I Re Magi antigovernativi

I Re Magi antigovernativi



Benedetto Della Vedova, Marco Cappato e il segretario di +Europa Riccardo Magi. Sovvenzionati dal miliardario George Soros e adorati da Elly Schlein, portano in dono accoglienza ai migranti, carne sintetica, droghe libere ed eutanasia.


Si avvicina il Natale. Arriva la Befana. E anche Ia politica italiana ha i suoi Re Magi. Non portano in dono oro, incenso e mirra. Laica spavalderia, piuttosto. A differenza dei tre protagonisti del presepe, spandono anti cattolicesimo e detestano le tradizioni. Tanto da guadagnarsi l’imperitura stima di Elly Schlein. La segretaria dem, altra mangiapreti, intride il programma del suo Pd con le loro proposte. Eccoli, quindi. Riccardo Magi, che dà il nome al trio, offre immigrazione selvaggia. Benedetto Della Vedova porge antiproibizionismo. Marco Cappato elargisce eutanasia.

Specificità non esaustive. In definitiva, siamo alle solite: le urgenze sono quelle di George Soros. Difatti il finanziere statunitense sovvenziona le loro battaglie. È l’arci progressismo, insomma. Alla lista delle impellenze si potrebbero aggiungere: ong spadroneggianti, utero in affitto, ecotalebanesimo. L’ultima passionaccia della triade è però la carne sintetica, pardon coltivata. Coreografico come sempre il sostegno alla causa. Cartelloni e provocazioni. Vedi la scritta che ha fatto imbestialire il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini: «Coltivate ignoranza».

Riassuntino: Magi e Della Vedova, davanti a Montecitorio, esibiscono il dileggiante slogan in una manifestazione degli allevatori. Si sfiora la rissa. Si finisce al tiggì. Proprio come auspicato dai due parlamentari di +Europa. Frase cult della baruffa: «Non vi votano neanche le vostri mogli!» urla Prandini. Colorito ma realistico. Due per cento fisso: dalle urne ai sondaggi. L’ultima volta Magi e Della Vedova sono stati eletti grazie alle benevolenza dell’allora segretario dem, Enrico Letta. Al prossimo giro, l’intendimento resta identico. Elly li adora. Del Pd erano una quota. Ora sono la cifra. Il più magio è Magi. Eletto, lo scorso febbraio, segretario di +Europa. Al posto di Della Vedova.

Occhialini rotondi, allampanato, dolente. Questa legislatura, dopo lungo e insostenibile anonimato, segna la sua consacrazione. Ovvio. Prima al governo c’erano gli amici piddini, seppur sotto mentite spoglie. Ora, finalmente, si ragiona. Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Pericolosa conservatrice. Amica persino di Victor Orbán, premier magiaro odiato da Soros. Uno sballo. Meglio della ganja libera. È tempo dunque di ritirare fuori pennarelli e fogli A4. Cartelli irridenti, come quello che sostiene la carne coltivata. Oppure quell’altro, a favore della liberalizzazione delle droghe, esibito davanti a Meloni: «Cannabis: se non ci pensa lo Stato ci pensa la mafia». E lei, comprensiva: «Sono stata per anni al tre per cento. Capisco cosa significa cercare la visibilità».

Aizzare non è un’eventualità, ma un obbligo. Istinto di sopravvivenza. La premier si accorda con l’omologo albanese, Edi Rama, per spostare parte dei migranti intercettati dalle navi italiane? Magi, a favor di agenzia, spara: il governo vuole costruire una «Guantanamo» in Albania. Boom. È quello che vorrebbe dire Elly, inguaribile antagonista. Deve contenersi, però. Magi è invece l’onorevole rompighiaccio. S’accompagna al poliedrico Della Vedova: già pannelliano, berlusconiano, finiano, montiano, draghiano. Raggiunte le 61 primavere, è costretto a ripartire dal via. Radicalissimo, dunque: fine vita, droghe leggere, adozioni omosessuali. Elly adora anche lui.

Assieme a loro, sogna di duellare sul suicidio assistito. C’è già una proposta di legge, depositata da Marco Cappato: terzo dei Re Magi, vessillifero dell’eutanasia, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, l’uomo che accompagnò Dj Fabo a morire in Svizzera. Elly stravede pure per lui. Un apolide. Lascia +Europa nel 2019, dopo essere stato sconfitto da Della Vedova nella disfida per la segreteria. Denuncia «pratiche di voto organizzato» da primissima repubblica. I pullman sarebbero stati riempiti dal democristianissimo Bruno Tabacci, all’epoca dirigente del partito. Ma gli amori degli ex radicali, come cantava Venditti, «fanno giri immensi e poi ritornano». Cappato, con l’entusiastico appoggio di +Europa, si candida la scorsa estate alle suppletive brianzole, dov’è in palio il seggio senatoriale di Silvio Berlusconi. A seguire, arriva l’appoggio di Schlein. Accolto dal Pd monzese come una sciagura, viene però surclassato da Adriano Galliani. Rimane comunque un indispensabile alfiere.

Sfuggito il seggio a Palazzo Madama, Cappato pare destinato a correre alle prossime europee nel tripudio progressista. Antimeloniano sfegatato pure lui. I Re Magi marciano divisi per colpire uniti. Dopo la lite con Prandini, Cappato si appella al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per tenere «in seria considerazione i problemi che pone la legge approvata dal parlamento in materia di divieto di carne coltivata prodotta in laboratorio». Stavolta Elly non può esporsi. Sindaci e governatori dem vantano superbi rapporti con Coldiretti. Meglio rimandare avanti i Re Magi. Il dialogo, d’altronde, prosegue proficuamente. Appena eletta segretaria, Schlein sottoscrive due proposte di legge presentate da Magi alla Camera: una per la produzione di cannabis, l’altra per la coltivazione domestica. Ed è cofirmataria di «Ero straniero», depositata in commissione Affari costituzionali dal segretario di +Europa. Prevede: abolizione del reato di clandestinità e maxi sanatoria degli irregolari. Il progetto ha avuto due lauti finanziamenti da Open Society.

È la fondazione di Soros, autore del leggendario attacco speculativo alla lira nel 1992. Già, il suo impero del bene finanzia pure i Radicali italiani, poi confluiti in +Europa. Nel 2017, mentre Magi è segretario del partito, arrivano due versamenti: quasi 300 mila dollari, in totale. Destinati appunto a favorire la raccolta di firme per la proposta sottoscritta lo scorso marzo dalla segretaria dem. La banca dati di Open society dettaglia lo scopo della donazione: «Promuovere una riforma globale della legge italiana sull’immigrazione attraverso un’iniziativa dei cittadini, che mira a fornire sollievo agli immigrati e migliorare il loro benessere sociale generale». Continuando a compulsare l’archivio, si scoprono pure sei contributi a No peace without justice, ong creata da Emma Bonino: 392 mila dollari tra il 2016 e il 2018. Del resto, l’amicizia con la storica leader radicale resta indissolubile.

Anche l’associazione Luca Coscioni, di cui è tesoriere Cappato dal 2010, ha ricevuto due bonifici dalla fondazione del multimiliardario ungherese. Il primo è del 2016: 102 mila dollari «per promuovere la regolamentazione e la depenalizzazione in Italia della droga». L’altro arriva 5 anni dopo: 50 mila dollari, per «spese generali». Soldi che si aggiungono alle donazioni personali del finanziere, denunciate da Carlo Calenda: «Soros ha sovvenzionato con 1 milione e mezzo di euro +Europa, ponendo quale condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista» dice il leader di Azione, dopo il voltafaccia di +Europa alle ultime politiche. Della Vedova ammette un sostanzioso obolo di 312 mila euro, aggiungendo: «Soros non ci ha mai chiesto nulla. Il suo è un contributo ideale. Sono note le sue battaglie, che sono le nostre». Comunque sia: dalla dichiarazione patrimoniale si scopre che il bonifico, ricevuto l’1 settembre del 2022, viene comunicato alla Camera il 22 dicembre.

Lo stesso giorno Magi dettaglia identica donazione. Invia quindi una dichiarazione autografa alla presidenza di Montecitorio, spiegando «di aver ricevuto in data 7 settembre 2022 un bonifico estero di 312 mila euro, quale contributo per la campagna elettorale delle politiche del 25 settembre 2022». Insomma: la propaganda degli ex radicali viene spesata soprattutto dal magnate. Un burattinaio, che vuole «piegare l’arco della storia nella giusta direzione». Con vagonate di dollari, ovvio. Tra le sponsorizzatissime urgenze c’è pure la carne coltivata. Le sue battaglie sono quelle di +Europa. Contributi ideali, spiegano i fortunati percettori. Danari disinteressati. Non resta che credergli. Ma almeno, per carità, ci risparmino l’ultima versione ultra progressista della parabola evangelica: umili Re Magi sfidano tremende avversità per fronteggiare spadroneggianti agricoltori.

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Panorama