I paleontologi di tutto il mondo hanno a disposizione un nuovo metodo per individuare le aree dove scavare in cerca di fossili: cercare i licheni, in particolare quelli arancioni.
Lo dice uno studio dell'università di Reading pubblicato su Current Biology, che ha quantificato per la prima volta un fenomeno noto in forma aneddotica ai paleontologi ma mai affrontato in modo sistematico: la preferenza di certe specie di licheni per i substrati che contengono fossili.. Fondamento scientifico. Un tempo considerati "solo" una simbiosi tra alghe (o cianobatteri) e funghi, oggi i licheni sono considerati a buon diritto dei veri e propri micro-ecosistemi, "costruiti" intorno a un fungo e alla sua collaborazione con un organismo autotrofo ma che vedono il coinvolgimento anche di altri funghi e batteri. Abituati a sopravvivere anche in condizioni estreme, i licheni sono organismi pionieri, tra i primi a colonizzare un nuovo ambiente; questo non significa che non abbiano preferenze: tendono a privilegiare suoli basici, calcarei e porosi, dove riescono ad attecchire meglio.. La firma spettrale dei licheni. È noto da tempo, a livello aneddotico, il fatto che dove crescono i licheni sia più facile trovare fossili, al punto che spesso è la loro presenza a indicare per prima che un'area potrebbe essere ricca di resti animali. Il team di Reading che ha condotto lo studio ha messo alla prova questa nozione, analizzando vaste aree del Dinosaur Provincial Park, nell'Alberta, con l'uso di droni in grado di identificare la cosiddetta "firma spettrale" dei licheni.. Preferisco le ossa. L'analisi ha permesso di individuare in particolare due specie di licheni, Rusavskia elegans e Xanthomendoza trachyphylla, entrambe di colore arancione: quando si trovano in un'area ricca di ossa fossili esposte, tendono a colonizzarne fino al 50%, mentre le rocce circostanti, quelle prive di resti fossilizzati, vengono quasi del tutto ignorate (ne viene colonizzato solo l'1%). Secondo gli autori dello studio, il motivo è da ricercarsi nella composizione dei fossili stessi, che sono, appunto, basici, porosi e calcarei.. Non funziona dappertutto. La scoperta promette di rivoluzionare la paleontologia, e in particolare i metodi con cui si va in cerca di nuovi letti fossiliferi da scavare: dove la roccia è arancione, e sono quindi presenti i licheni, è più probabile trovare fossili. Questo sarà di aiuto soprattutto per l'esplorazione di zone remote e difficili da raggiungere: la presenza di licheni, che può venire confermata anche da un semplice drone, indica che vale la pena investire nell'esplorazione.
Va comunque fatto notare che, almeno per ora, il metodo è valido in zone come il Dinosaur Provincial Park, dove capita spesso che le ossa fossili rimangano esposte abbastanza a lungo da venire colonizzate; per quel che riguarda i licheni in altre zone fossilifere, serviranno nuovi studi per approfondire..