I sindaci savonesi vogliono il raddoppio. Rixi: “Tutti vogliono le opere, nessuno i cantieri. Serve condivisione”

  • Postato il 23 ottobre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Edoardo Rixi raddoppio ferrovia a monte generica

Roma. Le riserve, ovviamente, non mancano. Ma se c’è una cosa su cui tutti i sindaci della provincia di Savona sembrano d’accordo è proprio lo spostamento a monte della ferrovia tra Finale Ligure e Andora. Attenzione, però: questo non significa che i primi cittadini abbiano dato carta bianca a governo e RFI per la realizzazione dell’opera.

Certo che no. E infatti ieri, a Roma, all’incontro con il viceministro Rixi, c’erano praticamente tutti (tranne la sindaca di Ceriale, Marinella Fasano – nel suo comune la linea passerà in galleria per circa quattro chilometri), con fogli e appunti in mano, pronti a leggere ai rappresentanti del governo e di Ferrovie le loro osservazioni.

A Roma incontro sul raddoppio ferroviario

Durante la riunione, organizzata dal governo e alla quale hanno preso parte anche il commissario straordinario Vincenzo Macello e i rappresentanti delle categorie coinvolte (Coldiretti e CIA), i sindaci dei comuni toccati dal raddoppio hanno avuto modo di dire la loro.

Gli interventi? Molto diversi tra loro. Prendiamo due esempi agli antipodi: Alassio e Albenga. Nel primo caso, il sindaco Marco Melgrati avrebbe quasi potuto “saltare” l’incontro romano: l’impatto dell’opera sul suo territorio sarà minimo, quasi “simbolico”. Verrà abbattuto solo un edificio in disuso, poi tutto andrà sottoterra.

Tutt’altra musica invece per il primo cittadino ingauno, Riccardo Tomatis. Il fascicolo delle sue osservazioni era — letteralmente — il più spesso di tutti. E non c’è da stupirsi: la Piana di Albenga sarà la zona più coinvolta, non solo per gli espropri, ma anche per l’impatto visivo (e non) dei cantieri, che dureranno — se tutto filerà liscio — almeno sette anni. Lo abbiamo incontrato ieri davanti al MiT, poco prima dell’incontro. E le sue parole hanno confermato che, pur essendo favorevole al raddoppio, la sua è la posizione con più riserve in assoluto. Come dire: se tra tutti i sindaci savonesi ce ne fosse uno “quasi contrario”, sarebbe probabilmente lui.

Tra quelli che invece sono usciti dal ministero col sorriso stampato in faccia c’era il sindaco di Andora, Mauro Demichelis. Nel comune ponentino è presente quella che abbiamo definito come una vera e propria “stazione di mezzo sospesa tra passato, presente e futuro“. Dopo il suo intervento dentro al parlamentino del MiT, Demichelis è stato praticamente l’unico ad ottenere luce verde sia da RFI sia dal governo per quanto riguarda il nuovo sovrappasso ferroviario di via San Lazzaro: “Sarà alto almeno cinque metri e mezzo — ha spiegato Demichelis — così da permettere il passaggio dei mezzi pesanti e straordinari delle aziende di cantieristica navale che operano sul territorio o che trasportano le imbarcazioni verso il porto turistico”.

Tra i più “raggianti” merita una menzione anche il sindaco di Loano: con il raddoppio spariranno ben sette passaggi a livello (sei, per i più pignoli, più uno). Una enorme rivoluzione per la viabilità sulla via Aurelia loanese, che solo chi la percorre ogni giorno — soprattutto d’estate — può davvero capire. Certo, si perderà una stazione, sostituita da una fermata. Ma per il primo cittadino loanese i dubbi sono pari a zero: “La nuova infrastruttura — ha ricordato — migliorerà la qualità della vita e la competitività del territorio”.

Rixi, uomo di governo ma ancor prima uomo di territorio, sa bene che un’opera del genere avrà un impatto enorme, soprattutto nella fase dei cantieri.  E infatti, ieri, dopo aver annunciato l’intenzione di finanziare l’opera con la Legge di Bilancio del 2026, ha subito fissato i paletti: l’intenzione del governo è conoscere nel dettaglio le diverse situazioni e restare vicino agli enti e alle attività che saranno interessate dai lavori.

La visione del viceministro, però, va oltre. Perché in quest’ottica il raddoppio non è “solo” una grande opera: è l’unica che il Paese può permettersi di finanziare: “Il vero tema — ha spiegato Rixi ai microfoni di iVG — è chiudere il progetto e condividerlo con tutti. Dobbiamo evitare che i cambi di amministrazione facciano perdere i fondi. Se decidiamo di finanziare quest’opera, significa che non ne finanzieremo altre: il Paese non è abbastanza ricco per farle tutte. È una scelta, a mio avviso, intelligente: abbiamo due linee ferroviarie che ci collegano con la Francia e la penisola iberica, il Frejus e Ventimiglia. E a Ventimiglia la linea è quasi inutilizzabile, per i motivi che conosciamo”.

Raddoppio ferroviario Roma Incontro

Sul fondo di tutto questo, resta anche il grande sogno della Ciclovia tirrenica, ricordato dallo stesso Rixi.

Tutti favorevoli, quindi? Non proprio. Ieri a Roma, i rappresentanti di Coldiretti hanno espresso tutto il loro disappunto. E non sono i soli: c’è il Comitato territoriale, che da anni si batte contro la realizzazione dell’opera (e di cui abbiamo più volte scritto), ma anche imprenditori e cittadini direttamente interessati dal nuovo tracciato e dalle opere complementari.

Insomma, tutti d’accordo a Roma… un po’ meno se si guarda al territorio. Come ha ricordato lo stesso Rixi: “Tutti vogliono le opere, ma nessuno vuole i cantieri. E con una grande opera come questa, qualche criticità sarà inevitabile”.

Insomma, sciûsciâ e sciorbî no se pêu.

Autore
Il Vostro Giornale

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