I lavoratori del Cnr scendono in piazza: “Basta precariato strutturato, la ricerca ha bisogno di un futuro”

  • Postato il 23 ottobre 2024
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Precari Cnr, il flash mob

Genova. Con il camice bianco e sul volto la maschera che da tempo accompagna le lotte dei precari della ricerca, Filippo, Valeria e Justine raccontano la loro storia. Sono giovani, ma sulle spalle hanno già un’esperienza professionale pluriennale. E una grande incognita sul proprio destino. Oggi sono scesi in strada per avere delle risposte concrete sul loro futuro. Un flash mob organizzato dai ricercatori del Cnr per chiedere alle istituzioni di “prendersi cura di loro” e di tutelare un mondo, quello della ricerca, che di fatto oggi rischia di naufragare.

Filippo è un chimico, studia lo sviluppo delle biofaune sulle superfici antropiche immerse in mare, vale a dire tutto quello che cresce per esempio sulle chiglie delle navi: “Ogni scafo su cui si sviluppa questa fauna perde in termini di performance, con un impatto diretto sul consumo di carburante necessario per la navigazione, il cui consumo può aumentare addirittura del 50%. Qua studiamo soluzioni per prevenire e risolvere questo problema in maniera sempre meno impattante sull’ambiente marino”. Una ricerca importante, soprattutto per una città come Genova, “ripagata” da un contratto di lavoro a tempo determinato, da rinnovare ogni anno: “E sono uno di quelli messi meglio”, conclude Filippo.

Valeria lavora nell’ambito delle tecnologie didattiche. “Studiamo le metodologie educative e le modalità di utilizzo delle nuove tecnologie, capendone impatto e potenzialità“. Un approccio all’avanguardia che in questi anni è diventato fondamentale in un mondo, quello dell’istruzione, cronicamente sempre un passo indietro rispetto al mondo fuori dalle scuole. Valeria è entrata grazie ai fondi del Pnrr, ma le resta un solo anno di contratto. Per il dopo, oggi, non ha alcuna certezza.

E poi Justine, nata in Francia ma genovese d’adozione, con la sua storia di precariato “internazionale”. E’ una archeometra: “Mi occupo della caratterizzazione fisico-chimica dei materiali con cui è composto il patrimonio culturale, sopratutto i metalli”. Una ambito che punta a tutelare i nostri tesori culturali, e che dovrebbe essere portato su un palmo della mano da parte dello Stato: “Sette anni fa ho finito il dottorato, oggi al Cnr ho un assegno di ricerca, che scade tra un anno. Oggi non ho la certezza, quindi, che potrò continuare il mio lavoro”.

Il flash mob genovese, andato in scena questa mattina sotto la sede del Cnr di Genova di Sampierdarena, è stato organizzato nell’ambito di una mobilitazione nazionale indetta in occasione di una riunione de vertici dell’ente: “Ciò è dovuto a seguito dell’assenza di risposte da parte della presidenza del Cnr alle specifiche richieste congiunte delle organizzazioni sindacali”, si legge nella nota stampa diffusa in mattinata.

I punti di questa vertenza sono due: “Chiediamo la definizione di un percorso di reclutamento straordinario per tutti i ricercatori, tecnologi e tecnici-amministrativi secondo “Legge Madia”, il raggiungimento di una stabilità contrattuale e lavorativa anche attraverso l’applicazione della “tenure track” strumento grazie al quale un contratto a termine può essere convertito in un contratto a tempo indeterminato e che venga intrapreso un percorso virtuoso attraverso la programmazione delle attività di ricerca che consenta il superamento del precariato e impedisca la formazione di nuovo precariato strutturale, conseguenza dell’uso sistematico di contratti flessibili”.

Vogliamo un futuro che non sia soltanto dipinto di precarietà – commenta Marta Giugo, coordinatrice della protesta – precarietà che da troppi anni caratterizza la ricerca in Italia. Il 50% dei lavoratori del Cnr hanno un contratto precario o a tempo indeterminato. Il nostro lavoro crediamo sia importante per il futuro della nostra società: nella mani e nelle menti dei lavoratori precari della ricerca nascono oggi gli sviluppo tecnologici di domani. Oggi in tutto il paese i precari del Cnr si sono uniti in questa battaglia, che non finisce qui”.

Alcuni lavoratori ieri pomeriggio sono stati incontrato da Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico “Che si è fatta carico della nostra vertenza, garantendoci un ascolto”, raccontano i ricercatori. Oggi a portare la propria solidarietà Valerio Villanova (Potere al popolo) e Roberta Piazzi (Rifondazione Comunista), candidati per “L’alternativa” che sostiene Nicola Rollando in corsa per la presidenza di Regione Liguria: “E’ un dovere per noi oggi essere qua – commentano – portiamo la nostra solidarietà ai precari di un ente pubblico che a parole viene considerato un’eccellenza da parte della classe politica ma che nei fatti vede le consuete modalità di sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici con precarietà e condizioni di lavori non all’altezza. I lavoratori non sono una merce”.

Autore
Genova24

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