I tormenti del Lecce di Marco Giampaolo

  • Postato il 18 aprile 2025
  • Di Il Foglio
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I tormenti del Lecce di Marco Giampaolo

Con due punti rimediati nelle ultime otto partite, peraltro contro Monza e Venezia, e un’atmosfera da fine del mondo, imposta anche dall’urgenza di una classifica che sta diventando via via più angosciante settimana dopo settimana, il Lecce si presenta alla partita di sabato contro il Como sapendo di non avere più la minima chance di sbagliare, e non solo perché subito dopo ci sarà il doppio confronto con Atalanta e Napoli che non promette nulla di buono.

 

Marco Giampaolo sembrava aver scacciato i demoni che avevano segnato gli ultimi anni della sua carriera, il tutto in un contesto tutt’altro che semplice: ritenuto unanimemente tecnico che ha bisogno di tempo per incidere, sapeva bene che quel tempo, arrivando a stagione in corso, sarebbe stato difficile da trovare. Ma la stagione del Lecce si è accartocciata su se stessa all’improvviso, tra punti persi in maniera banale, errori grossolani dei singoli, anche qualche episodio aberrante a livello arbitrale, come l’inesistente rigore che ha deciso la gara interna con l’Udinese.

   

I numeri, presi senza considerare quello più importante, e cioè il dato dei punti che ora come ora vedrebbe i giallorossi comunque salvi, non fanno ben sperare: terza peggior difesa alle spalle del Verona, che paga soprattutto alcuni singoli passaggi a vuoto (23 dei 59 gol subiti sono racchiusi in cinque gare contro Atalanta, due volte, Lazio, Empoli e Inter), e del derelitto Monza, e soprattutto peggior attacco del torneo, con i dieci centri di Krstovic che valgono quasi la metà dell’intero fatturato (23 reti). E se a livello tattico l’idea sembra ruotare in maniera chiara attorno al 4-2-3-1, nonostante l’occasionale passaggio alla difesa a tre in casa della Juventus, è soprattutto il deserto tecnico a preoccupare, con Karlsson che non ha alzato il livello qualitativo della trequarti, Pierotti e Tete Morente destinati a fiammate occasionali, Rebic ridotto al simulacro dell’attaccante che fu.

 

Deve comunque far riflettere e discutere il fatto che dopo il pari con il Venezia la società sia stata contestata: pur in un contesto di sacrosanta preoccupazione, il Lecce fa con quel che ha a disposizione, senza compiere il passo più lungo della gamba. Salvarsi è l’equivalente di vincere lo scudetto e, pur tra mille difficoltà, i giallorossi sono pienamente in corsa per mantenere la categoria per il terzo anno consecutivo. Dopo la sconfitta con la Juventus, Giampaolo ha provato ad alzare la voce sul discorso arbitrale, rivendicando un rigore negato a Krstovic e la punizione in pieno recupero che avrebbe garantito al Lecce di giocarsi un’ultima chance disperata dopo una partita in cui a lungo aveva faticato a raccapezzarsi contro la squadra di Tudor. Si dirà che non sono queste le gare in cui far punti, ma il Parma ha di recente rialzato la testa grazie a una vittoria e un pareggio ottenuti contro Bologna e Inter; il Venezia ha fermato sullo 0-0 casalingo Lazio, Atalanta e Napoli; il Lecce, invece, si è visto persino rimontare dal 2-0 al 2-3 dall’ondivago Milan. Giampaolo non può più sbagliare, il calendario è preoccupante e lo spettro del ritorno di Gotti è dietro l’angolo. Sarebbe il nono esonero della carriera contando solo la Serie A, dopo Cagliari (due volte), Siena, Catania, Cesena, Milan, Torino e Sampdoria. Contro il Como, spesso bello e sprecone, è arrivata l’ora della tanto sbandierata ultima spiaggia.

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Autore
Il Foglio

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