I fedeli piangono Francesco, Landini incita alla lotta, i cardinali affilano i coltelli

  • Postato il 24 aprile 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Per Francesco migliaia di fedeli in piazza per l’ultimo saluto. Ore di fila, ma non per i politici che hanno fretta di ritornare al loro lavoro naturale: quello di mettere all’angolo l’avversario per il colpo del KO.

La casta ha un percorso preferenziale per inchinarsi al Papa: non c’è molto tempo. Il lutto, d’accordo, ma ci sono altri problemi che premono. Il 25 aprile, soprattutto: “Visto il momento bisogna essere sobri”, sostiene il ministro Musumeci.

Non si aspettava altro per accendere la miccia e far divampare l’incendio. La destra si inalbera: si sfrutta il lutto per attaccare il governo.

Come se Francesco fosse iscritto al Pd

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I fedeli piangono Francesco, Landini incita alla lotta, i cardinali affilano i coltelli (Foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Elly Schlein nel suo intervento alla Camere (in seduta comune) parla di una maggioranza ipocrita che ha sempre attaccato Bergoglio. Ora, invece, lo incensa “Eccola la segretaria”, dice la sinistra. “Adopera parole come se  Francesco fosse iscritto al Pd”.

Maurizio Landini, sempre lui, va più in là: “Il 25 aprile non è una giornata di lutto, ma di lotta”.

E’ questo il clima che si respira. Altro che sobrietà! Speriamo che le parole volino e tutto si svolga nel migliore dei modi. Altrimenti l’Italia mostrerebbe al mondo il suo volto peggiore, che non è quello della gente che si commuove e si genuflette dinanzi alle spoglie del Papa. Una “Santa Massa” scrive con un titolo assai azzeccato Il Manifesto di stamane.

Invito a una tregua

Allora, lasciamo per un giorno da parte le trite discussioni sul fascismo e antifascismo che non interessano più nessuno. Il ventennio è ormai un periodo che la storia ha criticato e seppellito.

Sono altri i problemi che assillano l’opinione pubblica. Ad esempio, il carrello della spesa che spesso rimane semivuoto per mancanza di soldi. Mettere insieme il pranzo con la cena non è un compito facile: allora che cosa può pensare un padre di famiglia che quotidianamente è alle prese su come andare avanti?

Il palcoscenico mostra la solita bagarre che non finisce mai. Maggioranza e Opposizione che non trovano un punto d’incontro su cui costruire il futuro.

Ci si dimentica (o quasi) anche del lutto per la scomparsa di un pontefice che ha rivoluzionato il “suo mondo”. Anche da morto si tira per la giacchetta Francesco per dimostrare che era da una parte. Non dall’altra, cioè  “dalla nostra”, tuona lo schieramento avversario.

Che tristezza dover assistere ad uno spettacolo del genere. Così si strumentalizza pure una festa che dovrebbe essere tale per tutti. Al contrario, divide ancor più le forze politiche che usano le loro arti migliori per combattersi.

A dire il vero, nemmeno i 135 cardinali che dovranno entrare in Conclave i primi di maggio stanno offrendo uno spettacolo gradevole (eufemismo). La lotta per la successione di Francesco era già comimciata quando il pontefice era stato ricoverato  al Gemelli per una forma di polmonite bilaterale.

Gli alti prelati hanno cominciato a discutere nascondendo i loro propositi veri: a favore di chi voteranno e in cambio di che cosa? I partiti (pure lì purtroppo) sono cinque ed è difficile capire chi la spunterà.

La Curia romana si prenderà una rivincita o si dovrà accontentare di aspettare il prossimo turno? Gli asiatici come la pensano? Vogliono eleggere il loro Papa o stanno solo a guardare per ora? Siamo certi che gli americani (il gruppo più numeroso) non abbia pretese per arrivare al soglio pontificio?

Si temporeggia per aspettare il momento opportuno. Mai come in questo caso le previsioni sono difficili. Probabilmente, i cardinali che dovrebbero far uscire la famosa fumata bianca hanno imparato alla lettera un vecchio saggio di origine italiana: “Chi entra papa in Conclave ne esce cardinale”. Come dire: gli sgambetti sono improvvisi, ma all’ordine del giorno.

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Autore
Blitz

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