Il cardinale peruviano Cipriani “imbucato” al Conclave. Non può votare. Di più, è accusato di abusi su minori
- Postato il 2 maggio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Finchè Francesco, che lo aveva messo all’indice, era ancora vivo questo cardinale vivacchiava quasi fosse un appestato, fuori dal Perù non lo conosceva nessuno, troppo gravi le accuse – abusi su minori – anche solo per essere nominato. Morto il Papa, che lo aveva spogliato delle prerogative cardinalizie insegne e abito inclusi, il peruviano Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo emerito di Lima, si è presentato come nulla fosse a Roma tutto di rosso vestito.
Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo emerito di Lima
Cipriani, 81 anni – e per questo in ogni caso non elettore e non abilitato a entrare in Sistina -, appartenente all’Opus Dei, ha voluto presenziare alle esequie solenni del pontefice.
La gita deve essergli piaciuta un mondo perché ora partecipa come se nulla fosse alle Congregazioni generali pre-Conclave, ripetiamo, senza aver alcun titolo perché escluso dalle votazione decisive.

Nel 2019 era stato colpito da un provvedimento di Francesco perché era stato accusato l’anno prima di aver molestato sessualmente un adolescente negli anni 80.
Spogliato delle insegne cardinalizie da Francesco
Queste sanzioni prevedevano che non potesse indossare le insegne cardinalizie, non poteva tornare in Perù senza essere autorizzato, non poteva fare dichiarazioni pubbliche e non poteva partecipare ad un futuro Conclave qualora avesse avuto ancora l’età per poterlo fare.
Cipriani ha sempre negato le accuse e comunque ora si aggira in abito da cardinale tra i confratelli che partecipano alle congregazioni o anche a momenti di suffragio del Pontefice scomparso. Nonostante la cosa stia suscitando sconcerto, soprattutto nell’opinione pubblica latino-americana, non sembra che sia stata posta la questione della sua esclusione da queste fasi pre-Conclave.
Anche oggi nell’Aula del Sinodo non ci sarebbero stati interventi sul fatto che Cipriani stia disobbedendo a delle sanzioni. Pressato dalle domande dei giornalisti, il portavoce vaticano Matteo Bruni ha dovuto comunque rispondere. “Il caso è noto. Se non sono state adottate delle scelte su questo tema ognuno tiri le sue conclusioni”.
Nel gennaio scorso, lo stesso Bruni aveva confermato che esistono e sono ancora valide e vigenti le misure disciplinari nei confronti di Cipriani. “Dopo l’accettazione della sua rinuncia da arcivescovo di Lima”, al cardinale “è stato imposto un precetto penale con alcune misure disciplinari relative alla sua attività pubblica, al luogo di residenza e all’uso delle insegne”, riferiva Bruni.
Le accuse di abusi perdofili negli anni ’80
Il provvedimento è stato “firmato e accettato” dal porporato. E “benché in occasioni specifiche siano stati accordati alcuni permessi per venire incontro a richieste dovute all’età e alla situazione familiare del cardinale, allo stato attuale, tale precetto risulta essere ancora in vigore”.
L’81/enne Cipriani, ora residente a Madrid, bollava le accuse come “completamente false”. “Non ho commesso alcun crimine, né ho abusato sessualmente di nessuno nel 1983, né prima né dopo”, dichiarava in un comunicato, confermando comunque l’esistenza di un reclamo nei suoi confronti nel 2018 e il fatto che, nel 2019, senza che fosse aperto un processo, fu informato dal nunzio in Perù che l’allora Congregazione per la Dottrina della Fede aveva inflitto una serie di sanzioni.
Tra queste, la limitazione del ;;ministero sacerdotale, una residenza stabile fuori dal Paese, il silenzio. Affermando di non nutrire “rancore” nei confronti di chi lo accusa, Cipriani ribadiva infine la sua “completa innocenza”.
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