Il borgo delle Marche conosciuto come il piccolo Tibet, perché visitarlo adesso
- Postato il 7 settembre 2025
- Lifestyle
- Di Blitz
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Non serve andare dall’altra parte del mondo per ritrovarsi in un paesaggio che sembra custodire silenzi millenari. Nel cuore delle Marche, tra le cime dell’Appennino, c’è un minuscolo borgo che negli anni si è guadagnato un soprannome suggestivo: il piccolo Tibet delle Marche. Il motivo non è difficile da intuire. Si trova a oltre 800 metri di altitudine, circondato da panorami che si aprono sconfinati, e custodisce un’atmosfera sospesa che richiama quella dei villaggi sperduti in alta quota.
Questo borgo è Elcito, una frazione del comune di San Severino Marche. Poche case in pietra aggrappate a uno sperone roccioso, ciò che resta di un antico castello medievale e un fascino che conquista proprio per la sua essenzialità.
Dove si trova e perché è chiamato “piccolo Tibet”
Elcito sorge all’interno della Riserva Naturale del Monte San Vicino e del Canfaito, una delle aree protette più suggestive della regione. Il soprannome “piccolo Tibet” deriva dall’aspetto quasi mistico del borgo: isolato, silenzioso, immerso in una natura che in ogni stagione regala scenari diversi. Non è un caso che chi lo visita parli spesso di un luogo che aiuta a rallentare e a staccare davvero dalla routine quotidiana.
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Una passeggiata tra vicoli e mura antiche
Visitare Elcito significa soprattutto camminare. Non ci sono musei o attrazioni turistiche tradizionali, perché il borgo stesso è la sua principale bellezza. I vicoli lastricati, le case in pietra viva, i resti del castello medievale raccontano la storia di un insediamento che nacque in funzione difensiva, per proteggere la vicina Abbazia di Valfucina.
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Passeggiando tra le stradine ci si accorge che qui il tempo sembra davvero essersi fermato. Nessun traffico, nessuna frenesia: solo silenzio interrotto dal vento o dal canto degli uccelli, e un orizzonte che si apre su valli e montagne.
Il borgo è anche un punto di partenza ideale per escursioni all’interno della Riserva del San Vicino e del Canfaito. I boschi di faggi monumentali, tra i più spettacolari d’Italia, sono una meta imperdibile in autunno, quando le chiome si tingono di rosso e arancione.
Non lontano si trova anche l’Eremo di San Lorenzo, raggiungibile con una passeggiata immersa nel verde. Un luogo di raccoglimento e meditazione che si inserisce perfettamente nello spirito di questo borgo: silenzio, semplicità e contatto diretto con la natura.
Sapori locali e vita autentica
Elcito non è un borgo pensato per il turismo di massa, e forse è proprio questo a renderlo speciale. Qui non troverai decine di ristoranti o locali, ma un piccolo bar/alimentari dove è possibile fermarsi per assaggiare prodotti tipici. Tra questi spicca la crescia, una focaccia tipica marchigiana che diventa ancora più irresistibile se gustata con salumi e formaggi locali.
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Mangiare a Elcito significa immergersi nella quotidianità del posto, vivere il ritmo lento di chi abita questi luoghi e riportare a casa un ricordo che va oltre la fotografia.
Perché visitare il piccolo Tibet delle Marche
Ci sono borghi che colpiscono per i monumenti o le attrazioni, ed altri che emozionano per l’atmosfera. Elcito appartiene senza dubbio alla seconda categoria. Vale la pena raggiungerlo se cerchi:
- una pausa dalla frenesia quotidiana;
- un’immersione in un paesaggio naturale incontaminato;
- un’esperienza di turismo lento, lontano dai circuiti più affollati;
- l’occasione di scoprire un angolo autentico delle Marche.
Non è un luogo per chi cerca movida o comfort cittadini, ma per chi vuole ritrovare la semplicità.
Quando andare e come organizzare la visita
Elcito può essere visitato tutto l’anno, ma ogni stagione regala un volto diverso. In primavera e in estate la natura esplode di colori e i sentieri sono ideali per trekking e passeggiate. L’autunno è il momento magico per ammirare i faggi del Canfaito, mentre in inverno il borgo può trasformarsi in un piccolo presepe sotto la neve.
Il consiglio è di organizzare la visita in giornata, abbinandola a un itinerario più ampio che includa anche San Severino Marche, Camerino o le zone del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
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