I docenti chiedono un minuto di silenzio in classe per Gaza, l’ufficio scolastico del Lazio boccia la proposta
- Postato il 9 settembre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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A pochi giorni dall’apertura delle scuole, diversi sindacati e associazioni hanno lanciato una mozione per sensibilizzare sulla situazione di Gaza chiedendo un minuto di silenzio nelle aule il primo giorno di scuola. La proposta è stata però bocciata dall’ufficio scolastico del Lazio.
A chiedere di sensibilizzare la scuola su Gaza è l’Unione sindacale di base e i “Docenti per Gaza” che ha ufficialmente chiesto, lo scorso primo settembre, di indire un minuto di silenzio alle ore 10 durante il primo giorno di scuola, in tutti gli istituti italiani: “Riteniamo improrogabile esprimersi e schierarsi su ciò che continua a essere cronaca quotidiana, a cui ci impongono di assistere inermi e che costituisce un vero e proprio genocidio del popolo palestinese. Chiediamo a tutti voi di condividere con colleghi e colleghe questa mozione, di portarla nei collegi docenti e di inserirla all’ordine del giorno”.
L’ufficio scolastico del Lazio, due giorni dopo l’appello ha diffuso una comunicazione riservata ai dirigenti scolastici in cui ha bocciato la richiesta del minuto di silenzio: “La rilevanza degli eventi geopolitici in corso è una tematica su cui si invitano i dirigenti scolastici a garantire la massima serenità nell’organizzazione di occasioni di confronto e di dibattito nell’ambito delle occasioni didattiche. Tanto premesso, è necessario sottolineare l’esigenza di assicurare le specificità dei luoghi e dei momenti della vita scolastica, quali le riunioni degli organi collegiali, che devono essere esclusivamente finalizzate alla trattazione delle tematiche relative al buon funzionamento dell’istituzione scolastica e sottratte a qualunque altra finalità”.

Il sindacato Fisi è tra quelli che non hanno accolto con favore quanto detto dall’ufficio scolastico del Lazio: “Il tono e il contenuto della comunicazione, e il fatto che sia riservata, gettano luce sulla intenzione ormai palese delle nostre istituzioni di mettere a tacere il dialogo, sulla volontà che non si prenda posizione nemmeno sulle questioni più eclatanti ma che si segua a testa calata ciò che viene detto dall’alto e dai media sempre più asserviti alla macchina del potere. Tale ‘invito’ al silenzio è ancor più grave se fatto alla scuola, luogo per eccellenza deputato allo sviluppo del senso critico e alla formazione della persona in senso civico e morale”.
Cgil: “Vogliono impedire che si parli di Gaza”
Sulla stessa linea del Fisi i dirigenti scolastici della Flc Cgil di Roma e Lazio, i quali hanno accusato in una nota l’ufficio scolastico del Lazio di “invitare di fatto i dirigenti scolastici a impedire che tali tematiche vengano richiamate nelle occasioni degli incontri collegiali di inizio anno”.
Nella nota si legge ancora: “In un momento in cui cresce nel Paese la consapevolezza della gravità della situazione politica internazionale e si moltiplicano le prese di posizione contro le sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate nei confronti della popolazione civile di Gaza e della Cisgiordania, mentre da più parti si invita il Governo italiano a schierarsi dalla parte della pace, della giustizia e del diritto internazionale non si può chiedere ai dirigenti scolastici di reprimere all’interno delle scuole i sentimenti di riprovazione e condanna che pervadono la società civile”.
I dirigenti scolastici della Flc Cgil di Roma e Lazio considerano quanto comunicato dall’Usr Lazio “una inopportuna intromissione nella autonomia scolastica che, come richiamato dall’ l’art 1 del DPR 275/99, è ‘garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana’. Auspicano pertanto che l’amministrazione scolastica, sia a livello centrale che territoriale, si impegni a supportare le istituzioni scolastiche e a garantirne l’efficace funzionamento e invitano tutti i dirigenti scolastici della regione, come peraltro indicato anche nell’incipit della nota, a garantire sempre nelle loro scuole il sereno svolgimento delle occasioni confronto e dibattito su tematiche generali di interesse culturale, sociale ed etico intorno alle quali docenti, studenti e organi collegiali della scuola chiedano di esprimersi”.
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