I pericoli nascosti delle piscine, come difendersi da germi e batteri

  • Postato il 30 luglio 2025
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Le piscine, simbolo di relax e refrigerio estivo, possono trasformarsi in un rischio sanitario se non gestite correttamente. Come ricorda BBC Health, la qualità dell’acqua e la pulizia degli impianti variano non solo da Paese a Paese, ma anche da regione a regione. Gli ambienti umidi e frequentati da molte persone diventano potenziali veicoli di trasmissione di virus, batteri, funghi e protozoi. Secondo studi recenti, un adulto ingerisce in media 21 mL d’acqua all’ora durante una nuotata, un bambino fino a 49 mL: quantità sufficienti per contrarre infezioni intestinali se l’acqua è contaminata.

Tra i virus intestinali più comuni si trovano adenovirus, norovirus, rotavirus, il virus dell’epatite A e gli enterovirus. Questi patogeni si trasmettono tramite l’ingestione o l’inalazione di acqua contaminata da materiale fecale, causando sintomi come diarrea, febbre, nausea e crampi. Esistono poi virus non intestinali, come il papilloma virus e il mollusco contagioso, che si diffondono per contatto con superfici infette (pavimenti, docce, piastrelle) o oggetti condivisi. Le conseguenze vanno da semplici irritazioni a infezioni cutanee più gravi.

Anche batteri e funghi giocano un ruolo importante nei rischi legati alle piscine. Staphylococcus, Pseudomonas e micobatteri non tubercolari possono provocare otiti, follicoliti e infezioni della pelle, mentre funghi come Trichophyton e Microsporum causano classiche micosi, come il piede d’atleta. Tra i protozoi, particolarmente insidiosi sono Giardia e Cryptosporidium, ma anche casi rari e gravi come la Naegleria fowleri, la cosiddetta “ameba mangia-cervello”, che può provocare un’encefalite letale.

Cloro e controlli: tra sicurezza e differenze internazionali

La disinfezione dell’acqua resta la principale arma contro la diffusione di patogeni. Il cloro è il presidio più utilizzato fin dal 1903, ma la sua efficacia dipende da vari fattori: concentrazione corretta, stabilità chimica e distribuzione uniforme. Non basta dunque aggiungere cloro: è necessaria una gestione accurata e costante, come sottolinea Aldo Manzin, microbiologo dell’Università di Cagliari. Le normative stabiliscono parametri minimi, ma il rispetto dipende da chi gestisce gli impianti.

Il panorama europeo evidenzia forti disparità normative. In Germania sono obbligatori impianti automatizzati per il trattamento dell’acqua, mentre nel Regno Unito non esiste una legge vincolante ma solo linee guida. In Spagna, l’attuazione degli standard è affidata alle singole regioni, portando a una grande varietà di approcci. Più uniforme la situazione in Francia, dove i controlli governativi assicurano standard elevati e continui.

In Italia, la normativa è definita dall’Accordo Stato-Regioni del 2003, con valori di cloro libero tra 0,7 e 1,5 ppm. Tuttavia, l’applicazione concreta è lasciata alle Regioni. Un nodo critico riguarda le piscine private nei contesti turistici, sempre più frequenti con il boom degli affitti brevi. In molti casi non sono esplicitamente regolamentate, e alcune Regioni – come la Lombardia – le considerano ad uso collettivo, mentre altre – come la Sardegna – le escludono dalla normativa.

Prevenzione, buonsenso e responsabilità individuale

La salute in piscina non dipende solo dalle norme o dai disinfettanti, ma anche dal comportamento dei bagnanti. Il buon senso è il primo presidio contro infezioni e contaminazioni. Alcuni segnali di rischio sono facilmente osservabili: acqua torbida, schiuma persistente, odori forti di cloro, presenza di alghe o superfici viscide possono indicare scarsa manutenzione o contaminazione da biofilm batterico.

È importante prediligere strutture con sistemi automatizzati di filtrazione e disinfezione, cartelli informativi aggiornati, ambienti puliti e docce funzionanti. E soprattutto, seguire alcune regole igieniche fondamentali: farsi la doccia prima di entrare in vasca, non condividere asciugamani o costumi, usare sempre le ciabatte, evitare di deglutire l’acqua, e non accedere alla piscina in caso di ferite, infezioni cutanee o disturbi intestinali.

 

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Blitz

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