I Carri Abrams a Taiwan potrebbero essere solo l’inizio. Ecco perché

  • Postato il 20 dicembre 2024
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  • Di Formiche
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Le capacità corazzate delle forze armate taiwanesi sono passate ad un nuovo livello negli scorsi giorni, con l’arrivo nei porti dell’isola di trentotto nuovi carri M1A2T Abrams di manifattura americana. Questi Main Battle Tanks, destinati a sostituire gli oramai obsoleti M60A3 Patton risalenti ai primi decenni della seconda metà del secolo scorso, erano stati commissionati dal governo di Taipei nel 2019, e la loro consegna era inizialmente prevista per il 2022. Tuttavia, il combinato disposto della pandemia di Covid-19 e dell’eruzione dei conflitti in Ucraina e in medio Oriente ha portato a un rallentamento nella produzione dei mezzi corazzati. I trentotto carri già arrivati sull’isola del Mar Cinese Meridionale rappresentano però soltanto il primo lotto dei 108 mezzi totali che Taipei ha acquistato dagli Usa.

La commessa relativa ai carri Abrams non è però l’unica ad aver registrato ritardi nella consegna. Ad un certo punto dello scorso anno il valore dei sistemi d’arma pagati ma non ancora consegnati a Taiwan ha raggiunto i 20 miliardi di dollari, secondo i calcoli dell’analista della difesa del Cato Institute di Washington Eric Gomez. Il quale ha però aggiunto che “Questo numero dovrebbe iniziare a scendere[…] Da qui alla fine del 2026, entreremo in una finestra in cui, se non ci saranno ulteriori ritardi, nei prossimi due anni dovrebbero essere perfezionate alcune grandi vendite”. Già il mese scorso Taiwan ha ricevuto un primo lotto di High Mobility Artillery Rocket Systems, meglio conosciuti come Himars, mentre entro la fine del 2024 dovrebbe arrivare una spedizione di missili anticarro Tow-2B (la cui commessa risale addirittura al 2015). Per quello che riguarda i caccia F-16V, l’aereonautica taiwanese ritiene di poter ricevere gli apparecchi entro il 2026.

Ma a queste commesse potrebbero presto aggiungersene altre. Persone che hanno familiarità con la situazione hanno affermato al Financial Times che Tapei sta valutando l’acquisto di un grosso pacchetto di armi statunitensi per dimostrare all’amministrazione entrante di Donald Trump la propria volontà di impegnarsi nel potenziare le proprie difese contro la Cina. In questo pacchetto rientrerebbero cacciatorpediniere dotati di sistema Aegis costruito da Lockheed Martin e l’E-2D Advanced Hawkeye di Northrop Grumman, un sistema radar aereo, missili Patriot e addirittura caccia F-35, anche se per questi ultimi Washington potrebbe avere qualche riserva. Tuttavia, una portavoce del Presidente taiwanese Lai Ching-te avrebbe respinto queste voci.

“L’istinto di Taiwan di investire di più nella propria difesa è giusto e nella prima amministrazione Trump sono stati approvati pacchetti storici di vendita di armi”, è il commento di Heino Klinck, ex alto funzionario del Pentagono nel primo mandato di Donald Trump. Secondo Klinck dovrebbero esserci “soglie di spesa minime per i partner che affrontano una minaccia esistenziale”, e sarebbe fondamentale dare priorità alle capacità critiche, come le munizioni, il command and control, la difesa aerea e missilistica, oltre che di attuare riforme necessarie nella dimensione della difesa.

Ovviamente, Pechino non vede di buon occhio l’afflusso di materiale militare statunitense sull’isola che è intenzionata a “riunire” alla Repubblica Popolare Cinese, se necessario anche con la forza. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha rilasciato una dichiarazione all’indomani dell’arrivo degli Abrams a Taiwan, dichiarazione in cui afferma che gli Stati Uniti dovrebbero “smettere di armare Taiwan e smettere di incoraggiare o sostenere le forze ‘indipendentiste di Taiwan’ che cercano di raggiungere i loro obiettivi con mezzi militari”.

Autore
Formiche

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