I “safari” a Sarajevo, a Milano l’inchiesta sui “cecchini del week-end”. Anche italiani i turisti della guerra

  • Postato il 11 novembre 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Partivano dall’Italia pagando somme “ingenti” ai militari serbi per partecipare all’assedio di Sarajevo e sparare “per divertimento” contro i cittadini della capitale bosniaca durante la guerra.

I turisti della guerra a Sarajevo

Per individuare questi “turisti della guerra” a Milano è aperta un’inchiesta che punta a individuare coloro che parteciparono al massacro di oltre 11mila persone tra il 1993 e il 1995. Il fascicolo – di cui aveva già scritto Il Giornale a luglio – è stato aperto dal pm Alessandro Gobbis con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai motivi abbietti, al momento a carico di ignoti.

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I “safari” a Sarajevo, a Milano l’inchiesta sui “cecchini del week-end”. Anche italiani i turisti della guerra (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Il fascicolo nasce dall’esposto presentato dal giornalista e scrittore Ezio Gavazzeni, con la collaborazione di due avvocati e dell’ex magistrato Guido Salvini.

In base alle testimonianze raccolte, da tutto il nord Italia questi ‘cecchini del weekend’, perlopiù simpatizzanti di estrema destra con la passione per le armi, si radunavano a Trieste e venivano portati poi sulle colline attorno a Sarajevo dove potevano sparare sulla popolazione della città assediata dopo aver pagato le milizie serbo-bosniache di Radovan Karadzic.

“Ricchi stranieri amanti di imprese disumane”

Nel fascicolo c’è anche una relazione su questi “ricchi stranieri amanti di imprese disumane” inviata alla Procura di Milano dall’ex sindaca di Sarajevo Benjamina Karic.

La vicenda dei ‘safari’ a Sarajevo era stata denunciata in un libro – “I bastardi di Sarajevo” – pubblicato nel 2014 e ripubblicato quattro anni dopo, scritto da Luca Leone, giornalista, scrittore e co-fondatore di Infinito Edizioni che lo aveva editato.

Leone, che si era interessato a lungo e in maniera approfondita delle vicende bosniache, soprattutto legate al conflitto, era intervenuto nel 2022 in occasione dell’uscita di ‘Sarajevo Safari’, il documentario dello sloveno Miran Zupanic.

“I giornalisti che lavoravano a Sarajevo, ma anche tutta la popolazione assediata della citta’ durante la guerra, sapevano” del caso dei cecchini paganti, confermò all’ANSA.

“Un fine settimana a sparare sui civili”

“Stranieri da tutta Europa – c’erano anche italiani – pagavano ai checkpoint gestiti dai paramilitari serbi sia in Croazia sia in Bosnia per poi passare un fine settimana a sparare sui civili” sopra Sarajevo, disse all’epoca.

Lo scrittore aveva descritto nel libro il cecchinaggio compiuto da stranieri come un normale pacchetto turistico parlando anche di un italiano – guidato dal paramilitare e killer Snajper – tranquillo imprenditore che non si accontenta di uccidere di frodo orsi e altri animali, ma nel fine settimana di trasgressione vuole provare, come altri prima di lui, il brivido di uccidere un essere umano. One shot, un colpo una vittima, tutto in sicurezza, con garanzia di fuga compresa e di impunità.

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Autore
Blitz

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