I debiti e i precedenti: chi sono i fratelli Ramponi che hanno fatto saltare in aria il casolare di Castel d’Azzano
- Postato il 14 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi. Sono i due fratelli e sorella che nella notte tra lunedì 13 e martedì 14 hanno saturato di gas il loro casolare a Castel d’Azzano, nel Veronese, e, secondo le prime ipotesi, con una molotov la donna ha fatto esplodere tutto mentre era in atto un tentativo di sgombero. Nella deflagrazione tre carabinieri hanno perso la vita e altre 15 persone sono rimaste ferite. Un triplice omicidio – ma ora la procura di Verona ragiona sull’ipotizzare la strage – per evitare che la loro abitazione fosse pignorata. Erano tutti e tre agricoltori e allevatori, con nessun legame al di fuori della famiglia. I vicini li descrivono tutti come “strani“, isolati e senza una rete di amicizie al di fuori del nucleo familiare.
La famiglia Ramponi era proprietaria di diversi campi della zona di Castel d’Azzano e come riferiscono i vicini sono stati tutti venduti per far fronte ai crescenti debiti. In loro possesso rimaneva solo il casolare, un appezzamento di terra e una trentina di mucche. La cascina, ormai fatiscente, non aveva un allaccio alla corrente elettrica e all’acqua potabile. I vicini raccontano come lavorassero quasi esclusivamente di notte, che vivessero solo del latte delle mucche e che fosse difficile vederli in giro.
La loro vicenda ha inizio nel 2014, quando Dino, a causa di una serie di debiti, avrebbe stipulato un mutuo, forse falsificando la firma del fratello Franco, titolare di tutti i beni. I tre avevano però sempre sostenuto di non aver mai firmato i documenti per il prestito, e che anzi le firme erano state contraffatte. Nel tempo i Ramponi hanno visto andare all’asta prima l’azienda agricola e poi i terreni. L’iter giudiziario era però arrivato fino alla decisione di esecuzione dell’esproprio. In un’intervista dello scorso anno a Telenuovo, Maria Luisa Ramponi dichiarava che “la situazione è colpa degli avvocati che ci hanno portato via per 1 euro terreni che solo quelli valevano un milione di euro. Ci hanno tolto tutto e ci hanno rovinati. Ci è rimasta solo la casa e ora vogliono portaci via anche quella”.
Ma per più volte i fratelli erano riusciti a resistere ai tentativi degli ufficiali giudiziari di espropriare l’immobile. Nel 2024 due fratelli, dopo aver avvertito che non avrebbero abbandonato la proprietà, avevano sostenuto di essere erano pronti a tutto pur di non lasciare la proprietà e avevano riempito di gas le stanze chiudendo porte e finestre. Quindi erano saliti sul tetto con una tanica di benzina. All’epoca l’intervento dei vigili del fuoco era riuscito a far terminare l’estremo tentativo. Ma nella notte tra lunedì e martedì, è andata diversamente e l’intervento delle forze dell’ordine si è trasformato in una carneficina.
I Ramponi sono stati tutti fermati dalle forze dell’ordine. Maria Luisa è ricoverata ma non in pericolo di vita per le ferite riportate nell’esplosione. Il fratello Dino era in giardino ed è stato fermato subito dopo l’esplosione. Mentre il terzo fratello, Franco, scappato dalla scena del crimine è stato trovato e fermato in un campo poco lontano dopo alcune ore. Non ha opposto resistenza. I tre sono ora formalmente in stato di fermo.
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