Il Big Bang è scritto nel Tao?

  • Postato il 1 agosto 2025
  • Di Focus.it
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Immaginate un fisico teorico che, nel pieno degli anni '70, dichiari che le risposte alle domande ultime sulla materia non si trovano solo nei grandi acceleratori di particelle, ma anche in antichi testi di misticismo orientale. Sembra l'inizio di un libro New Age, eppure è la storia vera di Fritjof Capra e del suo "Il Tao della fisica", un saggio che a 50 anni dalla prima pubblicazione torna in libreria (per Aboca Edizioni) con una veste rinnovata e un messaggio, se possibile, ancora più dirompente. Fritjof Capra, nato a Vienna nel 1939, non è un filosofo prestato alla scienza. È un fisico con un curriculum impeccabile. Dopo un dottorato in fisica teorica all'Università di Vienna, ha dedicato anni alla ricerca sulla fisica delle particelle e sulla teoria dei quanti in prestigiosi centri universitari e di ricerca, da Parigi a Stanford. Fu proprio da questa posizione privilegiata che iniziò a vedere delle crepe nel paradigma meccanicistico classico e a notare delle sorprendenti assonanze con il pensiero di Induismo, Buddhismo e Taoismo. Il libro nacque da una folgorazione avuta su una spiaggia californiana nel 1969: "Ero seduto in riva all'oceano in un pomeriggio di fine estate, guardavo le onde che avanzavano verso la riva e avvertivo il ritmo del mio respiro, quando improvvisamente ebbi la consapevolezza che l'intero ambiente che mi circondava era impegnato in una gigantesca danza cosmica…". Una rivelazione che aprirà ad anni di indagini e approfondimenti, e che condurrà Fritjof Capra a tracciare un parallelismo puntuale tra le conoscenze della fisica moderna e quelle del misticismo orientale. L'autore arriva così a sostenere che, pur provenendo da contesti culturali e metodologici molto diversi, scienza e spiritualità convergono verso una visione unitaria, dinamica e interconnessa della realtà. Questa "danza" divenne la sua metafora chiave. Per i fisici, è la danza delle particelle subatomiche, un turbinio incessante di energia in cui le particelle si creano e si annichilano, emergendo dal vuoto e scomparendovi. Per i mistici orientali, è la danza del dio Shiva, simbolo di un universo mai statico, un flusso perenne di creazione e distruzione che costituisce l'essenza stessa della realtà. Due linguaggi diversi per descrivere la stessa cosa: una realtà non fatta di "oggetti" separati, ma di relazioni, di schemi dinamici e interconnessi. Ma si tratta solo di una suggestiva metafora o c'è di più? A 50 anni di distanza, in una nuova prefazione e due saggi inediti, è Capra stesso a rispondere. Nella postfazione dedicata a La nuova fisica, Capra riflette su come le teorie e gli avanzamenti scientifici degli ultimi decenni – dall'entanglement quantistico alla scoperta del Bosone di Higgs -concorrano a rafforzare le intuizioni alla base del suo testo. Nel poscritto che chiude il libro, intitolato Scienza, spiritualità e religione, a partire da una ricostruzione storica e dalla propria esperienza, l'autore descrive il rapporto tra ricerca scientifica e ricerca spirituale. Leggere "Il Tao della fisica" oggi non è un esercizio di archeologia culturale. È una sfida intellettuale che ci invita a rimettere in discussione le nostre categorie mentali. Con questa pubblicazione, Aboca Edizioni celebra non solo un anniversario e un importante traguardo editoriale, ma va a riunire tutte le opere di un pensatore tra i più originali e incisivi degli ultimi decenni. Il Tao della fisica si inserisce così nel catalogo della casa editrice accanto agli altri libri di Fritjof Capra – da Vita e Natura a I principi sistemici della vita - andando ad arricchire ulteriormente un'offerta culturale improntata allo studio della natura e all'interconnessione tra tutti i sistemi viventi. .
Autore
Focus.it

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