I fantasmi di Garlasco, la parola ai genetisti. Vecchi e nuovi sospetti, l’esame del Dna riscriverà la storia?

  • Postato il 17 maggio 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Sei quesiti genetici potrebbero far riaprire il caso del delitto di Garlasco o far fermare l’inchiesta all’attuale verità “consacrata da cinque processi”. Ancora una volta la chiave di un omicidio che suscita grande clamore mediatico, quello della 26enne Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia), ruoterà intorno agli accertamenti genetici e alle perizie e controperizie sollevate dalle parti.

Tutto questo mentre la pressione investigativa aumenta e nuovi o vecchi scenari potrebbero sparigliare le carte di un’inchiesta complessa perché si sovrascrive in parte su quanto accertato in passato.

Le tracce sulle unghie di Chiara Poggi

Finirà come auspica l’ex generale Luciano Garofano e resterà una verità, appunto, consacrata dalle attuali sentenze, o si “riscriverà la storia” come invece si augura Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima e condannato a 16 anni di reclusione in via definitiva (attualmente in semilibertà)?

Dopo l’udienza di oggi davanti alla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, con l’inizio delle operazioni peritali dell’incidente probatorio, il 17 giugno, si entrerà davvero nel vivo ed entro 90 giorni (o di più in caso di richiesta di proroga) si saprà se quelle trovate sulle unghie di Chiara Poggi sono tracce comparabili e sovrapponibili a quelle di Andrea Sempio, l’indagato della nuova inchiesta.

le gemelle cappa
I fantasmi di Garlasco, la parola ai genetisti. Vecchi e nuovi sospetti, l’esame del Dna riscriverà la storia? (foto Ansa-Blitzquotidiano)

E se sulla scena del delitto c’erano altri soggetti ‘sospetti’. E a quel punto le indagini scientifiche potrebbero davvero ribaltare il caso. L’udienza di discussione sulle analisi è fissata per il 24 ottobre.

Aquisiti i Dna delle gemele Cappa e degli amici di Stasi

Intanto, il gip, su richiesta della difesa di Stasi, ha deciso che saranno acquisiti anche i Dna delle gemelle Cappa, di Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, di Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, tutti e tre amici di Marco Poggi e Andrea Sempio, oltre a quelli del medico legale, di tre investigatori e di soccorritori della prima inchiesta.

L’estensione dei prelievi a queste persone, tutte non indagate, servirà alle comparazioni con le tracce che saranno estratte, sempre se definite comparabili. A questo lavoreranno i periti incaricati oggi, entrambi della Polizia scientifica di Milano: il commissario capo Denise Albani e il sovrintendente tecnico, Domenico Marchigiani.

Ma il ruolo principale sarà quello di Denise Albani, genetista, allieva di Emiliano Giardina (il consulente ricusato nella prima udienza per via di una sua intervista rilasciata alle Iene nel 2017) che dovrà rivalutare – primo e secondo tra i quesiti formulati oggi – i risultati presentati nel processo d’appello bis dal genetista Francesco De Stefano, nel 2014, che aveva ritenuto i campioni delle tracce sulle unghie non utilizzabili.

Terzo punto fissato è “l’estrazione del Dna dai ‘para-adesivi’ delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e sugli oggetti analizzati” nei laboratori del Ris di Parma. Su questo quesito la difesa di Sempio, coi legali Taccia e Lovati, ha chiesto ed ottenuto che le analisi siano solo genetiche e non anche dattiloscopiche.

Riesaminati campioni e reperti

Quarto quesito “l’estrazione del Dna dai campioni biologici e reperti” che non furono mai “sottoposti ad analisi” o che fornirono all’epoca “esito dubbio o inconclusivo”.

Campioni e reperti “presenti presso l’Istituto Unità Medicina Legale dell’Università di Pavia”. Quinto punto la “comparazione” tra tutti i Dna estrapolati per “accertarne l’eventuale corrispondenza o compatibilità con il profilo genetico” di Sempio, di Stasi, dei componenti “di sesso maschile della famiglia Poggi” e di tutte le persone alle quali oggi sono stati allargati i prelievi di Dna.

Il sesto punto è stato introdotto oggi dalla difesa di Sempio e riguarda la “catena di custodia”, ossia il modo in cui tutti i reperti sono stati conservati. Le analisi riguarderanno anche un tappetino del bagno, confezioni di tè, yogurt, cereali, biscotti e altri sacchetti sequestrati quasi 18 anni fa nella villetta di Garlasco, a cui si aggiungono i “para-adesivi” di tutte le impronte, una sessantina.

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Autore
Blitz

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