Il cardinal Mueller attacca la “propaganda” Lgbt a San Pietro. “L’omosessualità un peccato mortale”

  • Postato il 18 settembre 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Un attacco frontale alla comunità Lgbt per ribadire i dogmi e la dottrina della Chiesa, quella con la C maiuscola che “nessun Papa potrà mai cambiare”. Il cardinale Gerhard Ludwig Mueller, prefetto emerito della Dottrina della Fede e rappresentante dell’ala più conservatrice del clero, approfitta di una cerimonia nel paesino molisano di Belmonte del Sannio per accusare di “propaganda” la comunità Lgbt che nei giorni scorsi ha attraversato la Porta Santa a piazza San Pietro. Ma anche per ribadire che “gli atti sessuali sono un peccato mortale”.

Bandierine bianche e gialle ovunque hanno accolto il cardinale, accompagnato con un’auto molto piccola per sfidare le strettoie dei vicoletti del borgo da 650 anime in provincia di Isernia, che oggi ha deciso di conferirgli la cittadinanza onoraria.

Confidandosi con l’ANSA, il cardinale ha voluto sottolineare che “gli atti omosessuali sono un peccato mortale, e per questo si deve rifiutare questa politica, che alcuni fanno, entrando nella Porta Santa per fare la propaganda per se stessi e non per ricevere la penitenza con un cambio di vita”.

“Dio ha benedetto il matrimonio tra uomo e donna”

“Dio ha benedetto, secondo il Libro della Genesi, il matrimonio tra uomo e donna, non si può benedire il peccato”, ha detto parlando della ‘Fiducia supplicans’, la dichiarazione approvata anche da papa Francesco sulla benedizione delle coppie omosessuali.

cardinale gerhard mueller
Il cardinal Mueller attacca la “propaganda” Lgbt a San Pietro. “L’omosessualità un peccato mortale” (foto Ansa-Blitzquotidiano)

“Non è un documento del magistero – ha puntualizzato il porporato -, ma solo qualcosa sulla vita pratica della pastorale, dobbiamo correggere il malinteso che la Chiesa avesse quasi accettato questo comportamento come qualcosa da benedire e su cui invocare la benedizione di Dio”.

Ha insistito sulla differenza tra Chiesa e politica anche riferendosi al diaconato delle donne, questione sollevata dall’ala progressista durante l’ultimo Sinodo.

Diaconato donne, il Papa “non può cambiare i dogmi”

“Alcuni pensano che la Chiesa sia come un partito politico che può cambiare il programma secondo il piacere del mondo – ha affermato -, ma noi siamo una religione basata sulla rivelazione e nella rivelazione ci sono i sette sacramenti. La questione dell’accesso di una donna al sacramento dell’ordinazione con i tre gradi vescovo, presbitero, diacono è già risolta: è una questione dogmatica e nessun Papa può cambiare un dogma della Chiesa”. Quanto all’eliminazione del celibato, sebbene non sia un dogma, per il cardinale non può essere discusso: “fa parte della tradizione della Chiesa latina che noi vogliamo continuare. Il sacerdote non è un funzionario”.

Parlando di Papa Leone, invece, Mueller si lascia andare a un sorriso quando racconta che “la prima volta l’ho incontrato nella sagrestia di San Pietro pensavo che lui venisse da Chiclayo, che fosse peruviano, e ho parlato in spagnolo. Ma lui ha detto: sono americano e allora abbiamo parlato in inglese e abbiamo toccato temi delicati”.

“Vengo dalla teologia dogmatica, ho detto che il Papa non può destituire un vescovo senza un processo canonico e che i Papi non hanno modelli, ogni Papa ha la sua personalità ma non possiamo introdurre categorie politiche”, ha concluso, facendo un accenno, anche se non proprio esplicito, al caso del cardinale Becciu, sul quale peraltro si aprirà la prossima settimana il processo di appello.

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Blitz

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