I pipistrelli vampiro (Desmodus rotundus) sono una grave minaccia per gli allevatori dell'America centrale e meridionale, poiché contagiano il bestiame diffondendo la rabbia. Vaccinarli con metodi tradizionali come le siringhe è complesso, ma ora uno studio pubblicato in preprint su biorXiv ha testato un altra tecnica interessante e, pare, efficace: ricoprire il pelo degli animali con un vaccino orale in gel, e aspettare che siano loro stessi a vaccinarsi l'un l'altro leccandosi a vicenda.. Un problema serio. In centro e sudamerica i pipistrelli vampiro causano in media 450 epidemie di rabbia ogni anno, con un costo per gli allevatori stimato in 50 milioni di dollari dal momento che il virus contagia non solo le mucche, ma può diffondersi anche tra maiali e cavalli.
Sembrava che i cosiddetti vampiricidi, gel velenosi pensati per essere applicati sul pelo degli animali ed essere diffusi tramite la pratica del grooming (il modo in cui molti mammiferi si puliscono il pelo o la pelle a vicenda, nel caso dei vampiri leccandosi), potessero essere una soluzione: tuttavia si sono rivelati controproducenti, poiché uccidevano solo una parte della colonia facendo migrare in altre zone i membri rimanenti e favorendo la diffusione della rabbia.. Un vaccino... da leccare. Dal momento che inoculare vaccini a una colonia di animali volanti selvatici non era certo una strada percorribile, gli studiosi hanno deciso di unire i due approcci e creare un vaccino orale da applicare sottoforma di gel fluorescente (per monitorarne la diffusione tra i pipistrelli).
Gli autori dello studio hanno dunque applicato il gel al pelo di 24 pipistrelli appartenenti a una colonia di 117 membri, per poi rilasciarli. Tre giorni e sette giorni dopo la somministrazione, hanno catturato 48 pipistrelli prelevando un campione di pelo: l'88% dei pipistrelli risultava vaccinato – anche se i maschi adulti erano quelli meno vaccinati, a dimostrazione che il grooming sociale è una pratica più diffusa tra femmine adulte e pipistrelli giovani.. Il prossimo passo è testare il vaccino in colonie più numerose e scoprire se, oltre a bloccare la diffusione del virus della rabbia, benefici in qualche modo i pipistrelli, rafforzandoli e facendo crescere le popolazioni. Secondo i ricercatori questa stessa strategia potrebbe essere utilizzata su altre specie di pipistrelli che ospitano il virus della rabbia, o anche per proteggere i pipistrelli da altre minacce come la sindrome del naso bianco, una malattia fungina mortale..