I prezzi del carrello della spesa continuano a correre anche in agosto (+3,5%). Consumatori: “+384 euro annui per ogni famiglia”
- Postato il 29 agosto 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Ad agosto l’inflazione rallenta leggermente, ma non per le famiglie che fanno la spesa. Che continuano a fare i conti con rincari sul carrello della spesa sempre più marcati di mese in mese. Secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’1,6% su base annua, in lieve calo rispetto al +1,7% di luglio. Ma i beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano da +3,2% a +3,5%, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (benzina, generi alimentari, spese quotidiane) passano da +2,3% a +2,4%. Anche gli alimentari freschi (frutta, verdura, carne, pesce) aumentano più che a luglio, dal +5,1% al +5,6%, così come quelli lavorati (+3% da +2,8%).
“In termini di spesa, equivale ad un aggravio da +384 euro annui per una famiglia con due figli“, fa i calcoli il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso. Gli italiani “devono affrontare una stangata alimentare che, a parità di consumi, vale 6,8 miliardi di euro annui in termini di maggiore spesa per l’acquisto di cibi e bevande”. Beni primari di cui “i cittadini non possono fare a meno” e “i cui aumenti incidono sulla capacità di spesa delle famiglie erodendo i redditi e cambiando profondamente le abitudini alimentari degli italiani. Un trend che si sta aggravando di mese in mese, e che dovrà portare questo autunno il governo a studiare misure ad hoc , quando le famiglie saranno costrette ad affrontare i costi legati al rientro dalle vacanze, a partire da quelle per la scuola”.
Il raffreddamento del dato generale è dovuto al contrario soprattutto alla dinamica dei prezzi dell’energia: i beni energetici regolamentati passano da un incremento tendenziale del +17,1% al +12,9%, mentre quelli non regolamentati accentuano la flessione (da -5,2% a -5,9%). Un contributo disinflazionistico arriva anche dai servizi di comunicazione, in rallentamento da +0,5% a +0,2%. Ma se l’energia frena, il costo della vita quotidiana non smette di crescere.
Un andamento simile riguarda i servizi: in accelerazione quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona (+2,9% da +2,7%) e i trasporti (+3,5% da +3,3%). Nel complesso, la crescita dei prezzi dei beni rallenta (da +0,8% a +0,6%), mentre quella dei servizi si amplia (da +2,6% a +2,7%). Il differenziale di inflazione tra i due comparti si allarga così a +2,1 punti percentuali, dai +1,8 di luglio.
Nel complesso, la dinamica dei prezzi evidenzia un paradosso: il rallentamento dell’inflazione “headline” non si traduce in un alleggerimento per le famiglie, che continuano invece a percepire un aumento del costo della vita quotidiana, soprattutto sul fronte della spesa alimentare e dei servizi essenziali.
Anche l’inflazione di fondo, cioè il dato che esclude le componenti più volatili come energia e alimentari freschi, mostra un lieve incremento, passando da +2% a +2,1%. L’inflazione al netto dei soli beni energetici sale da +2,2% a +2,3%. Secondo le stime preliminari, l’inflazione acquisita per il 2025 si attesta a +1,7% per l’indice generale e a +2,1% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), che tiene conto della comparabilità europea, registra invece un calo mensile dello 0,2% (effetto dei saldi estivi) e un aumento annuo dell’1,7%, stabile rispetto a luglio.
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