“I canederli non sono italiani”: scatta la polemica del quotidiano Dolomiten dopo la nomina della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco

  • Postato il 12 dicembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“I canederli non sono italiani”. Sono passati appena due giorni da quando la cucina italiana è stata proclamata patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco e già scoppia la prima diatriba enogastronomica. Ad innescarla, sotto forma di provocazione, è stato il quotidiano altoatesino Dolomiten, il quotidiano in lingua tedesca più antico e letto dell’Alto Adige, che usa il sarcasmo e l’ironia per raccontare le reazioni dopo il riconoscimento Unesco. “Adesso, improvvisamente, i canederli sono diventati bene culturale italiano”, ha ironizzato il quotidiano sudtirolese. “Si possono davvero commercializzare gli Schlutzkrapfen (ravioli ripieni), gli gnocchi di formaggio (Käsenocken) e i Tirtlan (frittelle ripiene) come italiani?”, ha aggiunto la testata, secondo la quale i canederli, i celebri gnocchi di pane conditi con speck, non apparterebbero alla tradizione culinaria tricolore.

Una tesi alla quale bisognerebbe contrapporre quanto spiegato molto bene da uno dei più grandi esperti italiani di enogastronomia, territori e prodotti, il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini, che ha commentato l’assegnazione fatta dell’Unesco così: “La nostra cucina ha vinto perché è una cucina varia, fatta dalle tradizioni di tante regioni diverse. Noi non abbiamo una cucina identitaria, i Francesi sì, ma non noi. La nostra forza non è l’identità: è la diversità, la varietà di tante cucine che convivono insieme”.

Ed è proprio la varietà e l’incontro di culture che ha dato origine ai canederli, come chiarisce il magazine La cucina italiana: “I canederli (knödel) sono uno dei piatti più rappresentativi della cultura gastronomica del Trentino-Alto Adige. Una pietanza più vicina alla tradizione tedesca e austriaca, ma le cui origini sono da collocare in territorio italiano, precisamente nel Sud Tirolo”.

Ma come la pensano lì? Il Corriere della Sera ha messo assieme un po’ di reazioni rispetto al “canederlo gate”, a cominciare da quella del separatista Sven Knoll, secondo cui “c’è sempre stato uno scambio in cucina; la cucina viennese deriva da quella boema e in Germania si produce molta pizza, eppure non è un prodotto tipico tedesco”. Per il governatore Arno Kompatscher, invece, “il termine ‘italianop non va inteso in senso geopolitico, riferito al territorio nazionale, e la cucina altoatesina è qualcosa di particolare”.

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Il Fatto Quotidiano

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