Il canto del mondo

  • Postato il 1 ottobre 2025
  • Di Il Foglio
  • 1 Visualizzazioni
Il canto del mondo

Quando il mondo “canta” può intonare una serenata, ma anche, spesso, una cavalcata wagneriana. E’ la sua liberazione. Nel Canto del mondo di Jean Giono foreste, acque, montagne, stagioni sono “esseri” vibranti, fisici. Il fiume “avanza a spallate”, le betulle “piangono sangue di miele”, il cielo “solleva e abbassa il suo petto di nubi”. E la vita è lì in mezzo che si gioca, un palcoscenico creaturale lontano da una pura sublimazione idealistica.   L’amicizia che lega Antonio, pescatore in simbiosi con gli elementi, e Marinaio, un boscaiolo innamorato del mare, li spinge ad addentrarsi nel territorio di Rebeillard per ritrovare “il gemello”, l’unico figlio di Marinaio ancora in vita, ma da tempo assente da casa. Non sanno che all’origine della scomparsa c’è il ratto dell’irresistibile Gina e l’assassinio del nipote di Maudru, allevatore di tori e fiero signore della regione. Affronteranno bande di scavezzacollo e animali che ricordano figure mitologiche; incontreranno donne fatali, come Clara la cieca, selvatica dai tratti “botticelliani”, e taumaturghi, come il guaritore Touissant; sperimenteranno la forza di un universo che parla, geme e si muove, camminando sempre sul filo dell’equilibrio tra bene e male. La loro “selva oscura”, che li porterà in un viaggio archetipico alla ricerca di se stessi e del proprio destino.
Scrittore eccelso e inclassificabile, Giono sembra quasi aver trasposto nel racconto, ambientato in una Provenza primordiale e senza tempo, le peripezie di un’esistenza: soldato nella prima guerra mondiale, poi pacifista e antimoderno; impegnato nel nascondere ebrei e perseguitati nel corso del secondo conflitto, ma accusato (addirittura) di collaborazionismo col regime di Vichy. Attitudini che gli costeranno l’odio ideologico di chi si è sempre sentito dalla parte dei giusti. E a ostacoli, del resto, è stata anche la pubblicazione del Canto, almeno in italiano: uscito già nel 1934, solo oggi – per il grande merito di Settecolori, con la traduzione e cura di Leopoldo Carra – viene offerto al pubblico nostrano.  Per descriverlo, non a torto, è stato evocato Omero, amatissimo dall’autore. Che con una scrittura sensoriale, influenzata da Stendhal e Whitman, strappa il lettore dalle sue comodità e lo scaraventa nel vortice di un’avventura epica, dove c’è tutto quel cosmo che sta fuori, eppure dentro, il cuore dell’uomo. Le stelle e le nubi, le tempeste e i chiarori, l’amore e l’eros, il dolore e la paura. E’ l’andamento tellurico dell’esistenza umana. Iliade e Odissea fuse insieme. Con il rischio di dover pagare anche il prezzo più alto. Senza il quale, però, non ci sarebbero riscatto e vittoria. Perché alla fine, come dice Antonio a Clara, nella vita c’è sempre ancora “molto bene da provare”. Ma per sperimentarlo – e rinascere – non si può solo sopravvivere: occorre far morire la parte vecchia di sé, sbocciando a nuova primavera. 

 

Jean Giono
Il canto del mondo
Edizioni Settecolori, 295 pp., 26 euro

Continua a leggere...

Autore
Il Foglio

Potrebbero anche piacerti