I funerali di Francesco meglio dell’ONU: 50 capi di Stato per parlare di guerra e pace
- Postato il 26 aprile 2025
- Politica
- Di Blitz
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Mentre Francesco riposa ormai in pace nella “sua” Santa Maria Maggiore, la Chiesa si interroga sul futuro.
Cioè sulla elezione del nuovo Papa. Come dovrà essere? Sui mezzi di informazione si dibatte addittura sul colore della pelle. Sarà nero, con gli occhi a mandorla o con i lineamenti europei?
Più semplicemente, un rivoluzionario come lo è stato Bergoglio o si sceglierà un cardinale che riporterà l’ordine di una volta. Progressista o conservatore? Riformista o che altro? Dovrà comunque essere un pontefice che salverà la chiesa da tutti coloro che la vogliono vuota e vulnerabile.
Tutte congetture, tutte ipotesi che servono solo a riempire le pagine dei giornali o le trasmissioni in tv. Il resto è un mistero, perché mai come in questo momento il mondo cattololico si trova dinanzi ad un bivio.
Il Conclave del dopo Francesco

Non sarà un Conclave facile. Solo da lunedì si comincerà a fare sul serio. Certo, anche in questi giorni di lutto ci sono state riunioni più o meno segrete da cui non è uscito nemeno un briciolo di novità.
Ma questi dialoghi più o meno sottorranei sono iniziati fin dal giorno in cui i medici del Gemelli hanno cominciato a dire che le condizioni di Francesco erano gravi.
Non una parola ufficiale, nemmeno la più piccola indiscrezione. Ma chi conosce da tempo il mondo cattolico sa che è stato sempre così nel momento in cui un papato vacillava per le condizioni di salute del capo del Vaticano.
Da lunedi, quindi, i 135 cardinali che avranno il compito di scegliere chi succederà al Papa semplice saranno “chiusi a chiave” fino a quando la fumata da nera si tramuterà in bianca.
È da quel momento che si apriranno i giochi e si formeranno le cordate. Quali saranno gli orientamenti non lo sapremo mai, sia pure se qualcuno si illude di dare lezioni. Proviamo a leggere i commenti delle ultime ore: ci sono le più stravaganti congetture perché in quel mondo è compllicato orientarsi, anche se si fa finta di avere tra le mani scoop che risulteranno fasulli.
I politici italiani litigano sempre
In questa situazione che non vede chi sono i papabili certi, non poteva mancare di infilarsi la politica. Hanno cominciato a tirare per la giacchetta anche il corpo senza più vita di Francesco. “Era un riformista”, sostiene l’opposizione. Ne sono certi, quasi a ritenere che da laico Francesco avrebbe avuto in tasca la tessera del Pd.
È il Conclave di via del Nazareno, guidato da Elly Schlein che non si pronuncia, ma spera in cuor suo che il successore abbia le stesse idee di Bergoglio.
La destra non sta a guardare. Giorgia Meloni ricorda i momenti passati insieme con il Papa di cui aveva una grande stima e considerava un grande onore quello di essere “una sua amica”. I fedelissimi del governo la pensano in modo diametralmente opposto ai loro avversari. “Un pontefice di sinistra avrebbe mai potuto dire che l’aborto è un omicidio”? affermano.
La verità è che da domani tutti dovremmo convincerci che noi viviamo guardando indietro, ma la Chiesa va avanti.
Qualcuno si assume la responsabilità di sostenere che quel che avviene tra le segrete mura della Cappella Sistina assomiglia molto ai congressi di determinati partiti.
Nessuno si azzarda a fare una dichiarazione valida, nessuno apre bocca su quel sta avvenendo prima e dopo le riunioni ufficiali. E’ una tesi quanto mai azzardata, sia pure se in effetti anche fra quei cardinali che debbono scegliere il succesore di Pietro si avvicendino incontri o meglio sguardi che vogliono significare qualcosa.
Ma anche in questo caso si va solo alla ricerca di notizie che non hanno il minimo riscontro con la realtà. Allora, si tenta di fare un toto nomine, un gioco che piace molto a chi legge o chi ascolta.
Sarà il nome di un italiano a uscire dalle urne? E’ davvero il cardinale Pietro Parolin il favorito? Se si, con quante probabilità? E’ un tifo da stadio che il Vaticano non riconosce e probabilmente non capisce. Però, sta di fatto che se dai una semplice occhiata ai quotidiani che si stampano all’estero (in Europa o altrove) ci accorgeremo che il ritornello delle “previsioni che piacciono” invade il mondo intero.
Un altro interrogativo riguarda la durara del Conclave. Le correnti sono due, si contrappongono. Chi ritiene che si risolverà in fretta visto che la malattia di Francesco è durata a lungo
e si ha avuto la possibilità di stringere gli accordi necessari; o chi. al contrario, pensa che non sarà facile trovare una intesa e si rimarrà a lungo nella Cappella Sistina.
Saranno invece molto più spediti gli incontri tra i vari capi di Stato e di governo che sono arrivati a Roma per un funerale che forse non ha precedenti.
I problemi sono tanti: i dazi, i bilanci in rosso, la guerra in Ucraina che forse finirà o forse andrà avanti. Il tempo è poco perché in molti hanno fretta di ritornarsene al proprio Paese. Lì, si aprirà un dibattito fra connazionali che hanno magari una unica idea su cui procedere.
È soltanto una speranza? La Casa Bianca e il Cremlino potrebbero rispondere in fretta per la tranquillità di decine di milioni di persone.
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