Il boom dei trapianti di capelli: la nuova ossessione maschile tra low cost, vip e rischi nascosti
- Postato il 23 novembre 2025
- Di Panorama
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Da un po’ di tempo gli uomini hanno un diavolo per capello. Da quando si è diffusa la moda dell’infoltimento contro la calvizie, è scoppiata la frenesia. Sono pochi quelli che ostentano una testa da “palla da biliardo”. Servirebbe il fascino di Yul Brynner che ne fece un tratto distintivo, ma chi può permetterselo? Basta fare scalo all’aeroporto di Istanbul per imbattersi in vere e proprie schiere di maschi, spesso accompagnati dalla fidanzata o con famiglia al seguito, imbacuccati con turbanti. E non sono Sikh. Ostentano il copricapo, che nasconde il recente intervento, con orgoglio spavaldo.
Dalla bandana di Berlusconi alla normalizzazione social
Sembra passato un secolo da quel 2004 quando Silvio Berlusconi movimentò l’estate accogliendo Tony Blair con una bandana in testa. Allora la foto fece il giro del mondo mentre Clemente Mastella e Roberto Calderoli profetizzarono con ironia: «Vedrete, a settembre il premier sfoggerà una nuova, folta capigliatura». Illazioni mai confermate. Ora i manager si passano i nomi dei chirurghi tra un consiglio d’amministrazione e l’altro, volti noti della politica, dell’industria e dello sport rivelano senza esitazione il “ritocchino” sulla testa gratificati dai like sul loro profilo Facebook. E chi non può permettersi lo studio stellato in Italia, vola a Istanbul, diventata la meta delle operazioni low cost.
Un mercato da miliardi di dollari
A conferma del boom ci sono i dati di Medihair, piattaforma specializzata nel monitoraggio del settore. A livello mondiale il mercato del trapianto dei capelli vale circa 9,5 miliardi di dollari e le proiezioni indicano che potrebbe superare i 15 miliardi entro il 2030, con un tasso di crescita superiore al 6 per cento.
Nel 2021, solo in Europa, sono stati effettuati 358 mila interventi. L’Italia è tra i Paesi dove il fenomeno cresce di più.
Perché tutti perdono capelli
È un settore che si regge su un fatto incontrovertibile: oltre l’80% degli uomini e il 25% delle donne soffre di caduta dei capelli nel corso della vita. Creme e lozioni non bastano, i risultati sono modesti e temporanei. Per una soluzione definitiva, molti scelgono il bisturi.
Turchia: la Mecca del trapianto low cost
Con 2.500-3.000 euro in Turchia puoi ottenere anche la versione “Bob Marley”, mentre in Italia si spendono 6-8 mila euro.
Questa differenza ha alimentato un turismo sanitario dinamico. Nel 2024 oltre un milione di persone sarebbe volato a Istanbul generando un indotto superiore al miliardo di dollari. Agenzie e pacchetti “tutto incluso” spuntano come funghi.
Vip, calciatori e attori: la sdoganamento globale
La disinvoltura con cui molti personaggi pubblici hanno parlato dell’intervento ha normalizzato la pratica. Ex calciatori come Rooney, Casillas, Beckham, Conte.
Attori come Brendan Fraser, John Travolta, George Clooney, Mel Gibson, Matthew McConaughey.
Il caso Bieber, Musk e Bezos
Sul web impazzano le foto prima/dopo e i commenti degli “esperti”.
Il dibattito su Justin Bieber, le supposizioni su Jeff Bezos, le foto di Elon Musk con chioma rinata. Tutto amplificato da TikTok e Instagram.
Tra turbanti e investimenti milionari
C’è chi come Andrea Ruggieri dichiara apertamente «Ho fatto il trapianto».
E chi, come Cristiano Ronaldo, è entrato nel business: possiede il 50% di Insparya, gruppo specializzato in trapianti tricologici, con 15 centri tra Portogallo, Spagna, Oman e Italia.
La nuova frontiera: rigenerazione dei capelli
Accanto ai trapianti cresce il comparto della rigenerazione, che vale oltre 8,7 miliardi di dollari:
– finasteride e minoxidil
– PRP, plasma ricco di piastrine
– dispositivi laser a bassa intensità
Il rovescio della medaglia: rischi, truffe e interventi falliti
L’esplosione della domanda ha favorito interventi eseguiti da non medici, con complicanze e risultati disastrosi.
La Clinique Lutétia di Parigi riferisce che il 30% delle sue attività è oggi dedicato a riparare trapianti falliti.
In Italia le cliniche devono rispettare protocolli severi ma nel 2024 circa il 12% dei trapianti ha generato insoddisfazione grave.
Sui rischi del turismo low cost mancano dati certi, ma non mancano casi di cronaca tragici.
Eppure il flusso continua, alla ricerca dell’eterna giovinezza.