse più appropriato: "L'ultimo duello" di Ridley Scott. Fu, del resto, un caso di Giudizio di Dio.

Secondo Nanni, Becciu è stato "sottoposto a una gogna mediatica di proporzioni mondiali" eppure "si è difeso nel processo e non dal processo" (tesi, quest'ultima che radicalmente si divarica dal punto di vista dell'accusa). A ogni modo "ne è uscito fuori un groviglio di macchinazioni e manovre ai suoi danni" per cui da un sostanziale isolamento il prelato ha visto crescere attorno a sé "rispetto, attenzione, condivisione e convinzione della sua innocenza".

Il punto di vista va registrato e rispettato, anche se al momento del 'causa soluta' la corte si è orientata in modo assai diverso e anche questa decisione rispettata deve essere. Ma, si diceva, il caso Becciu è tale che il dibattito attorno ad esso non si esaurirà in un pugno di mesi, e forse nemmeno di anni, e libri come questo diverranno, anche con il passare del tempo, uno degli strumenti per sostenere il confronto. Sembra fatto apposta. È a tesi, ma una tesi ben documentata non fu mai propaganda.

 

 

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Agi.it

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