I due francesi detenuti in Iran da tre anni rischiano la pena di morte. Per il regime sono “spie del Mossad”. Macron reagisce: “Offesa inaccettabile”

  • Postato il 4 luglio 2025
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Cécile Kohler e Jacques Paris rischiano la pena di morte. I due francesi, detenuti in Iran da tre anni, sono stati accusati di “spionaggio a favore di Israele”, di “complotto per rovesciare il regime” e “corruzione su Terra”. Teheran sostiene che i due – insegnante di lettere moderne lei, 40 anni, insegnante di matematica in pensione lui, 70 anni – lavorino per il Mossad, i servizi segreti esterni di Tel Aviv. È la prima volta in tre anni che Teheran esplicita per quale “potenza straniera” Kohler e Paris sono sospettati di lavorare segretamente. I capi di accusa sono stati confermati dai giudici iraniani mercoledì. Il presidente Macron ha denunciato un’accusa “falsa”, una “provocazione nei confronti della Francia” e “un’offesa inaccettabile”. Ha anche annunciato che chiamerà il presidente iraniano Massou Pezechkian e ha promesso “misure di ritorsione” immediate, se le accuse non verranno ritirate entro il prossimo 17 settembre.

Le minacce di Parigi sono concrete: la ripresa o meno delle sanzioni internazionali contro l’Iran sul programma nucleare sarà direttamente condizionata alla liberazione dei due “ostaggi di Stato”, come ormai vengono definiti apertamente i due francesi detenuti in prigione. “Se le accuse sollevate fossero confermate, le considereremo del tutto ingiustificate e infondate”, ha dichiarato a sua volta il ministro francese degli Esteri, Jean-Noël Barrot. Parigi si basa sulla risoluzione 2231 adottata dalle Nazioni unite nel 2015 che ha approvato l’accordo globale di limitazione del programma nucleare iraniano e revoca alcune delle sanzioni imposte all’Iran. Il testo però è valido fino al 15 ottobre 2025, dopo di che le sanzioni potranno essere ripristinate nel caso in cui uno Stato firmatario denunci violazioni significative dell’accordo da parte dell’Iran (è la cosiddetta procedura di “snap-back”).

Cécile Kohler e Jacques Paris sono stati arrestati il 7 maggio 2022 con l’accusa di spionaggio mentre erano in vacanza in Iran. Pochi mesi dopo il loro arresto, sono stati costretti a “confessioni forzate”, trasmesse dalla tv iraniana. Da allora i due sono detenuti nel carcere di altissima sicurezza di Evin, presso Teheran, riservata ai prigionieri politici (la stessa dove sono state detenute tra gli altri la premio Nobel Narges Mohammadi e la giornalista italiana Cecilia Sala, detenuta tra il dicembre 2024 e il gennaio 2025). Parigi e il Comitato di sostegno, che si è costituito in Francia dopo il loro arresto, denunciano da tempo le condizioni disumane della loro detenzione. Cécile Kohler e Jacques Paris sono costretti a vivere con la luce accesa ventiquattro ore su ventiquattro e hanno diritto a uscite di soli trenta minuti due o tre volte a settimana. Sono inoltre autorizzati a rarissimi scambi con la famiglia, con i loro legali e i diplomatici dell’ambasciata di Francia a Teheran.

Noémie Kohler ha fatto sapere che l’ultima volta che ha potuto parlare al telefono con la sorella Cécile era stato il 28 maggio scorso. Di recente la Francia ha inoltre sporto denuncia contro la Repubblica islamica presso la Corte internazionale di giustizia (CIJ) per “violazione del diritto alla protezione consolare”. Alle nuove accuse mosse contro i due francesi, i loro sostenitori hanno denunciato delle “menzogne infamanti”. Ieri, Chirinne Ardakani, l’avvocata franco-iraniana delle famiglie di Cécile Kohler e Jacques Paris, e membro del collettivo “Iran Justice”, ha denunciato la “tortura psicologica” a cui il regime sottomette i due ostaggi. A giugno, la prigione di Evin, insieme ad altri luoghi simbolo del regime iraniano, era stata bersaglio dei bombardamenti israeliani, il giorno prima del cessate il fuoco che ha messo fine alla guerra di dodici giorni con l’Iran. Fonti iraniane avevano reso noto che 71 persone erano rimaste uccise nell’attacco. Per diverse ore i familiari dei due ostaggi sono stati senza notizie, ignorando se fossero ancora vivi. Sono stati rassicurati un paio di giorno fa, quando è stato confermato che il primo luglio Cécile Kohler e Jacques Paris hanno potuto ricevere la visita di alcuni membri dell’ambasciata di Francia.

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