I tormenti del Pd a Bologna sulla cittadinanza a Francesca Albanese
- Postato il 3 dicembre 2025
- Di Il Foglio
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I tormenti del Pd a Bologna sulla cittadinanza a Francesca Albanese
Per un attimo è sembrato che i dem avessero dichiarato guerra a uno dei loro punti di riferimento degli ultimi mesi, Francesca Albanese. La miccia? Ovviamente le dichiarazioni della relatrice dell'Onu sull'assalto alla Stampa, "monito" per i giornalisti e la stampa tutta "per tornare a fare il proprio lavoro". L'epicentro del ripensamento dem è stato proprio Bologna, la città che tra i primi comuni importanti aveva deciso di conferire ad Albanese la cittadinanza onoraria. Le polemiche dentro il partito a seguito delle improvvide dichiarazioni della relatrice Onu sull'assalto alla Stampa hanno messo in difficoltà il sindaco Matteo Lepore, che nelle settimane precedenti ha fatto sua la linea più pro Albanese di Emily Clancy, la sua vicesindaca ed esponente di Coalizione civica, lista di sinistra con cui il sindaco governa la città.
Sono stati infatti i consiglieri del Pd bolognese a chiedere un ripensamento su Francesca Albanese. In prima linea la consigliera comunale Cristina Ceretti: "Quella cittadinanza, alla luce di queste parole, non la rivoterei". Forti critiche sono arrivate dall'ala riformista che orbita intorno all'ex sindaco dem Virginio Merola, il quale ha definito la decisione di conferire la cittadinanza "una scelta affrettata". A livello nazionale è stato il deputato Pd Andrea De Maria, con una intervista a Repubblica, a far scoppiare il caso: "La libertà di stampa non è negoziabile, il monito lo mandavano i fascisti. Le sue parole sono francamente incompatibili con la cittadinanza onoraria di Bologna". Anche il segretario provinciale di Bologna, Enrico De Stasi, era stato netto: "Chiunque pensi di contribuire alla causa palestinese con affermazioni che alimentano tensione, delegittimazione o violenza non aiuta quella causa, ma la danneggia profondamente”.
Un attacco e un fuoco amico continuo, che forse risponde ai malumori che sono emersi in questi mesi nei confronti della relatrice Onu dopo il rimprovero al sindaco reggiano Marco Massari fino all'uscita infelice sui lavoratori napoletani, considerati più pigri di quelli milanesi. Tre indizi fanno una prova, si dice, in questo caso una condanna.
La stessa vicesindaca di Bologna, Emily Clancy sulla questione ha dovuto scegliere il silenzio, manifestando un certo imbarazzo. Solo nel pomeriggio di ieri ha pronunciato qualche parola, cercando di difendere la sua scelta: "Una frase molto sbagliata ha distolto l'attenzione da una condanna netta, che lei aveva comunque espresso in un ragionamento più articolato".
Ma qual è il risultato di tanto sdegno? A distanza di tre giorni, per il sindaco Lepore è acqua passata: "Cittadinanza ad Albanese? Abbiamo cose più importanti di cui occuparci". E infatti, la mozione presentata dall'opposizione in consiglio comunale bolognese per revocare il conferimento della cittadinanza non è stata inserita nell'ordine dei lavori, pur essendo stata considerata ammissibile. Per un passo indietro non c'è alcuna urgenza. In teoria dunque, votato il conferimento, la cittadinanza dovrebbe essere consegnata alla relatrice Onu, ma almeno per il momento l'amministrazione dem si guarda bene dal fissare una data per la cerimonia ufficiale.
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