“I giovani che fumano guadagnano di meno”: la scoperta nel nuovo studio
- Postato il 14 gennaio 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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Fumare non solo fa male alla salute, ma anche al portafogli. Uno studio condotto dalla Jyväskylä University School of Business and Economics, in Finlandia, ha scoperto che il fumo ha un effetto negativo sui guadagni tra i lavoratori più giovani, specialmente se hanno un’istruzione più bassa. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nicotine & Tobacco Research.
Gli effetti negativi del fumo sulla salute sono ben noti. Le evidenze scientifiche mostrano che fumare aumenta il rischio di sviluppare vari tumori, problemi respiratori e malattie cardiovascolari, con circa il 14% di tutti i decessi nel 2019 attribuiti al fumo. Nonostante i tassi di fumo siano in calo dagli anni ’90, nel 2019, il 18% delle donne e il 27% degli uomini nei paesi ad alto reddito fumano ancora. Il fumo di tabacco è stato anche associato a un ridotto successo nel mercato del lavoro, potenzialmente a causa del suo impatto negativo sulla produttività, specialmente in lavori fisicamente impegnativi, poiché questa abitudine influisce negativamente sulla forma fisica e sulle prestazioni. Lo stigma che circonda il fumo può anche indurre pregiudizi e discriminazioni contro le persone che fumano.
Nel nuovo studio i ricercatori hanno utilizzato i dati del Cardiovascular Risk in Young Finns, un’analisi longitudinale di 3.596 partecipanti provenienti da aree urbane e rurali di cinque regioni universitarie finlandesi, nati tra il 1962 e il 1977. Gli studiosi hanno collegato questi dati ai risultati del mercato del lavoro di Statistics Finland e alle informazioni di background dei genitori del Longitudinal Population Census. Il periodo di osservazione, iniziato nel 2001, ha coperto persone di età compresa tra 24 e 39 anni.
I ricercatori hanno valutato l’abitudine al fumo utilizzando “pack-year” (pacchetto-anno), una misura standard dell’esposizione cumulativa al tabacco, eseguita moltiplicando la media delle sigarette giornaliere fumate per l’età della persona, meno l’età in cui ha iniziato a fumare. Una persona con una storia di fumo di 10 pack-year, ad esempio, ha fumato un pacchetto di sigarette al giorno per 10 anni. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che un aumento di un’unità di “pack-year” è associato a una diminuzione dell’1,8% nei guadagni. Questo suggerisce che ridurre il fumo dell’equivalente di cinque “pack-year” potrebbe portare a un aumento del 9% nei guadagni. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che un aumento di un’unità di “pack-year” ha portato a una diminuzione dello 0,5% negli anni di impiego.
La ricerca ha rivelato significative differenze di guadagno tra fumatori e non fumatori tra i lavoratori più giovani, in particolare tra le persone con il livello di istruzione più basso. Questa distinzione non è risultata tra i lavoratori più anziani. Ciò suggerisce che il fumo tra le generazioni più giovani, dove è meno diffuso, può influenzare negativamente le prospettive del mercato del lavoro in modo più serio. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che l’associazione negativa tra “pack-year” e occupazione tra i meno istruiti è evidente solo con i fumatori attuali e non in chi ha smesso di fumare. “Fumare nella prima età adulta è strettamente correlato a guadagni e occupazione a lungo termine, con gli individui con un livello di istruzione più basso che subiscono le conseguenze più gravi”, sottolinea l’autore principale dello studio, Jutta Viinikainen. “Questi risultati evidenziano la necessità di politiche che affrontino i costi economici nascosti del fumo e promuovano comportamenti più sani”, conclude.
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