I debiti delle Asp e le transazioni costruite su “approssimazioni”

  • Postato il 3 marzo 2025
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I debiti delle Asp e le transazioni costruite su “approssimazioni”

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I dubbi e le critiche della Corte dei conti sugli accordi milionari stipulati dalle Asp.
Intanto la Finanza avrebbe acquisito ulteriori documenti a Reggio Calabria


REGGIO CALABRIA – Ancora carte, atti, passaggi sotto analisi. Nelle scorse settimane la Guardia di finanza sarebbe tornata negli uffici dell’Asp di Reggio Calabria per acquisire ulteriori documenti relativi alle transazioni firmate negli ultimi anni, in particolare quella da 46 milioni di euro, già oggetto di un’indagine della procura di Milano, firmata dall’Asp con la Bff bank, ex banca Farmafactoring e relativa a centinaia di fatture, alcune delle quali emesse a metà degli anni Novanta.

L’accordo, firmato alla fine del 2023, segue quello dell’Azienda Sanitaria di Cosenza, che a sua volta ha chiuso l’accordo per 39 milioni di euro con la stessa banca. E questo nonostante le opposizioni dell’area legale interna dell’azienda cosentina, che più volte aveva sottolineato la necessità di revisionare ulteriormente i documenti contabili prima di raggiungere l’accordo.
Il motivo? I contenziosi aperti potevano essere vinti in tribunale, evitando così di gettare nel pozzo una quota consistente dei fondi in dotazione all’azienda.

GLI ESPOSTI ALLA CORTE DEI CONTI


Sul caso, sia a Reggio che a Cosenza, nel corso del 2024 sono stati presentati diversi esposti alla Corte dei conti. A Reggio la questione si muove rapidamente. Probabilmente è proprio la Corte dei conti a voler chiarire alcuni aspetti legati alla vicenda. Soprattutto se si guarda al giudizio del procuratore regionale della Corte, Romeo Ermenegildo Palma, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario di pochi giorni fa.


Il giudizio complessivo sul sistema sanitario calabrese non è per nulla morbido. «All’accertamento della varietà e della frequenza degli episodi di malagestione e dell’insufficienza dei Lea – scrive la Corte dei conti – si sta sviluppando una
illecita aggressione al patrimonio erariale attraverso la stipula di transazioni, veicolo in sé lecito».
Più in là, però, l’istituto delle transazioni viene giudicato «apparentemente» lecito.


Una sorta di disegno «seriale» riscontrato in diversi accordi transattivi (compreso quello da circa 700mila euro dell’Asp di Crotone). Il punto della procura regionale è che in un primo luogo non si è ragionato su cifre certe «in valori economici certi. In altre parole, c’è stata «approssimazione» nelle istruttorie di ricostruzione del parco fatture. Secondo la Corte, infatti, non ci sarebbe stata una concessione reciproca tra le parti. A guadagnarci, in altre parole, sarebbe stata soltanto una parte. Quella delle banche. Proprio questa «approssimazione» sarebbe rafforzata «dalla routinarietà delle conclusioni» degli uffici delle Aziende sanitarie provinciali, spesso scontate, «sottese al rilascio di pareri positivi alla stipula degli organi tecnici interni».


Insomma, per la Corte dei conti queste transazioni sarebbero state firmate con troppa facilità e spesso senza neanche un’analisi preliminare sul possibile esito dei contenziosi. cosa che, in realtà, era stata iniziata a Cosenza ma di fatto totalmente ignorata. Il problema, ora, è il futuro.
Le banche di factoring sarebbero di nuovo alla porta con nuove fatture. L’esito sarà scontato tra qualche anno?

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