I film musicali che hanno fatto la storia: The Blues Brothers, School of Rock, The Commitments…
- Postato il 18 maggio 2025
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- Di Blitz
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Nell’ambito del cinema, la musica svolge sempre un ruolo molto importante, ma in alcuni casi diventa ancora più centrale, divenendo spesso uno degli elementi che trasforma una pellicola in un cult movie. Quella che segue, quindi, è una selezione dei film musicali che hanno fatto la storia, quelli che, in un modo o nell’altro, hanno avuto un impatto sulla nostra cultura o almeno su ambiti specifici della cultura. La definizione “film musicali”, me ne rendo conto, è un po’ generica: qui ad esempio non troverete i musical in senso stretto. Il musical in ambito cinematografico deriva direttamente dal musical teatrale, che a sua volta deriva dall’opera lirica. Ciò che caratterizza un musical è il fatto che i personaggi si mettano improvvisamente a cantare o ballare, addirittura mettendo in musica semplici dialoghi, rompendo temporaneamente la verosimiglianza degli eventi narrati.
Già nell’Ottocento, l’opera veniva criticata per queste palesi assurdità: era poco credibile che un personaggio si mettesse a cantare i suoi pensieri mentre architettava un piano machiavellico, senza che gli altri attori lo sentissero, o che qualcuno in pericolo di morte trovasse il tempo per cantare le sue disgrazie… E lo stesso tipo di critica viene mossa di frequente ai musical cinematografici, quando la musica, da accompagnamento alle immagini, si trasforma in un momento di sospensione della narrazione, prendendo il sopravvento. E come nell’opera, si sono creati vari stratagemmi per integrare in maniera più naturale questi numeri musicali all’interno della storia e delle scene presentate. Qui non parleremo di musical in senso stretto, un tema già abbastanza ampio che richiede un articolo a sé.
Quindi escludiamo tutti quei film in cui i personaggi cantano duetti d’amore o utilizzano la musica al posto dei dialoghi o per spiegare stati d’animo. Jesus Christ Superstar, per capirci, o Across the Universe, sono esempi perfetti di questa definizione di musical. Ma anche Footloose, in cui la musica è danzata invece che cantata. I film che invece inseriscono la musica come elemento “di scena”, suonata da una band, da una radio, da uno stereo, vengono spesso definiti “commedie musicali”. Be’, a ben guardare non si tratta sempre di commedie, per cui io preferisco ancora la definizione generica di “film musicali”. Ma questa prima distinzione non è ancora sufficiente.
Per restringere ulteriormente il campo, ho scelto film che “parlano di musica”, in cui la musica è parte integrante della vita dei personaggi, anche se a volte marginale rispetto alla trama principale. Ovviamente queste distinzioni sono puramente teoriche e, lo sappiamo, la pratica non è sempre perfettamente aderente alla teoria. Alla fine, si tratta di capire quale sensazione vi lascia un determinato film e dove lo posizionereste in una scala che va da “musical in senso stretto” a “film in cui la musica non è semplice colonna sonora ma parte integrale della storia”: una valutazione che rimane soggettiva nonostante tutte le definizioni teoriche che potete utilizzare.
Così, a mio personale modo di vedere, The Rocky Horror Picture Show si pone a metà strada fra un musical e un film musicale, ma il tema della musica non è presente nella trama principale o in quelle secondarie. Esempi come Apocalypse Now o Into the Wild sono invece pieni di grande musica, che però è di accompagnamento e commento alle immagini, una vera e propria colonna sonora. E lo stesso si può dire di Strange Days, film in cui pure ci sono scene con Juliette Lewis o gli Skunk Anansie che suonano, ma sono momenti sporadici in un film che altrimenti utilizza la musica come colonna sonora.
Menzioni speciali
All’interno di quelli che abbiamo definito “film musicali” c’è un’enorme sottocategoria che ho scelto di escludere dalla selezione che segue perché decisamente troppo ricca di validi esempi: i cosiddetti biopic. Esistono moltissimi film, molti grandi film direi, sulla vita di grandi musicisti: Bird, diretto nel 1988 da Clint Eastwood sulla vita di Charlie Parker; Ray, diretto nel 2004 da Taylor Hackford su Ray Charles; La signora del blues (Lady Sings the Blues) sulla vita di Billie Holiday, diretto da Sidney J. Furie nel 1972; Great Balls of Fire!, del 1989, film di Jim McBride su Jerry Lee Lewis; Bohemian Rhapsody sui Queen, film diretto da Bryan Singer nel 2018; The Doors, film del 1991 di Oliver Stone sulla band di Jim Morrison; i recenti Bob Marley – One Love, uscito nel 2024 e diretto da Reinaldo Marcus Green, e A Complete Unknown, sempre del 2024, di James Mangold sulla vita di Bob Dylan.
Sono tutti ottimi film, ovviamente con grandi colonne sonore, in cui spesso e volentieri la musica viene suonata in scena o riprodotta da un impianto stereo e, ovviamente, la musica è al centro della storia. Anche quando il protagonista non è un personaggio reale, il risultato è simile: Mo’ Better Blues di Spike Lee, uscito nel 1990, racconta le vicissitudini di Bleek Gilliam, sassofonista che per molti aspetti è ricalcato sulla vita di Charles Mingus. Whiplash, film del 2014 di Damien Chazelle, è un bellissimo esempio di pellicola incentrata su un tema musicale, la dura formazione di un batterista, in cui molto spesso la musica è suonata “in scena”.
Ci sono poi i film che sono più documentari che altro: tra tutti, vi cito Buena Vista Social Club del 1999, diretto da Wim Wenders. Del 2010 è invece Burlesque, un musical diretto da Steven Antin che vede la partecipazioni di diversi cantanti e che si discosta un po’ dal “musical in senso stretto” per la presenza di molti numeri cantati all’interno degli spettacoli che fanno parte della storia. Qui, ad esempio, è l’ambientazione all’interno di un locale di cabaret ad offrire l’espediente per rendere i numeri musicali parte integrale delle scene. In Alta fedeltà (High Fidelity), diretto da Stephen Frears e uscito nel 2000, l’ambientazione è invece all’interno di un negozio di dischi e la musica è prodotta da uno stereo. In Priscilla, la regina del deserto (The Adventures of Priscilla, Queen of the Desert), film del 1994 diretto da Stephan Elliott, molte canzoni vengono cantate o eseguite in playback dalle protagoniste: tre drag queen che attraversano il deserto australiano a bordo di un autobus rosa.
Sing Street è invece un film del 2016, diretto da John Carney, la cui storia è incentrata sulla musica: un giovane irlandese decide di mettere su una band per fare colpo su una ragazza. Nonostante questo espediente, però, il film contiene molte scene in cui la musica non è altro che un sottofondo di accompagnamento alle immagini. Discorso simile si può fare per Rock Star, film del 2001 diretto da Stephen Herek sull’epopea del gruppo fittizio Steel Dragon, band ricalcata sulla storia dei Judas Priest. Rock of Ages (2012, di Adam Shankman) e Tenacious D e il destino del rock (Tenacious D in The Pick of Destiny, 2006, di Liam Lynch) tendono invece decisamente più verso il musical, pur essendo ibridi interessanti. L’espediente utilizzato in Saranno famosi (Almost Famous), uscito nel 2000 per la regia di Cameron Crowe, è invece quello di un giovane aspirante giornalista musicale incaricato di seguire gli Stillwater, band emergente, durante un tour. Anche qui, però, la quantità di musica utilizzata come semplice colonna sonora alle immagini prende il sopravvento sulla musica “in scena”.
Per finire, anche in Italia abbiamo un esempio di film musicale che si discosta dal musical e in cui la musica non è utilizzata prevalentemente come sottofondo alle immagini: Basilicata Coast to Coast, uscito nel 2010 e diretto da Rocco Papaleo, racconta del viaggio a piedi di una band lucana per raggiungere la location di un loro concerto.
The Blues Brothers
Uscito nel 1980 per la regia di John Landis, The Blues Brothers è subito diventato un film cult e probabilmente può essere considerato il film musicale per eccellenza. La storia del viaggio strampalato dei due fratelli che decidono di “rimettere in piedi la band” per trovare i soldi per salvare l’orfanotrofio cattolico dove sono cresciuti è costellata di numeri musicali, in gran parte inseriti all’interno delle scene. La leggendaria interpretazione di John Belushi e Dan Aykroyd è fondamentale per la riuscita della sceneggiatura e delle scene musicali. Inoltre nel film ci sono molte parti recitate da musicisti. La stessa band dei Blues Brothers è composta da Steve Cropper e Donald Dunn della Stax Records, da Lou Marini, Tommy Malone e Alan Rubin, sezione fiati dei Blood, Sweat & Tears, dal batterista Willie Hall e da Matt Murphy, già chitarrista di Howlin’ Wolf.
Ma compaiono anche James Brown, Cab Calloway, Aretha Franklin, Ray Charles e John Lee Hooker… Insomma, un cast decisamente incentrato sulla musica. Anche qui, per la verità, ci sono un paio di scene che farebbero pensare più a un musical in senso stretto: ad esempio quella in cui Aretha Franklin canta Think e quella in cui Ray Charles interpreta Shake a Tail Feather nel suo negozio di strumenti. Ma si tratta di una minoranza di scene, per cui mi sento di dire che questo è decisamente un “film musicale”. Nel video la scena del grande concerto dei Blues Brothers con l’interpretazione di Everybody Needs Somebody to Love, originariamente di Solomon Burke, e Sweet Home Chicago, originariamente di Robert Johnson.
School of Rock
Diretto da Richard Linklater e uscito nel 2003, School of Rock è uno dei rari film che risponde perfettamente alla definizione di “film musicale” proposta all’inizio di questo articolo. Qui le musiche sono praticamente tutte eseguite dalla band di ragazzini guidati da Jack Black, che interpreta il ruolo del musicista squattrinato che coglie un’occasione per diventare insegnante di musica a scuola e corona il suo sogno di partecipare a un importante concorso con una band tutta sua. Jack Black ha preso parte anche a diversi altri musical e film musicali, soprattutto incentrati sul rock. E in questo film di rock ce n’è davvero tanto! Incluso un brano dei Led Zeppelin, cosa piuttosto rara, perché la band non concedeva quasi mai i diritti per produzioni cinematografiche. Per ottenere l’autorizzazione, fu girato un video del concerto finale con tutto il cast e il pubblico che imploravano i Led Zeppelin di lasciargli usare Immigrant Song. Nel video, la scena del concerto conclusivo, in cui la band School of Rock esegue Rock Got No Reason.
The Commitments
Altro cult movie nell’ambito dei film musicali è indubbiamente The Commitments, uscito nel 1991 e diretto da Alan Parker. La storia segue le vicissitudini di una band formata da componenti della classe operaia di Dublino. Le musiche del film sono praticamente tutte eseguite dalla band, i Commitments appunto. Qui troviamo tanto tanto soul, sia nelle interpretazioni di brani di Wilson Pickett e Otis Redding, sia nelle reinterpretazioni in chiave soul di classici del rhythm’n blues. E se l’ambientazione irlandese può far venire alla mente Van Morrison, le caratteristiche della voce di Andrew Strong ricordano decisamente le performance di Joe Cocker. Il video ci propone la scena in cui i Commitments eseguono dal vivo Try a Little Tenderness, celebre brano di Otis Redding.
Sister Act
Sister Act è un film del 1992 diretto da Emile Ardolino. Nonostante la grande interpretazione di Whoopi Goldberg, è difficile parlare di cult movie in questo caso. Ma il film ebbe un notevole successo, tanto che l’anno successivo ne fu prodotto il seguito, Sister Act 2. Una cantante che si esibisce in night club dalla reputazione losca assiste a un omicidio e, in quanto testimone, viene messa sotto copertura dalla polizia in un convento di suore. Qui comincia a dirigere il coro, mettendo a frutto la sua esperienza e partecipando a un concorso nazionale. La musica, prevalentemente gospel, è quindi eseguita “in scena” ed è parte integrante della trama del film. Nel video, la scena in cui il coro esegue in chiesa Hail Holy Queen, che inizia come un classico brano corale da chiesa per poi trasformarsi in un gospel con evidenti influenze soul e pop.
I Love Radio Rock
I Love Radio Rock (in originale The Boat that Rocked) è un film diretto da Richard Curtis e uscito nel 2009. La storia segue le vicende di un gruppo di conduttori radiofonici che, per evitare la censura del governo britannico, trasmettono rock da una nave ancorata nel Mare del Nord, al largo, in acque internazionali. Questa situazione è storicamente accurata, dal momento che negli anni Sessanta questo era esattamente lo stratagemma utilizzato dalle radio pirata per aggirare le restrizioni della censura. L’espediente quindi è quello della musica trasmessa dalla radio e, a parte qualche piccola eccezione, è sempre rispettato. Il film è pieno zeppo di musica rock, soul e affini e, a dire la verità, non solo degli anni Sessanta: troviamo ad esempio anche brani di Jeff Beck, David Bowie, Cat Stevens, pubblicati negli anni Settanta e Ottanta. Ma un po’ di licenza sull’accuratezza storica può ben essere tollerata se il risultato è una grande colonna sonora! Nonostante un iniziale flop al botteghino, il film è diventato una sorta di cult di nicchia, anche grazie alla fantastica interpretazione di grandi attori, tra cui Philip Seymour Hoffman, Bill Nighy e Kenneth Branagh, per citarne alcuni. Nel video, la scena in cui alla radio viene trasmessa Stay With Me Baby, brano del 1966 di Lorraine Ellison.
Fratello, dove sei?
A prima vista, non verrebbe in mente di includere Fratello, dove sei? (O Brother, Where Art Thou?) dei fratelli Coen tra i film musicali. Uscito nelle sale nel 2000, il film è un liberissimo adattamento dell’Odissea di Omero, trasposta nell’America del Mississippi alla fine degli anni Trenta: lo sconclusionato viaggio di redenzione di un gruppo di protagonisti che casualmente formano un gruppo country, i Soggy Bottom Boys. La musica nel film è quella eseguita dalla band, ma anche quella cantata dalle “sirene” incontrate durante il viaggio, o dalla processione di cristiani per la cerimonia del battesimo nel fiume. Insomma, gli espedienti sono vari ma la musica è quasi sempre parte integrale delle scene, oltre ad essere un cardine di una delle trame secondarie: è attraverso la musica dei Soggy Bottom Boys che i nostri quattro disgraziati si salvano in più occasioni da situazioni a dir poco spiacevoli. Oltre all’interpretazione di George Clooney nel ruolo del protagonista, è indubbiamente la fantasia e la sfrontatezza dei fratelli Coen a fare di questo film un piccolo cult. Ma anche la musica, vincitrice di un Grammy, gioca un ruolo molto importante: basti pensare che la versione di Man of Constant Sorrow realizzata per la pellicola è divenuta un classico. Il video ci propone la scena in cui il brano viene improvvisato per la prima volta e registrato.
Yesterday
Uscito nel 2019 e diretto da Danny Boyle, Yesterday non è certo un film che si può definire un cult movie. Ma l’idea di partenza, che è anche l’espediente per farne un film musicale, è tanto pazza quanto geniale. Un cantautore di scarso talento ha un incidente durante un blackout globale. Al suo risveglio, si rende conto di trovarsi in un mondo in cui i Beatles non sono mai esistiti. Comincia quindi a dare fondo al repertorio dei Fab Four e riesce in breve tempo a sfondare e diventare una celebrità. Nel video, il cantautore Jack Malik, interpretato da Himesh Patel, esegue Help! dal tetto di un edificio.
Northern Soul
La musica non è solo suonata, ma anche ballata. Norhern Soul è un film del 2014 diretto da Elaine Constantine, ambientato nel Lancashire inglese nel 1974. La storia di due ragazzi della classe operaia che sognano una via per riscattare la propria esistenza si svolge all’interno dell’ambito del fenomeno culturale che è stato definito Northern Soul. A metà degli anni Settanta, nel nord dell’Inghilterra, molti giovani della classe operaia si innamorarono del soul nero americano, organizzando serate danzanti molto simili ai rave moderni, dalla sera alla mattina, in maniera autonoma e fuori dai circuiti più riconosciuti. La febbre per il soul li portava alla ricerca dei 45 giri americani più sconosciuti e oscuri, che all’epoca non era certo facile trovare in Gran Bretagna, alimentando un mercato completamente indipendente da quello dei canali ufficiali. Il fenomeno era talmente potente da somigliare per certi versi a un “fight club” musicale, in cui i dj con i dischi più rari divenivano delle vere rockstar. Nel video, una scena del film in uno di questi raduni underground, in cui la musica su cui tutti ballano in maniera libera e sfrenata è Gone With the Wind is My Love di Rita & The Tiaras.
Coda
Per concludere, un film che non può certo essere definito “commedia musicale”, pur avendo la musica come tema centrale e con gran parte delle canzoni eseguite in scena. Coda, uscito nel 2021 e diretto da Sian Heder, è in realtà un remake americano di un film francese, La famiglia Bélier, del 2014. Qui però siamo di fronte a uno di quei casi in cui la nuova versione è decisamente migliore dell’originale. L’espediente musicale, di nuovo, è molto creativo: una ragazza adolescente è l’unica persona udente in una famiglia di non udenti. E la sua passione è cantare, attività per la quale è anche particolarmente dotata. Gran parte delle musiche del film sono quindi eseguite “in scena”, come parte integrante della storia narrata. Nel video, l’interpretazione dell’attrice Emilia Jones di Both Sides Now di Joni Mitchell, in una scena in cui la cantante traduce anche nel linguaggio dei segni le parole cantate per la famiglia che è venuta a sostenerla a un’audizione. La stessa Joni Mitchell ha lodato questa versione di Emilia Jones.
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