I Cpr come quello di Torino rimarranno aperti, anche se gli appalti si basano su uno schema non adeguato: lo dice il Consiglio di Stato
- Postato il 23 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Una sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che è inadeguato lo schema su cui si basano tutti gli appalti per l’affidamento della gestione dei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). A Torino ce n’è uno, riaperto a marzo con 70 posti e gestito dalla cooperativa torinese Sanitalia.
Il Consiglio di Stato è un organo di consulenza giuridico-amministrativa che ha la funzione di accertare che l’amministrazione pubblica operi secondo la legge. Il ricorso, presentato tra gli altri dall’Associazione degli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), si concentrava sulla violazione di norme costituzionali (in particolare gli articoli 13 e 32), sostenendo che il monte ore del personale medico fosse inadeguato, mancassero procedure di osservazione all’ingresso, strumentazione salvavita e un piano di contrasto e prevenzione ai suicidi.
Tutto questo implica “che i bandi redatti sulla base di questo capitolato sono illegittimi, e di conseguenza, le persone trattenute nei CPR non sono adeguatamente tutelate nel rispetto del loro diritto alla salute”, dicono Asgi e Cittadinanzattiva, risarciti con 6 mila euro dal ministero dell’Interno.
Il centro di Torino, che si trova in corso Brunelleschi ed era stato chiuso nel 2023 dopo che i reclusi avevano distrutto alcune aree, come segno di protesta verso la morte di Moussa Balde, deceduto per mancanza di cure nella sezione definita “ospedaletto”. Su questa vicenda tra l’altro è ancora in corso un processo di primo grado.
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