I dazi fanno volare le vendite di auto elettriche cinesi: il paradosso
- Postato il 20 settembre 2025
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- Di Virgilio.it
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I dazi voluti dall’UE non fermano le auto elettriche cinesi e, più in generale, non stanno rallentando l’ascesa dell’industria automotive del Paese. In modo sempre più aggressivo, con tante aziende e tantissimi modelli, la Cina sta espandendo il suo raggio d’azione con l’obiettivo di conquistare nuovi mercati e incrementare la produzione interna di auto, da esportare poi all’estero. Il tentativo dell’Ue di fermare la crescita delle auto elettriche prodotte in Cina non sta avendo un effetto particolarmente significativo. Il motivo è semplice: le Case cinesi, mostrando una notevole flessibilità, hanno adattato la propria strategia e i risultati sono, per ora, positivi.
Il caso del Regno Unito
Un esempio lampante di quanto affermato in apertura arriva dal Regno Unito. I costruttori cinesi, per evitare il problema dei dazi voluti dall’Ue, stanno guardando con sempre maggiore attenzione ad altri mercati. Da questa nuova strategia emerge il successo di alcune Case sul mercato britannico dove è sempre più facile vedere circolare vetture prodotte in Cina. Nel corso del mese di giugno scorso, ad esempio, la quota di mercato delle aziende cinesi ha superato il 10% sul mercato britannico, contribuendo alla riduzione dei volumi dei produttori europei.
Altri numeri che premiano il lavoro svolto dall’industria cinese riguardano BYD, azienda che punta a diventare un riferimento assoluto del mercato delle quattro ruote. Con quasi 10.000 unità vendute nel primo trimestre, infatti, BYD ha già superato il risultato registrato sul mercato locale nel 2024. Continua anche la crescita di MG, brand britannico che oggi è parte di SAIC con una gamma di vetture che spesso vengono prodotte direttamente in Cina. Il marchio, che ha raggiunto oltre 81.000 unità vendute nel Regno Unito, è sempre più vicino a superare quota 100.000 unità, affermandosi come uno dei player più importanti del mercato.
I costruttori si adeguano
I dazi dell’Ue non fermano l’industria cinese che, in molti casi, può contare su un rapporto qualità/prezzo molto vantaggioso, anche grazie ai costi più bassi per la produzione (soprattutto delle batterie). C’è un altro elemento da non sottovalutare. Le aziende si stanno adeguando alle politiche Ue e stanno lavorando per trasferire parte della produzione in Europa. Il caso più evidente è legato a BYD che punta ad affermarsi come uno dei costruttori principali del nostro mercato con un nuovo stabilimento in Ungheria. Per il momento, le Case cinesi sono ancora lontane dal 10% di quota di mercato in Ue ma la crescita continua, spesso a svantaggio dei produttori europei.
Il mercato delle quattro ruote europeo sta vivendo un periodo di profonda trasformazione. I costruttori sono tanti e hanno obiettivi molto ambiziosi. Per l’industria automotive c’è, quindi, la necessità di adeguare le proprie strategie al contesto attuale, anche in considerazione della normativa che punta all’elettrificazione del mercato. I prossimi mesi saranno molto importanti. La crescita dei costruttori cinesi non sembra arrestarsi e molte Case europee sono in difficoltà, con effetti evidenti anche sulle attività produttive, come dimostrano le difficoltà di Stellantis in Italia. Ulteriori aggiornamenti sulla questione arriveranno in futuro, con la pubblicazione dei dati di vendita aggiornati e le nuove trimestrali delle varie aziende automotive europee.