Idrogeno o elettrico? Le due strade della mobilità del domani
- Postato il 15 settembre 2025
- Smart Mobility
- Di Virgilio.it
- 1 Visualizzazioni

La transizione verso una mobilità sostenibile è ormai un passaggio obbligato per ridurre le emissioni inquinanti e l’impatto ambientale del trasporto su strada. Tra le tecnologie più promettenti spiccano due soluzioni che, pur condividendo l’obiettivo della decarbonizzazione, seguono percorsi molto diversi: i veicoli elettrici a batteria e quelli alimentati a idrogeno. Da un lato c’è l’auto elettrica, che punta sull’efficienza delle batterie e su una rete di ricarica sempre più capillare; dall’altro l’idrogeno, che promette rifornimenti rapidi ed elevata autonomia, ma richiede infrastrutture e processi di produzione ancora in evoluzione. Capire punti di forza, limiti e prospettive di entrambe le strade è essenziale per orientare scelte industriali, politiche e, in ultima analisi, le decisioni di milioni di automobilisti nei prossimi anni.
L’auto elettrica: una realtà consolidata?
I veicoli elettrici a batteria utilizzano l’elettricità immagazzinata in grandi batterie ricaricabili per alimentare un motore elettrico. Il principale vantaggio di questa tecnologia risiede nella sua elevata efficienza: circa il 75-90% dell’energia elettrica viene convertita in movimento. Questo li rende estremamente efficienti per la mobilità urbana e i viaggi a medio raggio. Non producono emissioni inquinanti a livello locale, contribuendo a migliorare la qualità dell’aria in città.
Tuttavia, esistono delle sfide significative. L’autonomia rimane una preoccupazione per molti consumatori, anche se le nuove batterie permettono di percorrere distanze sempre maggiori. I tempi di ricarica possono essere lunghi, specialmente a casa, richiedendo ore per una ricarica completa. La produzione delle batterie è complessa e richiede materie prime come litio, cobalto e nichel, la cui estrazione solleva questioni etiche e ambientali. Anche la gestione del fine vita delle batterie, con i processi di riciclo ancora in via di sviluppo, rappresenta un problema. Infine, la rete di ricarica pubblica, pur in espansione, non è ancora capillare ovunque, e la sua adeguatezza per un’adozione di massa è ancora da verificare. Il progresso tecnologico è in continua evoluzione con nuove tipologie di batterie e tempi di ricarica sempre più bassi.
L’idrogeno come combustibile del futuro: una promessa ancora da mantenere
I veicoli a celle a combustibile utilizzano l’idrogeno gassoso per generare elettricità attraverso una reazione chimica, con l’unica emissione di vapore acqueo. Il principale vantaggio dell’idrogeno è la sua praticità per le lunghe distanze: il rifornimento richiede pochi minuti, rendendolo competitivo con i veicoli a combustione interna. Questo lo rende attraente per l’impiego su mezzi pesanti, treni e navi. Inoltre, l’idrogeno può agire come un vettore energetico per immagazzinare energia rinnovabile in eccesso, che altrimenti andrebbe persa.
Le sfide, tuttavia, sono notevoli. L’efficienza complessiva del ciclo “dal pozzo alla ruota” (well-to-wheel) è molto bassa. Produrre idrogeno (specialmente “verde” da fonti rinnovabili), comprimerlo, trasportarlo e immagazzinarlo comporta una significativa perdita di energia, che si aggira intorno al 60-70%. Questo rende il processo meno efficiente rispetto alla ricarica diretta di una batteria. Il costo dei veicoli a celle a combustibile e, soprattutto, l’installazione delle stazioni di rifornimento sono ancora proibitivi. L’infrastruttura è praticamente inesistente nella maggior parte dei Paesi, e la sua costruzione richiede investimenti massicci.
Confronto fra infrastrutture ed efficienza
Dal punto di vista dell’efficienza energetica, la mobilità elettrica a batteria vince il confronto. Un veicolo elettrico utilizza direttamente l’energia della rete per caricare la batteria, con perdite minime. Al contrario, l’energia utilizzata per produrre, trasportare e convertire l’idrogeno si traduce in una grande dispersione. Per lo stesso chilometraggio, un veicolo a idrogeno richiede molta più energia primaria.
Le infrastrutture sono un altro punto di forte contrasto. La rete elettrica è già presente ovunque, e l’installazione di una colonnina di ricarica è tecnicamente più semplice ed economica rispetto a una stazione di rifornimento per idrogeno, che deve gestire un gas altamente infiammabile e compresso. La crescita delle colonnine di ricarica, sia private che pubbliche, sta superando di gran lunga quella delle stazioni per l’idrogeno, che richiedono ingenti investimenti e una pianificazione strategica complessa.
Applicazioni e scenari futuri
Il dibattito non riguarda solo le auto private. La vera complementarità tra idrogeno ed elettricità emerge quando si considerano le diverse applicazioni di trasporto. L’idrogeno si rivela una soluzione più promettente per il trasporto pesante su lunghe distanze: camion, navi mercantili, treni non elettrificati e persino aerei. In questi settori, il peso delle batterie e i lunghi tempi di ricarica rendono i veicoli elettrici a batteria meno pratici. L’idrogeno, con la sua alta densità energetica e il rapido rifornimento, offre una soluzione più scalabile e flessibile.
Al contrario, i veicoli elettrici a batteria sono perfetti per la mobilità urbana e interurbana, dove le distanze sono più brevi e la rete di ricarica può essere facilmente sviluppata. La loro efficienza li rende la scelta ottimale per auto, scooter e autobus che operano in un’area definita.
Il futuro della mobilità sostenibile non sarà una battaglia tra idrogeno ed elettricità, ma una sinergia tra le due tecnologie. L’idrogeno non è un nemico dell’elettrico, ma un complemento necessario per la decarbonizzazione totale del settore dei trasporti. La chiave per la transizione energetica risiede nello sviluppo parallelo di entrambe le infrastrutture e nella promozione di un approccio flessibile che sfrutti i punti di forza di ciascuna tecnologia.