I prezzi del petrolio calano e i big del settore, da Chevron a Bp, rispondono falcidiando i posti di lavoro
- Postato il 9 settembre 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Le grandi compagnie petrolifere e del gas di tutto il mondo, inclusi giganti come Chevron e BP, sono in crisi a causa del calo prolungato dei prezzi del petrolio. E in risposta stanno adottando misure drastiche di tagli ai costi, riduzioni degli investimenti e licenziamenti di massa. L’industria dello shale gas negli Stati Uniti è particolarmente vulnerabile, sottolinea il Financial Times facendo il punto della situazione. La scorsa settimana la ConocoPhillips è stata l’ultima ad annunciare licenziamenti (20-25% della forza lavoro, pari a 3.250 dipendenti), un segnale d’allarme per l’intero settore. Nemmeno i gruppi statali sono indenni. Saudi Aramco ha venduto parte della sua rete di oleodotti per raccogliere liquidità, mentre la malese Petronas ha tagliato 5.000 posti di lavoro.
Stando a una ricognizione di Reuters, Chevron prevede tagli pari al 15-20% del suo organico globale, BP ha pianificato la riduzione di 7.000 posti di lavoro (il 5% del totale) e OMV ha tagliato 2.000 dipendenti. L’accetta ha colpito anche il settore dei servizi petroliferi, con Halliburton che ha licenziato 290 persone in Argentina e compagnie come APA Corp e Civitas Resources che hanno ridotto il personale di quasi il 15% e del 10% rispettivamente. In Malesia, la compagnia statale Petronas ha annunciato che lascerà a casa il 10% della sua forza lavoro.
Cause e conseguenze del crollo dei prezzi
Il prezzo del petrolio è calato drasticamente, dimezzandosi dal picco registrato dopo l’invasione russa dell’Ucraina del 2022. La decisione dell‘Opec+ di continuare ad aumentare la produzione, con l’obiettivo di riconquistare quote di mercato e indebolire i concorrenti statunitensi e di altri Paesi non-Opec, sta mettendo ulteriore pressione sui prezzi.
Secondo Wood Mackenzie, sentito dal Ft, il prezzo del Brent scenderà sotto i 60 dollari al barile all’inizio del 2026 e rimarrà per anni su questo livello. Che non consente alle principali compagnie petrolifere occidentali di coprire le spese per investimenti, dividendi e i piani di acquisto di azioni proprie promessi agli azionisti. Alcune aziende come BP hanno già ridotto i riacquisti e Morgan Stanley prevede che lo faranno anche altre nei prossimi mesi.
L’impatto sul settore e sui lavoratori
Il rallentamento degli investimenti è evidente. Si prevede che quest’anno la spesa globale in conto capitale per l’estrazione di petrolio e gas diminuirà per la prima volta dal 2020. Negli Stati Uniti, questo rallentamento causerà un calo della produzione per la prima volta dal 2021.
Le conseguenze sui lavoratori sono pesantissime, soprattutto in Texas, cuore dell’industria petrolifera statunitense. Chevron e Conoco hanno avviato ristrutturazioni radicali in seguito a importanti acquisizioni, affidando a società di consulenza il compito di supervisionare le riduzioni. L’amministratore delegato di Chevron, Mike Wirth, ha giustificato la scelta dicendo che “il modo migliore per proteggere il maggior numero di posti di lavoro per il maggior numero di persone è rimanere competitivi. Dobbiamo prendere in mano il nostro futuro”. In aggiunta ai tagli, il settore sta cercando di ottimizzare le operazioni attraverso l’outsourcing e le nuove tecnologie. Posti di lavoro come quelli amministrativi e contabili vengono trasferiti in Paesi come l’India, mentre l’intelligenza artificiale offre nuove opportunità per fare di più con meno risorse.
La situazione è particolarmente critica per i produttori statunitensi di shale, che hanno bisogno di prezzi del petrolio più alti per essere redditizi. Il calo dei prezzi e l’aumento dei costi stanno mettendo in difficoltà le attività di perforazione, spiega al Ft Roe Patterson di Marauder Capital: “I produttori nazionali di petrolio hanno difficoltà a sostenere le trivellazioni e le spese in conto capitale a causa dell’aumento dei costi causato dalle tariffe e ai prezzi bassi dovuti all’aumento della produzione dell’Opec, che sta causando una perdita di posti di lavoro”.
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