Igor Protti, fragilità e paure dell'ex bomber in lotta con un tumore: “Non sono un guerriero indistruttibile”
- Postato il 27 agosto 2025
- Di Virgilio.it
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Lasciarsi andare, quando si combatte contro il mostro, è un atto di coraggio. E Igor Protti ne ha da vendere. Nelle sue lacrime, come quelle versate al Picchi, la paura di chi sa quanto sia dura affrontare un tumore, ma pure la consapevolezza di non volersi arrendere. Non lo faceva in campo, quando segnava negli stadi di tutta Italia, non lo farà ora, anche se “parto da 3-0 per lui”. In una toccante intervista al Tirreno, la Zar racconta il dramma della malattia, mettendosi a nudo. Senza filtri.
- Protti in campo contro il tumore: ora il gol più importante
- Paure e fragilità dello Zar
- Il ritorno in campo e il gesto di Lucarelli
Protti in campo contro il tumore: ora il gol più importante
Protti è stato uno di quegli attaccanti capaci di segnare in ogni categoria. E di conquistare il cuore dei tifosi di ogni squadra per cui ha giocato. Qualche numero: 48 centri in Serie A, 73 in B, 100 tondi tondi in C. Ma ora è il momento di segnare quello il gol più importante, quello della vita.
E Igor, che soprattutto a Bari e Livorno ha scritto le pagine più entusiasmanti della sua carriera sul rettangolo verde, non si sottrae certo alla battaglia. E confessa che sta giocando “una partita infame”. Perché quelle sul campo “iniziavano 0-0 e potevo guardare in faccia il mio avversario. Qui non lo posso vedere e sono entrato in campo in ritardo, sul 3-0 per lui”. Ma esiste una parola che in Spagna è diventata un mantra: remuntada. E di rimonte epiche la vita (e non solo lo sport) ne è piena. “È vero, provo a recuperare”.
Paure e fragilità dello Zar
Gioca a carte scoperte, Igor. Lo sta facendo dal 5 luglio, quando attraverso un post sui social annunciò ai fan che gli era stato trovato “uno sgraditissimo ospite”. Al Tirreno il 57enne riminese confessa di avere paura. “Forse da fuori mi hanno sempre visto come un guerriero indistruttibile, ma sono un uomo, con le mie debolezze”. È inevitabile: Protti pensa al domani, alla famiglia, alla lotta che lo attende, ai pensieri che si prendono a cazzotti, alle certezze crollate, al “mio mondo che da giugno è stravolto”.
Ma uno sportivo non si arrende, non getta la spugna, gioca al massimo anche nei minuti di recupero in cui tutto può succedere. Lo diceva il compianto Boskov: “Partita finisce, quando arbitro fischia”. E fino all’ultimo istante si va a mille, perché c’è sempre speranza, c’è sempre una possibilità. “Vedere la sofferenza negli occhi delle persone a cui voglio bene è il mio cruccio maggiore” dice. Ed è per questo che l’ex Lazio e Napoli non deve abbassare la guardia.
Il ritorno in campo e il gesto di Lucarelli
Nonostante la chemio e il riposo forzato (“esco poco, trascorro in casa gran parte della giornata per gestire le energie”), nei giorni scorsi Protti è tornato al Picchi per la prima in C del Livorno, di cui è stato bandiera, con la Ternana. Lo stadio ai suoi piedi. Accompagnato dalla famiglia, l’ex attaccante è stato travolto dall’amore della tifoseria.
E l’ha particolarmente colpito un gesto dell’ex compagno di squadra Cristiano Lucarelli, che avrebbe dovuto dare il calcio d’inizio. “Mi ha detto: ‘Tu vieni in mezzo al campo con me altrimenti la partita non inizia’”.